Sociale
Catania, convegno e compito per “accompagnare Papa Francesco nella profezia della pace”
Mons. Baturi, Segretario generale CEI: «C’è un’umanità che deve riacquistare la capacità di piangere con chi piange. È l’amicizia lo strumento fondamentale per la pace»
Lunedì sera, nel teatro dell’Istituto Francesco Ventorino di Catania, non si trova un solo posto vuoto. Risuonano in apertura le parole della canzone di Claudio Chieffo, “La guerra”: a questo mondo non ci sarà dunque giustizia? Su queste note che portano una domanda aperta, radicale e disarmata, il professore Alfonso Ruggiero, responsabile regionale di CL in Sicilia, ha introdotto l’incontro dal titolo “Pellegrini di pace, pellegrini di verità”. Tale appuntamento, fortemente voluto da Comunione e Liberazione, dalla Fondazione Ventorino, dal Centro Culturale di Catania e dalla Fondazione Sant’Agata, ha inteso raccogliere e sostenere l’accorato appello di Papa Francesco, che lo scorso 25 ottobre aveva esortato i cristiani, senza nascondere la sua profonda preoccupazione: «Vi invito ad accompagnarmi nella profezia per la pace – Cristo, Signore della pace».
La sala è gremita e silenziosa. L’attesa di tutti trova voce nelle domande che, con trepidazione, il prof. Ruggiero pone all’autorevole relatore, S.E. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana. Così Ruggiero: «Vogliamo dare un contributo, vogliamo continuare a sperare, persino in un mondo che sembra un tragico teatro di contraddizioni. Cos’è la pace che tutti, anche inconsapevolmente, cerchiamo? E qual è la strada che propone il magistero della Chiesa?»
Sin dalle prime battute di Mons. Baturi si fa chiaro a tutti che l’incontro prenderà una piega inaspettata, per certi versi assai scomoda. Perché sin dall’inizio “il tema della pace” viene sottratto all’analisi geopolitica e ricompreso da un punto di vista diverso: «La pace è un tema che ci deve commuovere. C’è un’umanità che deve riacquistare la capacità di piangere con chi piange. Se non piangiamo è inutile discutere, diventa un dibattito su temi». Si tratta di un energico ribaltamento dell’impostazione a cui siamo tutti abituati: la dimensione quotidiana e la dimensione universale sono colte in un’intima connessione, un rapporto profondo.
Non è che l’inizio di un percorso che, nel breve giro di un’ora, ha visto Mons. Baturi recuperare alcune pagine della millenaria sapienza teologica cristiana e gli episodi, le parole e gli insegnamenti del magistero papale. Così Mons. Baturi ha preso le mosse proprio dalle lacrime versate l’8 dicembre scorso da papa Francesco per le vittime del conflitto in Ucraina, scorgendo in esse la documentazione di come sia ancora possibile quella «umanità che si lascia commuovere da un’altra umanità».
Non c’è ombra di buonismo né rassegnazione nelle parole di Baturi. Ad essere in gioco è, infatti, «la verità stessa con cui i cristiani guardano la croce e i loro fratelli». Pressoché ignorata dai nostri mezzi di comunicazione, la lettera lanciata dal Santo Padre al popolo ucraino esprimeva drammaticamente, a nove mesi dallo scoppio della guerra, questo riconoscimento: «Nella croce di Gesù oggi vedo voi, voi che soffrite il terrore scatenato da questa aggressione. Sì, la croce che ha torturato il Signore rivive nelle torture rinvenute sui cadaveri, nelle fosse comuni scoperte in varie città, in quelle e in tante altre immagini cruente che ci sono entrate nell’anima, che fanno levare un grido: perché? Come possono degli uomini trattare così altri uomini?».
Cadono, dunque, gli argini, e la sfida di mons. Baturi si fa esplicita: se la radice della guerra, della discordia tra i popoli è la presunzione e la corruzione del cuore umano, la sua impazienza di fronte ai propri limiti (quella che don Luigi Giussani aveva chiamato, nel suo Il senso religioso, «idolatria»), quale distanza si pone tra gli scenari mondiali e la nostra esperienza? La violenza, la dinamica per cui “io”, “tu”, “noi” e “l’altro” sono divisi, forse non ci appartiene, «è veramente così lontana da noi?».
I polsi possono davvero tremare di fronte a un’impostazione, così lucida e senza sconti, dello scenario sulle nostre vite. Ma proprio il recupero dell’impatto umano su di noi porta con sé la possibilità di un riscatto, di una strada percorribile, di un compito a disposizione di ciascuno: «La pace ha a che fare con la realtà, se recuperiamo il sentimento della nostra fede come un bene per tutti, capace di ricostruire un mondo nuovo. Il nostro tesoro è Cristo stesso che, nelle parole di san Paolo, “ha vinto, ha abbattuto il muro di separazione per riconciliarci tra di noi”. Dobbiamo aver presente che il nostro rapporto con Cristo c’entra, è il punto, il perno da cui continuamente ripartire per una costruzione nuova, perché in Cristo l’altro non è mai disprezzato, ma amato».
Mons. Baturi indica, dunque, come la verità, il rispetto della persona umana e della sua libertà inviolabile, il perdono, l’educazione siano «già una realizzazione di pace» quotidiana. E conclude tornando alla concezione biblica della pace, «quella che solo il Risorto può dare e che noi possiamo solo umilmente testimoniare nel mondo… è l’amicizia lo strumento fondamentale per la pace. Noi possiamo sperare che questo abbia, misteriosamente, un effetto nel Donbass. E per questo speriamo e preghiamo».
Sociale
Pantelleria – Giornata violenza sulle donne, il Rotary Club dedica targa a Rosanna Belvisi e Anna E. Fontana
Il Rotary Club di Pantelleria, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, scoprirà una targa in Piazzetta Unesco, in memoria di Rosanna Belvisi e Anna Elisa Fontana.
L’evento rientra in quello più grande, organizzato dal Comune di Pantelleria e che prevede un corteo da Piazza Cavour fino a Piazzetta Unesco, dove verrà istallata la panchina rossa precedentemente esposta sotto il Castello Medievale.
Le due donne di Pantelleria, barbaramente uccise dai propri compagni, sono rimaste nella memoria dell’isola come emblema del femminicidio.
Il Rotary, per non dimenticare e coltivando sempre con slancio il sociale, nella persona del suo presidente Mimmi Panzarella, inciderà i loro nomi nel cuore cittadino dell’isola.
Sociale
Mazara del V., appello del Cardinale Zuppi “Guardare al Mediterraneo e ai migranti con l’occhio dell’incontro”
«GUARDARE AL MEDITERRANEO E AI MIGRANTI CON L’OCCHIO DELL’INCONTRO»
DA MAZARA DEL VALLO L’APPELLO DEL PRESIDENTE CEI CARD. MATTEO ZUPPI
«Dobbiamo guardare al Mediterraneo e ai migranti con l’occhio della storia, a volte faticosa e cruenta, e quello dell’incontro, sennò questo diventa scontro. Bisogna difendere sempre la vita, perché nessuno la perda e poi dobbiamo considerare il mare Mediterraneo come il mare nostrum e non un mare di nessuno dove la vita non conta più niente». È quanto ha ribadito il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ieri a Mazara del Vallo per l’assemblea diocesana convocata dal Vescovo monsignor Angelo Giurdanella. Quella di Mazara del Vallo è stata una dei primi incontri territoriali diocesani per il cardinale Arcivescovo di Bologna dopo l’assemblea sul Sinodo che si è svolta a Roma lo scorso week-end. Il cardinale Zuppi è intervenuto in Cattedrale parlando ai fedeli: «Cosa vuole dire essere cristiani? Mettersi la medaglia? Essere cristiani significa essere una comunità battesimale, nessuno è spettatore, nessuno è estraneo. Siamo uguali? No, ma dobbiamo costruire tutti insieme la comunità». Poi ha parlato della bellezza della prossimità: «La conseguenza è che trovo il mio prossimo – ha detto – abbiamo tutto reso dovere senza spiegare l’amore. Se vedo qualcuno che ha bisogno l’aiuto e la chiave è la compassione». Poi un passaggio del cardinale sulle relazioni: «Sono aumentate moltissimo le malattie delle relazioni che sono nel profondo – ha detto – ossia ci sono tante persone, compresi i giovani, che stanno chiusi a casa e che noi dovremmo guarda con l’amore. Abbiamo tante sofferenze, tante stranezze, tante tristezze ma è anche tanto frutto delle difficoltà delle relazioni. Ho paura che un eccesso di medicalizzazione senza la prossimità non aiuta. Io posso mandare tutti gli esperti, ma se sono solo rimango tale». Il Sinodo, ha spiegato il cardinale Zuppi, «è un’opportunità meravigliosa di decidere le cose insieme, capirle. Prendiamola sul serio, partecipiamo ma dobbiamo sentirla con l’amore e così aiutare questo corpo umano che è la Chiesa nella sua bellezza, in una generazione che ne è lontana e che tante volte cerca delle risposte ma non le trova».
VESCOVO: «FACCIAMOCI TRAVOLGERE DAL FERVORE» – «Il fervore è il sale della testimonianza cristiana, è il lievito della sua perenne vivacità. A tutti chiedo uno slancio per superare scoraggiamento e pessimismo, dobbiamo intraprendere nuove vie dell’entusiasmo spirituale». Lo ha detto a conclusione dell’incontro in Cattedrale il Vescovo monsignor Angelo Giurdanella. E il Vescovo ha aggiunto: «Girando le comunità parrocchiali vedo germogli nuovi – ha detto – grazie alla Consulta giovanile che ci sta mettendo in dialogo, adulti e giovani».
Sociale
Pantelleria, associazioni insieme con l’amministrazione per eventi stagione 2025. L’invito a partecipare
Il Comune di Pantelleria, in vista del sopraggiungere della stagione prossima, invita le associazioni del Terzo Settore, allo scopo di pianificare e lavorare in sinergia in eventi e progetti.
Ecco cosa recita l’invito
Gentili rappresentanti delle Associazioni del Terzo Settore,
con grande piacere vi invitiamo a partecipare all’incontro organizzato dall’Amministrazione Comunale che si terrà mercoledì 20 novembre 2024 alle ore 12:30 presso la sala consiliare del municipio.
L’incontro ha l’obiettivo di pianificare e coordinare insieme le iniziative e gli eventi sociali per la stagione 2025.
Sarà un’importante occasione di confronto e collaborazione per valorizzare il nostro territorio e rispondere in maniera concreta alle esigenze della nostra comunità.
Vi invitiamo a portare proposte, idee e suggerimenti per arricchire la programmazione e creare sinergie tra le diverse realtà associative presenti.
Confidiamo nella vostra partecipazione attiva e vi ringraziamo anticipatamente per il contributo che saprete offrire.
Cordiali saluti,
L’Assessore alle Politiche Sociali
L’Assessore all’ associazionismo e volontariato
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