Economia
Democrazia partecipata, classifica dei territori più attivi
“SCRIVIAMOLA INSIEME”: RESTA APERTA LA RACCOLTA DI FIRME
PER RAFFORZARE LA DEMOCRAZIA PARTECIPATA IN SICILIA
Storie e curiosità: un sesto del totale i firmatari che non vivono sull’isola
Dalla “classifica” dei territori più attivi ai volti del protagonismo civico
In attesa dell’audizione alla Commissione Affari Istituzionali dell’Assemblea Regionale
Siciliana, resta ancora aperta “Scriviamola Insieme“, la raccolta firme per rafforzare la legge
siciliana sulla democrazia partecipata. La petizione è promossa dalla no profit Parliament
Watch Italia nell’ambito di “Spendiamoli Insieme”, progetto che dal 2021, grazie al sostegno
di Fondazione con il SUD, raccoglie e diffonde dati e storie e opera in decine di territori-
pilota a sostegno della buona applicazione della norma.
La petizione ha superato quota 3000 firme, che i promotori considerano un vero e proprio
successo. «Sono firme raccolte su un tema apparentemente di nicchia, comunque non
semplice da spiegare, lontanissimo dall’emotività e tutto centrato sul civismo. E si tratta di
firme molto consapevoli, scaturite dall’impegno che tanti cittadini e tante realtà associative
hanno profuso, mettendoci del proprio per illustrare la questione, sottolinearne l’importanza,
spiegare il valore della partecipazione».
La classifica dei territori
Ma “Scriviamola Insieme” non è solo numeri, è anche storie e curiosità. Per esempio: come
si sono mosse le 9 ex province siciliane rispetto alla raccolta di firme? Nessuna è stata a
guardare, ed è il primo elemento. Tra i firmatari sono compresi cittadini di quasi tutti i
Comuni. Talvolta le firme si contano sulle dita di una mano, talaltra viaggiano sulle centinaia.
Ma praticamente tutti rispondono “presente”.
Guardando più nel dettaglio, l’Area Metropolitana di Catania si è rivelata la più attiva, con
843 firme, pari al 27,9% del totale. Seguono il Palermitano con 457 firme (15,1%) e il
Messinese con 410 (13,6%). E poi rispettivamente dal 4° al 9° posto ci sono le aree di
Siracusa con 181 firme (6%), Caltanissetta con 143, (4,7%), Ragusa con 129 (4,2%),
Agrigento con 123 (4%), Trapani con 90 (2,9%) ed Enna con 75 (2,4%).
E anche se si guarda ai Comuni le sorprese non mancano. Vero è che la città di Catania è
decisamente la prima, con 427 firme vale da sola il 14% del totale, come lasciava presagire
la “classifica” tra le province.
Vero è che seguono, anche qui, Palermo e Messina. Ma
mentre la capitale della Sicilia con 394 firme contribuisce con il 13% delle firme al totale, la
città dello Stretto con 232 firme “pesa” appena il 7,6%. Non solo. Se il caso Palermo trova
una possibile spiegazione nella cronaca, visto che la città non ha mai attivato i propri
processi di democrazia partecipata fino al 2023, ed è quindi poco “abituata” all’argomento,
«resta sconfortante – dice il team di progetto – il dato di Messina dove, non casualmente,
anno dopo anno, a decidere i progetti da finanziare con i fondi di democrazia partecipata è
sempre un numero irrisorio di cittadini, a riprova della poca attenzione e della carente
informazione sul tema».
E le altre capitali? Alla 5^ posizione c’è Siracusa (110, 3,6%), ma le altre viaggiano tutte
sulle poche decine: Caltanissetta (61 firme), Ragusa (44), Agrigento (39), Trapani (35),
Enna (21).
A guadagnare una 4^ posizione di tutto rispetto, infatti, non è una delle capitali, è la cittadina
di Mascali nel Catanese (117, 3,8%) che rappresenta un vero e proprio caso. A Mascali la
democrazia partecipata è ferma da anni, l’argomento sembrerebbe interessare poco o
niente. Ma – questo il punto – nella cittadina persone del territorio si sono spese con grande
impegno, in particolare ma non solo volontari della Rete Civica della Salute, una delle realtà
che maggiormente ha colto l’importanza di “Scriviamola Insieme”. L’exploit di Mascali,
insomma, spiega bene quanto conti la presenza di qualcuno che, per puro senso civico, si
assume la responsabilità di promuovere interesse e sensibilizzare comunità.
E, per concludere, al 6° e al 7° posto non ci sono nemmeno città siciliane, perché ci sono
invece Milano e Roma.
I firmatari che non vivono in Sicilia
Magari sono nati in Sicilia anche se non ci vivono più. Oppure sull’Isola ci sono nati i loro
genitori, i nonni, gli zii. Oppure ancora con la regione hanno un legame personalissimo e
imperscrutabile che sfugge alle statistiche. Fatto è che sono tanti i firmatari di “Scriviamola
Insieme” che non risiedono in Sicilia. Più di 500 (al momento della stesura di questo articolo
esattamente 510 su poco più di 3000), pari ad un sesto del totale.
Tra loro ci sono i 105 di Milano, i 92 di Roma, i 26 di Torino, i 19 di Napoli. Ma anche il
londinese di Wandsworth, i 3 newyorkesi, cittadini di Mansfield (Ohio) e di Boston
(Massachusetts), di Johannesburg (Sud Africa), di Nuremberg, Munich, Leipzig
(Germania), di Medellin e Madrid (Spagna), di Ivry-sur-seine e Parigi (Francia).
Potenza, certo, della comunicazione senza frontiere del digitale, ma anche – non si può
negare – dell’amore per la Sicilia e della voglia di essere coinvolti nella costruzione del suo
futuro.
I volti del protagonismo civico
Voglia di protagonismo civico e profonda consapevolezza dell’importanza sociale e culturale
della democrazia partecipata hanno d’altronde motivato ad impegni straordinari alcune
realtà associative, che i promotori di “Scriviamola Insieme” vogliono ancora una volta
ringraziare di cuore. Si va dalla Rete Civica della Salute (RCS), network di volontari
presente in tutta la Sicilia dedicato alla promozione e allo sviluppo dei beni comuni salute,
ambiente, cultura, e dal suo ideatore e coordinatore prof. Pieremilio Vasta alla Rete dei
Comitati Popolari 2030, associazione di cittadinanza attiva, tutela del territorio e del
patrimonio storico culturale di Mascalucia; dal CESV Messina ETS, una delle realtà che fin
dall’inizio supportano l’iniziativa e che di volta pubblica e diffonde gli approfondimenti relativi
all’area del Messinese, ad ActionAid Italia, The Good Lobby, Fondazione Messina,
L’Isola che c’è, BiPart, Ondata APS, Comunità Open Data Sicilia, Acquanuvena,
Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto, Patto per la Partecipazione Popolare
Area Vasta, Comunità PIÙ, Associazione Ionio – Circolo Arci APS, Orizzonte Comune
Villafranca Tirrena.
In allegato la mappa delle firme (a cura di Open Patti)
Economia
Sicilia, blackout e maltempo: la soluzione sono le smart grid
Le smart grid, o reti elettriche intelligenti, rappresentano una trasformazione profonda delle reti elettriche tradizionali
Pochi giorni fa, una violenta ondata di maltempo ha travolto la Sicilia, portando con sé alluvioni, venti fortissimi e gravi disagi. Migliaia di famiglie sono rimaste senza corrente, mentre infrastrutture chiave hanno subito danni significativi. Questo non è un caso isolato: eventi climatici estremi come questi stanno diventando sempre più frequenti e intensi, aggravati dal cambiamento climatico.
Di fronte a queste sfide, la domanda è urgente: come possiamo rendere il nostro sistema energetico più sicuro e resiliente? Una risposta innovativa arriva dalle smart grid, reti intelligenti capaci di monitorare, gestire e adattarsi rapidamente alle condizioni critiche, garantendo maggiore efficienza e continuità del servizio.
Cosa sono le smart grid e perché sono importanti?
Le smart grid, o reti elettriche intelligenti, rappresentano una trasformazione profonda delle reti elettriche tradizionali, nate per rispondere alle esigenze di un mondo in rapida evoluzione.
A differenza delle reti convenzionali, progettate per distribuire energia in una direzione (dalle centrali agli utenti finali), le smart grid operano come sistemi bidirezionali. Questo significa che non solo distribuiscono energia, ma sono anche in grado di riceverla, ad esempio da fonti rinnovabili installate dai consumatori stessi, come i pannelli solari domestici.
Le smart grid si basano su un’integrazione avanzata di tecnologie digitali e strumenti innovativi che consentono di:
Monitorare in tempo reale la domanda e l’offerta di energia: grazie a sensori e dispositivi connessi, queste reti rilevano immediatamente variazioni nei consumi, adattando l’erogazione dell’energia per soddisfare le esigenze specifiche di ogni area. Questo permette di ridurre sprechi e sovraccarichi;
Integrare fonti rinnovabili come il solare e l’eolico: le smart grid sono progettate per gestire la natura intermittente delle fonti rinnovabili, come il sole o il vento, bilanciando la loro produzione con le necessità di consumo. Questo favorisce una transizione energetica più sostenibile;
Ripristinare rapidamente l’alimentazione in caso di guasti: in caso di blackout o danni causati da eventi climatici estremi, i sistemi intelligenti individuano in pochi istanti la causa del problema e possono reindirizzare il flusso di energia per garantire continuità.
Come le smart grid affrontano il maltempo
Blackout prolungati causati da linee elettriche danneggiate;
Sovraccarichi di rete dovuti a improvvisi picchi di domanda;
Interruzioni nella distribuzione in aree isolate o difficili da raggiungere.
Le smart grid offrono soluzioni innovative per mitigare questi rischi:
Rilevamento automatico dei guasti: i sensori identificano immediatamente le interruzioni, riducendo i tempi di risposta;
Distribuzione dell’energia decentralizzata: grazie a fonti rinnovabili locali, le comunità possono continuare ad avere accesso all’energia anche durante guasti estesi;
Resilienza integrata: sistemi come batterie e microgrid assicurano che l’elettricità sia disponibile nei momenti critici.
Le smart grid, quindi, non sono solo un’innovazione tecnologica, ma una necessità per creare un sistema energetico che sia al tempo stesso efficiente, sostenibile e pronto a resistere alle sfide del futuro.
Esempio pratico: il caso della Sicilia
Come accennato, pochi giorni fa, una serie di alluvioni ha lasciato senza energia migliaia di abitazioni siciliane. Se fosse stata presente una smart grid, i danni sarebbero stati gestiti in modo molto più efficace.
Ecco una tabella che confronta le principali differenze tra una rete elettrica tradizionale e una smart grid, evidenziando come quest’ultima potrebbe garantire maggiore sicurezza, rapidità d’intervento e resilienza durante eventi climatici estremi:
Il futuro delle smart grid in Italia
Per rendere le smart grid una realtà diffusa, è necessario investire in tecnologie avanzate e infrastrutture. Il Governo italiano, con il supporto del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha già stanziato fondi per modernizzare la rete elettrica e aumentare l’integrazione delle rinnovabili: sono stati stanziati circa 3,6 miliardi di euro per progetti legati alla transizione energetica, molti dei quali riguardano la realizzazione e il potenziamento delle smart grid.
Vantaggi per la Sicilia
Le smart grid potrebbero trasformare la gestione dell’energia nella regione, offrendo:
Riduzione dei blackout: meno interruzioni durante il maltempo;
Maggiore sostenibilità: uso più efficiente delle fonti rinnovabili locali: infatti, una maggiore integrazione delle rinnovabili riduce la dipendenza dai combustibili fossili e abbassa le emissioni di CO2;
Risparmi economici: meno danni alle infrastrutture e costi di riparazione ridotti, grazie a una gestione più efficiente della rete e all’ottimizzazione dei consumi.
In questo grafico abbiamo riassunto l’impatto delle smart grid sulla durata dei blackout annuali. I dati simulati mostrano come una rete tradizionale possa essere soggetta a lunghe interruzioni durante eventi climatici estremi, mentre l’adozione di una smart grid riduce significativamente il tempo di inattività, migliorando la resilienza energetica e garantendo un servizio più affidabile per i cittadini.
Conclusione
Il maltempo in Sicilia rappresenta una sfida significativa, ma le smart grid offrono un’opportunità unica per migliorare la resilienza energetica e garantire una fornitura affidabile anche in condizioni estreme. Investire in queste tecnologie non è solo una necessità per affrontare i cambiamenti climatici, ma anche un passo fondamentale per costruire un futuro più sostenibile ed efficiente per l’intera isola.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/sicilia-maltempo-smart-grid/
Economia
Santa Ninfa, “Un giorno da pecora”: festa della carne ricotta e formaggi il 23 e 24 novembre
La carne di pecora ma anche la ricotta, un prodotto realizzato dal latte degli ovini.
Questo e tant’altro si potranno degustare nel week-end del 23 e 24 novembre a Santa Ninfa in occasione dell’iniziativa “Un giorno da pecora”, promossa dal Comune e giunta alla decima edizione. La novità di quest’anno è che la festa si svolgerà in due giorni: si inizia nel pomeriggio di sabato con l’inaugurazione degli stands in piazza Libertà e in via G. Garibaldi per poi continuare nella giornata di domenica con le degustazioni che si svolgeranno di mattina e pomeriggio. Sabato sera anche spazio alla musica col concerto gratuito di Lorenzo Fragola in piazza. Protagonista indiscussa sarà, però, la pecora del Belìce. Si tratta di una razza ovina le cui origini risalgono a ripetuti incroci tra ovini di razza Pinzirita, Comisana e Sarda e al successivo meticciamento selettivo e riproduzione in consanguineità. La particolarità di questa razza è data dalla produzione di un latte molto adatto all’industria casearia. Infatti è ricco di materia grassa e di proteine ed è particolarmente adatto alla filatura. Questa sua caratteristica, infatti, consente la produzione della “Vastedda della Valle del Belìce”, un formaggio a pasta filata interamente prodotto da latte ovino che porta il marchio Dop ed è anche un Presidio Slow Food. «L’iniziativa, la cui prima edizione si è svolta nel 2014, oltre all’aspetto prettamente culinario, è l’occasione per valorizzare il nostro territorio – spiega il sindaco Carlo Ferreri – perché chi arriverà in città per la festa avrà modo di apprezzare anche i nostri siti d’interesse culturale che rimarranno aperti, dalle chiese ai Musei. Anche quest’anno, così come già avvenuto nelle passate edizioni, ci sarà spazio anche per gli hobbisti che esporranno cimeli antichi e pezzi unici». Tra gli stands ci saranno anche produttori di formaggi da latte da pecora e pasticceri che offriranno dolci fatti con la ricotta di ovino: dai cannoli alle “cassatelle”. E poi spazio per i più piccoli con giochi, giostre e attrazioni.
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Cultura
Mensa scolastica: Leali per Pantelleria presenta emendamento per 30 mila euro
Nella seduta del consiglio comunale del 12 Novembre è stato approvato il regolamento per la mensa scolastica. Un passo importante
– dichiara Casano- così da mettere nelle condizioni gli uffici di procedere al più presto all’affidamento del servizio mensa e quindi del tempo prolungato nelle scuole.
“Stando all’indagine condotta da Cittadinanza Attiva – spiega in una nota il gruppo consiliare Leali per Pantelleria- in Sicilia la compartecipazione delle famiglie al servizio mensa si attesa intorno agli 80 euro mensili, circa 4 euro a pasto. Pertanto in sede di assestamento di Bilancio come Gruppo consiliare Leali per Pantelleria abbiamo presentato un emendamento per destinare 30 mila euro per il servizio mensa, così da abbattere l’eventuale costo a carico delle famiglie.
Ci auguriamo- conclude il gruppo Leali per Pantelleria – che la proposta venga accolta e votata dall’aula
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