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Economia

Democrazia partecipata, sanzionati 183 comuni siciliani

Redazione

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DEMOCRAZIA PARTECIPATA, SANZIONATI 183 COMUNI SICILIANI Dovrebbero restituire alla Regione quasi 2 milioni di euro per mancata o parziale attivazione dei processi di partecipazione del 2021 Spendiamoli Insieme: “I dati sono imprecisi, ci aspettiamo rettifiche”

La Regione Siciliana, con decreto n. 37 dell’8 marzo 2024, ha pubblicato la tabella con le sanzioni da applicare ai Comuni per mancata o parziale attivazione dei processi di democrazia partecipata nel 2021. La legge regionale siciliana sulla democrazia partecipata impone infatti a tutti i Comuni di spendere almeno il 2% dei fondi che ricevono ogni anno dalla Regione chiedendo a persone e associazioni di proporre progetti e poi scegliere quali finanziare. Se non lo fanno, si applica una sanzione: sono quindi obbligati a restituire le somme. Nel 2021 i fondi totali a disposizione erano poco più di 4 milioni e 400 mila euro. Di questi, a quanto risulta dai dati ufficiali diffusi in questi giorni dalla Regione, 1 milione 926 mila euro andrebbe restituito al mittente. Sarebbero 183 i Comuni siciliani da sanzionare. Il condizionale in questo caso è d’obbligo perché le rettifiche generalmente ci sono e sono tante. L’anno scorso, relativamente alle sanzioni 2020, la Regione modificò tre volte la tabella con le sanzioni.

Per il 2021, secondo le rilevazioni di “Spendiamoli Insieme”, progetto che dal 2021 promuove la buona applicazione della legge regionale sulla democrazia partecipata in Sicilia, sono almeno 70 le città sanzionate che in realtà hanno svolto il processo di democrazia partecipata. Dei 183 Comuni ad oggi ufficialmente sanzionati, 46 Comuni devono restituire soltanto una parte dei fondi disponibili, per lo più piccole cifre, per un totale complessivo di 66 mila 548 euro. 137 città devono restituire l’intera somma a disposizione, pari a 1 milione 859 mila euro, il 42% del totale dei fondi assegnati a tutte le città siciliane nel 2021 per favorire la partecipazione della cittadinanza.

Il grosso di questa somma è riconducibile a Palermo (sanzionata per €279.966,00), Catania (sanzionata per €195.838,00) e Messina (sanzionata per €103.012,00). Se la sanzione per il capoluogo regionale è certamente corretta, perché nel 2021 la città non ha fatto nulla per coinvolgere i cittadini, quelle per Catania e Messina risultano incomprensibili: entrambe hanno avviato e concluso i processi di coinvolgimento della cittadinanza, impegnando le somme a disposizione. I documenti ufficiali che lo certificano sono disponibili sul portale di monitoraggio civico www.spendiamolinsieme.it e raccontano del finanziamento di un’area fitness nel parco Gioeni a Catania e del rifacimento di un campetto di calcio nella zona di Cumia Superiore a Messina, opera per la quale sono anche partiti i lavori poche settimane fa.

Gli altri casi dubbi, quelli per cui secondo “Spendiamoli Insieme” il processo si è svolto e secondo la Regione invece no, riguardano i Comuni di Alessandria della Rocca, Lampedusa e Linosa, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Realmonte, Sciacca, Acquaviva Platani, Bompensiere, Caltanissetta, Mazzarino, Milena, Santa Caterina Villarmosa, Villalba, Aci Bonaccorsi, Belpasso,

www.spendiamolinsieme.it

Fiumefreddo di Sicilia, Milo, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Raddusa, Sant’Alfio, Centuripe, Cerami, Sperlinga, Alcara li Fusi, Frazzanò, Furnari, Giardini-Naxos, Librizzi, Milazzo, Monforte San Giorgio, Montalbano Elicona, Patti, Raccuja, Roccella Valdemone, Santa Marina Salina, Savoca, Taormina, Balestrate, Bompietro, Capaci, Castelbuono, Cimino, Gangi, Gratteri, Mezzojuso, San Giuseppe Jato, San Mauro Castelverde, Valledolmo, Ventimiglia di Sicilia, Villabate, Acate, Avola, Ferla, Noto, Portopalo di Capo Passero, Solarino, Buseto Palizzolo, Calatafimi- Segesta, Campobello di Mazara, Favignana, Petrosino, Salaparuta, San Vito Lo Capo, Valderice e Vita.

«Nel 2021 la maggior parte dei processi di democrazia partecipata ha presentato difetti ad una lettura rigorosa della legge – sottolinea l’associazione Parliament Watch Italia che dal 2021 promuove, grazie al sostegno di Fondazione con il SUD, la buona applicazione della legge regionale sulla democrazia partecipata in Sicilia con il progetto “Spendiamoli Insieme – ma non è sull’effettiva qualità del processo di coinvolgimento della cittadinanza che si basano le sanzioni bensì sui dati inviati dai Comuni alla Regione.
Il sistema di rilevazione per il calcolo delle sanzioni prevede che i Comuni debbano autocertificare soltanto la somma impegnata per finanziare i progetti, compilando una scheda inviata dall’assessorato. Per la rilevazione 2021, la scheda è stata inviata ai Comuni lo scorso ottobre. Questo sistema si rivela, puntualmente, oneroso, in termini di carico di lavoro per gli uffici regionali, farraginoso e poco attendibile e va totalmente modificato razionalizzando la procedura.
Abbiamo una proposta per la Regione Siciliana, che tra l’altro permetterebbe di avere i risultati dei processi in tempo reale e non con oltre due anni di ritardo come accade adesso, ma purtroppo non riusciamo ad avere un dialogo sul tema.
Questa proposta è inserita in un quadro più ampio: come ribadiamo da mesi con la raccolta firme “Scriviamola insieme”, sostenuta da più di 3000 cittadini, occorre una revisione complessiva della legge siciliana sulla democrazia partecipata che consenta ai Comuni di spendere bene e in maniera davvero partecipata i fondi a disposizione».

Economia

Sicilia, blackout e maltempo: la soluzione sono le smart grid

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Le smart grid, o reti elettriche intelligenti, rappresentano una trasformazione profonda delle reti elettriche tradizionali

Pochi giorni fa, una violenta ondata di maltempo ha travolto la Sicilia, portando con sé alluvioni, venti fortissimi e gravi disagi. Migliaia di famiglie sono rimaste senza corrente, mentre infrastrutture chiave hanno subito danni significativi. Questo non è un caso isolato: eventi climatici estremi come questi stanno diventando sempre più frequenti e intensi, aggravati dal cambiamento climatico.

Di fronte a queste sfide, la domanda è urgente: come possiamo rendere il nostro sistema energetico più sicuro e resiliente? Una risposta innovativa arriva dalle smart grid, reti intelligenti capaci di monitorare, gestire e adattarsi rapidamente alle condizioni critiche, garantendo maggiore efficienza e continuità del servizio.

Cosa sono le smart grid e perché sono importanti?
Le smart grid, o reti elettriche intelligenti, rappresentano una trasformazione profonda delle reti elettriche tradizionali, nate per rispondere alle esigenze di un mondo in rapida evoluzione. 

A differenza delle reti convenzionali, progettate per distribuire energia in una direzione (dalle centrali agli utenti finali), le smart grid operano come sistemi bidirezionali. Questo significa che non solo distribuiscono energia, ma sono anche in grado di riceverla, ad esempio da fonti rinnovabili installate dai consumatori stessi, come i pannelli solari domestici.

Le smart grid si basano su un’integrazione avanzata di tecnologie digitali e strumenti innovativi che consentono di:

Monitorare in tempo reale la domanda e l’offerta di energia: grazie a sensori e dispositivi connessi, queste reti rilevano immediatamente variazioni nei consumi, adattando l’erogazione dell’energia per soddisfare le esigenze specifiche di ogni area. Questo permette di ridurre sprechi e sovraccarichi;
Integrare fonti rinnovabili come il solare e l’eolico: le smart grid sono progettate per gestire la natura intermittente delle fonti rinnovabili, come il sole o il vento, bilanciando la loro produzione con le necessità di consumo. Questo favorisce una transizione energetica più sostenibile;
Ripristinare rapidamente l’alimentazione in caso di guasti: in caso di blackout o danni causati da eventi climatici estremi, i sistemi intelligenti individuano in pochi istanti la causa del problema e possono reindirizzare il flusso di energia per garantire continuità.
Come le smart grid affrontano il maltempo
Blackout prolungati causati da linee elettriche danneggiate;
Sovraccarichi di rete dovuti a improvvisi picchi di domanda;
Interruzioni nella distribuzione in aree isolate o difficili da raggiungere.
Le smart grid offrono soluzioni innovative per mitigare questi rischi:

Rilevamento automatico dei guasti: i sensori identificano immediatamente le interruzioni, riducendo i tempi di risposta;
Distribuzione dell’energia decentralizzata: grazie a fonti rinnovabili locali, le comunità possono continuare ad avere accesso all’energia anche durante guasti estesi;
Resilienza integrata: sistemi come batterie e microgrid assicurano che l’elettricità sia disponibile nei momenti critici.
Le smart grid, quindi, non sono solo un’innovazione tecnologica, ma una necessità per creare un sistema energetico che sia al tempo stesso efficiente, sostenibile e pronto a resistere alle sfide del futuro.

Esempio pratico: il caso della Sicilia
Come accennato, pochi giorni fa, una serie di alluvioni ha lasciato senza energia migliaia di abitazioni siciliane. Se fosse stata presente una smart grid, i danni sarebbero stati gestiti in modo molto più efficace. 

Ecco una tabella che confronta le principali differenze tra una rete elettrica tradizionale e una smart grid, evidenziando come quest’ultima potrebbe garantire maggiore sicurezza, rapidità d’intervento e resilienza durante eventi climatici estremi:

Il futuro delle smart grid in Italia
Per rendere le smart grid una realtà diffusa, è necessario investire in tecnologie avanzate e infrastrutture. Il Governo italiano, con il supporto del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha già stanziato fondi per modernizzare la rete elettrica e aumentare l’integrazione delle rinnovabili: sono stati stanziati circa 3,6 miliardi di euro per progetti legati alla transizione energetica, molti dei quali riguardano la realizzazione e il potenziamento delle smart grid.

Vantaggi per la Sicilia
Le smart grid potrebbero trasformare la gestione dell’energia nella regione, offrendo:

Riduzione dei blackout: meno interruzioni durante il maltempo;
Maggiore sostenibilità: uso più efficiente delle fonti rinnovabili locali: infatti, una maggiore integrazione delle rinnovabili riduce la dipendenza dai combustibili fossili e abbassa le emissioni di CO2;
Risparmi economici: meno danni alle infrastrutture e costi di riparazione ridotti, grazie a una gestione più efficiente della rete e all’ottimizzazione dei consumi.
In questo grafico abbiamo riassunto l’impatto delle smart grid sulla durata dei blackout annuali. I dati simulati mostrano come una rete tradizionale possa essere soggetta a lunghe interruzioni durante eventi climatici estremi, mentre l’adozione di una smart grid riduce significativamente il tempo di inattività, migliorando la resilienza energetica e garantendo un servizio più affidabile per i cittadini.

Conclusione

Il maltempo in Sicilia rappresenta una sfida significativa, ma le smart grid offrono un’opportunità unica per migliorare la resilienza energetica e garantire una fornitura affidabile anche in condizioni estreme. Investire in queste tecnologie non è solo una necessità per affrontare i cambiamenti climatici, ma anche un passo fondamentale per costruire un futuro più sostenibile ed efficiente per l’intera isola.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/sicilia-maltempo-smart-grid/

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Economia

Santa Ninfa, “Un giorno da pecora”: festa della carne ricotta e formaggi il 23 e 24 novembre

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La carne di pecora ma anche la ricotta, un prodotto realizzato dal latte degli ovini.
Questo e tant’altro si potranno degustare nel week-end del 23 e 24 novembre a Santa Ninfa in occasione dell’iniziativa “Un giorno da pecora”, promossa dal Comune e giunta alla decima edizione. La novità di quest’anno è che la festa si svolgerà in due giorni: si inizia nel pomeriggio di sabato con l’inaugurazione degli stands in piazza Libertà e in via G. Garibaldi per poi continuare nella giornata di domenica con le degustazioni che si svolgeranno di mattina e pomeriggio. Sabato sera anche spazio alla musica col concerto gratuito di Lorenzo Fragola in piazza. Protagonista indiscussa sarà, però, la pecora del Belìce. Si tratta di una razza ovina le cui origini risalgono a ripetuti incroci tra ovini di razza Pinzirita, Comisana e Sarda e al successivo meticciamento selettivo e riproduzione in consanguineità. La particolarità di questa razza è data dalla produzione di un latte molto adatto all’industria casearia. Infatti è ricco di materia grassa e di proteine ed è particolarmente adatto alla filatura. Questa sua caratteristica, infatti, consente la produzione della “Vastedda della Valle del Belìce”, un formaggio a pasta filata interamente prodotto da latte ovino che porta il marchio Dop ed è anche un Presidio Slow Food. «L’iniziativa, la cui prima edizione si è svolta nel 2014, oltre all’aspetto prettamente culinario, è l’occasione per valorizzare il nostro territorio – spiega il sindaco Carlo Ferreri – perché chi arriverà in città per la festa avrà modo di apprezzare anche i nostri siti d’interesse culturale che rimarranno aperti, dalle chiese ai Musei. Anche quest’anno, così come già avvenuto nelle passate edizioni, ci sarà spazio anche per gli hobbisti che esporranno cimeli antichi e pezzi unici». Tra gli stands ci saranno anche produttori di formaggi da latte da pecora e pasticceri che offriranno dolci fatti con la ricotta di ovino: dai cannoli alle “cassatelle”. E poi spazio per i più piccoli con giochi, giostre e attrazioni.

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Cultura

Mensa scolastica: Leali per Pantelleria presenta emendamento per 30 mila euro

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Nella seduta del consiglio comunale del 12 Novembre è stato approvato il regolamento per la mensa scolastica. Un passo importante
– dichiara Casano- così da mettere nelle condizioni gli uffici di procedere al più presto all’affidamento del servizio mensa e quindi del tempo prolungato nelle scuole.

“Stando all’indagine condotta da Cittadinanza Attiva – spiega in una nota il gruppo consiliare Leali per Pantelleria- in Sicilia la compartecipazione delle famiglie al servizio mensa si attesa intorno agli 80 euro mensili, circa 4 euro a pasto. Pertanto in sede di assestamento di Bilancio come Gruppo consiliare Leali per Pantelleria abbiamo presentato un emendamento per destinare 30 mila euro per il servizio mensa, così da abbattere l’eventuale costo a carico delle famiglie.

Ci auguriamo- conclude il gruppo Leali per Pantelleria – che la proposta venga accolta e votata dall’aula

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