Cultura
Codici: dal Tribunale sentenza di speranza per i padri separati

Codici: dal Tribunale di Brindisi una sentenza di speranza per i padri separati
Casa al marito, che ci vive con la figlia, e assegno di mantenimento a carico della ex per violazione dei doveri coniugali
Finalmente una sentenza in controtendenza. Questo il giudizio dell’associazione Codici, da anni impegnata in un’attività di assistenza rivolta ai padri separati, in merito ad una recente pronuncia del Tribunale di Brindisi sulla separazione di una coppia. L’aspetto su cui viene posta l’attenzione riguarda, in particolare, la decisione relativa a casa ed assegno di mantenimento.
“Siamo abituati a sentenze a senso unico – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – ed a pronunce che, di fatto, guardano solo alle madri, mettendo in grande difficoltà i padri. In questo caso, invece, c’è stato quello che potremmo definire un colpo di scena”.
Il Tribunale di Brindisi ha stabilito che la donna dovrà lasciare la casa, di sua proprietà, all’ex marito e dovrà versare un assegno di mantenimento alla figlia, una studentessa universitaria che vive con il papà. Tra le motivazioni di questa sentenza, con cui viene ravvisata la violazione dei doveri coniugali da parte della donna, il fatto che ci sia stata una relazione extraconiugale della moglie, che ha portato poi alla separazione e che, quando padre e figlia vivono insieme, si registra un clima familiare sereno.
“Speriamo sia l’inizio di una nuova giustizia – afferma Giacomelli –, finalmente attenta agli interessi ed ai diritti di tutti i soggetti coinvolti. Abbiamo denunciato tante volte sentenze che ignorano la realtà, con il padre ridotto ad un bancomat ignorando la sua condizione ed anche i rapporti con i figli. La sentenza del Tribunale di Brindisi è un segnale importante per tanti padri separati che si trovano in situazioni simili. È un messaggio anche di speranza – conclude il Segretario Nazionale di Codici –, perché un’altra giustizia è possibile”.
Cultura
Proverbi marinareschi a Pantelleria / 13 – Tuttu lu gran sirenu di lu mari ‘na vampidda d’amuri ‘un pò astutari

Senza pilotu nun camina varca
Senza pilota non naviga (alcuna) barca.
È un detto perentorio, Ciò che era chiaro per ogni marinaio,
doveva esserlo anche per i componenti di una famiglia, che senza una guida sicura andava
inesorabilmente a sbattere sugli scogli della vita.
Sciloccu chiaru e tramuntana scuru, mettiti ‘n mari senza scantu
Scirocco chiaro e tramontana scura, mettiti in mare senza paura.
Proverbio citato anche da Giovanni
Verga nei suoi Malavoglia. È legato alle vecchie costumanze marinaresche siciliane, in cui
s’interpretavano gli elementi della natura per come comportarsi nelle cose di mare.
Si veni è varca e si resta è scogghiu
Se viene è barca e se resta (ferma) è scoglio.
Davanti a qualcosa vista in lontananza sul mare
occorre sempre aspettare per vedere se è barca che si avvicina o scoglio che, per sua natura, è
immobile. Questo vale anche nella vita, in cui i progetti accarezzati non sempre si concretizzano e
quindi restano fermi, come scogli, all’orizzonte dei desideri.
Tuttu lu gran sirenu di lu mari ‘na vampidda d’amuri ‘un pò astutari
Tutta la grande distesa del mare una piccola fiamma d’amore non la può spegnere.
Bellissimo e
fascinoso detto, che è poi pura poesia. Qui il dialetto siciliano davvero innamora e incanta ancora.
I
nostri avi sono stati dei giganti nel coniare, direi cesellare, un piccolo detto proverbiale che, senza
tema di smentite, è un canto ovvero un inno all’amore, quello vero, che non conosce ostacoli di
sorta e che tutto supera. È l’amore di Didone che letteralmente “brucia” per il suo Enea. È l’amore
di Giulietta e Romeo che sfida e oltrepassa perfino la morte.
Più prosaico l’altro detto siciliano per esaltare l’irresistibile forza dell’amore, che recita: “Quannu i
dui si vonnu, i tri nun ci ponnu” (Quando i due si vogliono, i tre non ci possono).
Noi, per rifarci la bocca da quest’ultimo, citiamo alcuni versi di “Brucia la terra” del Padrino, che è
uno struggente canto all’amore nel bel dialetto siciliano:
Brucia la luna n’cielu
e ju bruciu d’amuri,
focu ca si consuma
comu lu me cori.
U mari è mmoddu ma ṛumpi u duru
Il mare è molle ma rompe il duro. Col tempo la diuturna onda del mare, seppure molle, frantuma il duro scoglio e alla fine lo trasforma in minuscoli granelli di sabbia. Si dice di persona o situazione che, col passare del tempo, riesce ad infrangere gli ostacoli più duri e apparentemente insuperabili.
U pisci d’ammare è destinatu cu l’avi a manciare
Il pesce del mare è destinato a chi lo deve mangiare.
Proverbio amarissimo, che recita l’ineluttabile
fatalità del destino di ogni essere vivente. Tutto è già stato deciso e fissato, per ognuno di noi,
dall’inizio dei tempi. Incredibile che un insignificante, a prima vista, proverbio possa essere così
profondamente filosofico.
Fortunatamente, per chi crede, c’è il cristiano “libero arbitrio” in
ossequio ai dettami del Signore ad Adamo: “È dato ai tuoi figli di distinguere il bene dal male,
pertanto agiscono con piena libertà”.
(13 – continua)
Orazio Ferrara
Cultura
Pantelleria, al CineTeatro San Gaetano va in scena “Pi stasira ridemo” – 27 e 28 aprile con un grande cast

Domenica 27 e lunedì 28 aprile 2025, sul palcoscenico del CineTeatro San Gaetano di Scauri, in Pantelleria, andrà in scena “Pi stasira ridemu”, realizzato dall’Associazione Arte e Spettacolo Pantelleria, con la partecipazione di Mago Plip, direttamente da Sicilia Cabaret.
Un cast squisitamente pantesco composto da Consolo francesca, Raffaele Simone, Rodo Giuseppe Julio, Tea Bonfiglio, Caterina Pavia, Federica Marino, Salvatore Maddalena, Raffaele Joseph.
La compagnia, dopo anni di inattività, ha deciso di portare a teatro, qualcosa di diverso, dalla solita commedia, optando per delle serate di cabaret e sketchs, per poter finalmente tornare a far divertire la gente, il tutto in vernacolo.
Video promo
Cultura
Scicli, 5 maggio inaugurazione del MACC Museo Arte Contemporanea del Carmine con un personale di Emilio Isgrò

Nasce a Scicli il MACC Museo d’Arte Contemporanea del Carmine con una personale storica di Emilio Isgrò
Il 5 maggio sarà inaugurato a Scicli il MACC, il Museo d’Arte Contemporanea del Carmine, con una mostra straordinaria del Maestro Emilio Isgrò.
Restaurato grazie ai fondi della Legge del terremoto 1990 e a un finanziamento del Ministero della Cultura, l’ex convento del Carmine accoglierà per l’occasione una ricchissima antologica del Maestro Emilio Isgrò intitolata L’Opera delle formiche.
A darne l’annuncio il sindaco di Scicli Mario Marino.
La mostra che inaugura il MACC è organizzata insieme all’Archivio Emilio Isgrò e presenta opere del grande maestro siciliano dagli anni Sessanta fino alle più recenti ricerche intorno alla Cancellatura, oltre a una grande installazione,
L’Opera delle formiche, che trasforma in modo inedito il grande corridoio centrale del museo.
L’esposizione, a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà, si propone come un’ampia ricognizione del percorso creativo dell’artista a partire dagli anni Sessanta, che segnano l’ingresso di Isgrò nel mondo dell’arte dopo il suo esordio come poeta. Una ricca esposizione che si dipana dagli “articoli di giornale” del 1962, a cui seguono due anni dopo le prime cancellature, e continua con i “particolari ingranditi” e le “lettere estratte” degli anni Settanta, per arrivare agli inediti libri cancellati del Gattopardo (1976) fino ai Codici ottomani (2010) e alle cancellature in rosso dei più recenti anni di ricerca. Gli stessi in cui Isgrò porta a un esito del tutto sorprendente la sua pittura attraverso il gioco dei pittogrammi testimoniati in mostra con opere come Palm e Il mare di Odisseo.La mostra tende a valorizzare il rapporto stretto che l’artista ha avuto con la cultura mediterranea (nasce a Barcellona di Sicilia nel 1937) e pone un’attenzione puntuale sull’evoluzione della Cancellatura, che dagli anni Novanta del secolo scorso prende anche le sembianze di api e formiche. Queste ultime sono le protagoniste dell’installazione che si sviluppa nel grande corridoio centrale del museo e che dà il titolo alla mostra. Cesti ricolmi di carrube d’oro, simbolo di ricchezza e di crescita di questo territorio, sono attraversati da uno sciamare di formiche, per poi invadere l’intero ambiente espositivo oltre a irrompere nella piazza su cui si affaccia il complesso museale.
La scelta di un’invasione della città di Scicli da parte di questi insetti, simbolo dell’operosità e della vita comunitaria, è nelle parole di Isgrò:
“Sono un artista italiano e siciliano, cittadino di una Europa che ha bisogno di un’arte non allineata per dare un contributo non puramente decorativo a un mondo in tumulto. Così ho pensato a questa Opera delle formiche come segno di una Sicilia fedele a se stessa che tuttavia sa bene quando è venuto il momento di cambiare. Non più il ficodindia o l’Opera dei pupi, non più la retorica sicilianista, ma le umili formiche che offrono la loro intelligenza operosa a sostegno di un paese che deve entrare tutto intero in Europa se vuole pesare qualcosa”.
La mostra si avvale della presenza di lavori provenienti da importanti collezioni private, tra cui spiccano alcune delle opere presenti nella collezione di Gallerie d’Italia-Intesa Sanpaolo, oltre all’opera Non schiacciatemi per favore realizzata appositamente per la Fondazione Amplifon per sottolineare quel valore della gentilezza che è principio portante delle attività della stessa fondazione, sponsor anche della mostra.
Ancora, tra le opere esposte il nuovo allestimento dell’installazione Non uccidere, ora in collezione MAXXI, realizzata da Isgrò con un’architettura di Mario Botta; un’opera che vuole essere il simbolo universale di tutte le costituzioni e di tutti i princìpi fondanti d’ogni convivenza pacifica e civile tra i popoli. Altra opera di grande suggestione è La lumière de la Liberté, un’emozionante scultura esposta per la prima volta nel 2017 presso la Galleria Tornabuoni nella sua sede di Parigi.
La mostra costituisce un momento importante per la comunità locale e per l’intera Regione, che vede nuovamente restituito alla pubblica fruizione uno spazio che ha l’ambizione di presentarsi come un nuovo polo culturale dedicato all’arte contemporanea e destinato ad attrarre appassionati, studiosi e turisti da tutto il mondo.
L’antologica, aperta dal 6 maggio al 3 novembre 2025, verrà accompagnata da un volume, pubblicato da Allemandi Editore, che include, oltre ai testi dei curatori e dell’artista, anche le immagini dell’allestimento. Il catalogo sarà presentato prossimamente in occasione di uno dei tanti appuntamenti e incontri previsti al MACC in un ricco calendario di approfondimenti e di eventi.
Emilio Isgrò – L’Opera delle formiche
a cura di Marco Bazzini e Bruno Corà
Museo del Carmine
Scicli
6 maggio – 3 novembre 2025
inaugurazione lunedì 5 maggio ore 11.30
Mostra promossa da Comune di Scicli, Archivio Emilio Isgrò, in collaborazione con Intesa Sanpaolo con la partecipazione di MAXXI con il contributo di Regione Sicilia – ARS
Catalogo
Allemandi
Info 0932839247
La mostra è aperta tutti i giorni, 10 -19 – Ingresso 12 €
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