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Salute

Come rimettersi in forma dopo le feste? Servono 150 minuti a settimana di esercizio aerobico

Redazione

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Un’attività fisica regolare di almeno 150 minuti settimanali a intensità moderata o vigorosa è cruciale per ottenere benefici
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu
28 Dic 2024 | 11:20
 

Dopo le abbuffate natalizie e il cenone di Capodanno, la sfida sarà rimettersi in forma, soprattutto per chi accusa sensi di colpa. Secondo una metanalisi su 116 studi, condotta da ricercatori di diverse università, l’esercizio aerobico è essenziale per ridurre peso, circonferenza vita e grasso corporeo. Per ottenere risultati clinicamente significativi, sono necessari almeno 150 minuti di esercizio aerobico a settimana a intensità moderata.

Lo studio, pubblicato su Jama Network Open, dimostra una correlazione lineare tra durata dell’attività fisica e miglioramenti corporei. Ogni 30 minuti di esercizio settimanale si associano a una riduzione di 0,52 kg di peso, 0,56 cm di circonferenza vita e dello 0,37% di grasso corporeo. I risultati più rilevanti si ottengono con 300 minuti settimanali: -4,19 kg di peso, -5,34 cm di circonferenza vita e una significativa riduzione del grasso corporeo.

Le linee guida attuali suggeriscono almeno 150 minuti di esercizio settimanale per una perdita di 2-3 kg, mentre 225-420 minuti sono necessari per perdite superiori (5-7,5 kg). Tuttavia, gli autori sottolineano che queste raccomandazioni derivano spesso da studi datati, evidenziando l’importanza della loro nuova analisi.

L’obesità e il sovrappeso, che colpiscono circa il 50% degli adulti a livello globale, sono problemi di salute prioritari. La prevalenza è triplicata negli ultimi 45 anni, rendendo fondamentale integrare esercizio aerobico e modifiche dello stile di vita nei programmi di gestione del peso.

I ricercatori concludono che un’attività fisica regolare di almeno 150 minuti settimanali a intensità moderata o vigorosa è cruciale per ottenere benefici clinici significativi.

 

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Cronaca

Paziente deceduta all’Ingrassia di Palermo, Bonsignore (Cimo Sicilia): “L’attesa in barella per diversi giorni non è un caso isolato, lacolpa non deve ricadere sui medici”

Redazione

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Il caso della paziente deceduta all’Ingrassia di Palermo. Bonsignore (Cimo Sicilia): “L’attesa in barella per diversi giorni non è un caso isolato ma la regola e la colpa non può e non deve ricadere sui medici”

La notizia di una paziente deceduta all’Ospedale Ingrassia di Palermo dopo avere atteso per otto giorni su una barella del Pronto Soccorso ha fatto il giro del web e dei telegiornali, anche nazionali. “A prescindere dalle cause di morte (ancora da accertare) e dalle condizioni di salute precedenti della paziente – dichiara il segretario regionale della Cimo (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore – è ovviamente un fatto triste e increscioso ma non è un caso isolato, non rappresenta l’eccezionalità bensì quasi sempre la regola perché, se andiamo in giro per i vari Pronto Soccorso della Sicilia, troveremo la stessa identica situazione: una lunga fila di barelle in attesa di un posto letto che non c’è e pazienti e familiari dei pazienti giustamente avviliti che sbraitano (ingiustamente) contro medici e infermieri che non sanno a che santo votarsi, affannati alla continua ricerca di un posto letto libero”. “La figlia della paziente venuta a mancare all’affetto dei suoi cari – aggiunge Bonsignore –  ha denunciato l’accaduto in cerca di una giustizia postuma che tuttavia non le restituirà l’affetto perduto e, purtroppo, non servirà nemmeno ad evitare il ripetersi di situazioni analoghe. Sono state disposte anche delle ispezioni da parte dell’Assessorato Regionale della Salute, per fare luce su quanto accaduto e l’Assessora, Giovanna Volo, ha dichiarato che “fatti come questo addolorano e allarmano”. Che la morte di un paziente addolori chiunque dotato di un briciolo di umanità è vero, ma che sia il fatto in sé stesso ad allarmare le istituzioni sanitarie è poco credibile perché i campanelli di allarme sono da tempo sotto gli occhi di tutti e non si può far finta di niente per tutto l’anno per poi svegliarsi improvvisamente a Natale quando viene fuori la notizia scabrosa”. “Le ispezioni assessoriali – sottolinea Bonsignore – faranno tutto tranne ciò di cui c’è realmente bisogno, trovare le vere responsabilità e porvi rimedio. Con ogni probabilità verranno additati come responsabili i medici del Pronto Soccorso, colpevoli di non avere “inventato” un posto letto per la malcapitata paziente, un posto letto che non c’era in quei giorni e che continuerà a non esserci nei giorni a venire e i pazienti continueranno ad essere accasciati su scomode barelle in attesa che se ne liberi uno”. “Alla fine, gogna mediatica a parte – continua Bonsignore – i medici coinvolti, anche se tardivamente e a costi altissimi, non saranno  riconosciuti colpevoli di alcunché e la vicenda sarà un ricordo sbiadito dal tempo, mentre la politica tornerà alla sua occupazione preferita: utilizzare la Sanità in chiave elettorale e spartirsi poltrone senza pensare a risolvere i problemi veri che si ripercuotono inevitabilmente sulla salute dei cittadini. L’unico strascico che resterà sarà il dolore di una famiglia che cerca spiegazioni per un decesso che, non lo sappiamo, forse poteva essere evitato, ma che certamente non doveva accadere in condizioni disumane, dove la dignità della persona è diventata una chimera anche nel momento del trapasso”. “Alla figlia della povera paziente – conclude Bonsignore – vogliamo dire che è ingiusto sentirsi in colpa per avere portato la propria madre all’Ospedale Ingrassia e che sbaglia quando afferma che non andrà più in quell’Ospedale. Sbaglia, in buona fede, perché non sa che quanto accaduto all’Ingrassia poteva succedere in qualsiasi altro ospedale di Palermo e provincia perché non dipende dalla professionalità del medico di turno né dalla sua volontà di ricoverare una paziente bisognosa ma perché non ha proprio la possibilità di reperire un posto letto libero in uno dei Reparti del proprio ospedale”.

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Salute

Obesità: “Il 2025 sarà un anno di speranza”. Simdo plaude approvazione emendamento Pella

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Il presidente di Vincenzo Provenzano: “Un passo avanti nella democratizzazione della lotta contro l’obesità”. Stanziati 4 milioni circa in tre anni

Obesità e mancanza di mezzi sono stati, fino ad ora, un binomio capace di soffocare anche la speranza, nei soggetti che ne sono affetti, di vivere una vita normale. I farmaci rivoluzionari che hanno reso la magrezza un obiettivo possibile, l’hanno decretata però come un affare solo per ricchi, dato il costo esorbitante delle molecole. Oggi, in Italia, un importante passo avanti verso la democratizzazione della lotta all’obesità è stato fatto grazie all’approvazione dell’emendamento che istituisce un fondo dedicato alla prevenzione e alla cura dell’obesità che è adesso nella Finanziaria di prossima approvazione da parte del Parlamento italiano. Anche SimdoSocietà Italiana Malattie metaboliche, Diabete e Obesità, per voce del suo presidente, il diabetologo siciliano Vincenzo Provenzano, si unisce al coro di soddisfazione per la prossima approvazione della norma che riconosce all’obesità la dignità di malattia.

I dettagli sull’emendamento Pella

L’emendamento già approvato in commissione e inserito in Finanziaria, era stato presentato dall’onorevole Roberto Pella, Capogruppo per Forza Italia in Commissione V, Bilancio, Tesoro, Programmazione della Camera dei Deputati. È stato introdotto per finanziare interventi normativi in materia di prevenzione e cura dell’obesità, nello stato di previsione del Ministero della Salute. Esso prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025, 2026 e 2027, con ulteriori integrazioni di 200mila euro nel 2025, 300mila euro nel 2026 e 700mila euro nel 2027, grazie all’intervento dell’onorevole Stefano Benigni, capogruppo in Commissione XII. 

Il commento del presidente di Simdo, Vincenzo Provenzano

“È un passo decisivo per il miglioramento della salute pubblica – afferma il dottor Vincenzo Provenzano, diabetologo, oggi, direttore sanitario della clinica specializzata in obesità Santa Chiara di Partinico e presidente di Simdo – perché l’obesità è l’anticamera di tante altre malattie invalidanti che compromettono la salute e la vita di chi ne è affetto. I fondi che saranno investiti saranno risparmiati per altre patologie croniche che da essa scaturiscono. Si tratta di malattie cardiovascolari, cancro e diabete di tipo 2 di cui l’obesità è il principale fattore di rischio. Ci piace pensare – conclude Provenzano – che la politica in questa sua decisione così importante sia stata illuminata anche dall’azione costante e instancabile che le società scientifiche hanno portato avanti in questi anni. L’approvazione unanime dell’emendamento Pella segna l’inizio di una nuova era nella gestione dell’obesità nel nostro Paese”.

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Salute

Marsala, i Carabinieri portano doni ai piccoli pazienti del reparto di pediatria dell’Ospedale Paolo Borsellino

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MARSALA: I CARABINIERI PORTANO DEI DONI AI PICCOLI
RICOVERATI AL REPARTO DI PEDIATRIA DEL PAOLO BORSELLINO

Con l’approssimarsi delle festività natalizie, i Carabinieri della Compagnia di Marsala
hanno fatto visita ai piccoli degenti del reparto di pediatria dell’ospedale Paolo Borsellino
per festeggiare insieme il Natale e augurare una buona guarigione a tutti i piccoli
ricoverati.

I militari hanno trascorso qualche ora insieme ai piccoli facendo passare loro un momento
di spensieratezza in un periodo di difficoltà, portando doni e gadgets.

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