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Ossidiana d'Autore

“Dovessi scrivere io di Pantelleria lo farei con la mano che trema e i pensieri offuscati dai ricordi”…

Redazione

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Dovessi scrivere io di Pantelleria lo farei con la mano che trema e i pensieri offuscati dai ricordi. Scriverei del mare blu notte che tante volte ci ha accolto e rinfrescato,del vento che ci ha fatto lacrimare e che abbiamo odiato perché non finiva mai. Scriverei del passito fresco e gorgogliante che ci è sceso per la gola riarsa e avida,dei grossi capperi ingoiati a manciate come se fossero gli ultimi al mondo. Scriverei delle passeggiate al mattino presto ad annusare il risveglio delle piante di finocchio e l’odore ovunque dell’origano selvatico strofinato apposta per immaginarci gli spaghetti nel piatto. Scriverei dell’immenso Piano Ghirlanda tagliato in due come un succulento acino di catarratto da quella striscia di asfalto che lo attraversa. E ancora scriverei delle colazioni in terrazza con il fresco pane salato di Terremoto e i sapidi e piccoli pomodori di Antonietta. Scriverei della Valle della Tranquillitudine nascosta agli occhi di tutti ma non ai nostri,di tori sciolti per strada che rincorrono ignari sportivi mattinieri e delle more e dei chicchi dorati di malvasia rubati dal ciglio della strada . E scriverei ancora e ancora e ancora,consapevole di non renderle mai giustizia e giustezza. E scriverei ancora del mare incazzato che soffia tra i capelli sfogliandoli del sale che li avvolge , del nero della lava che ovunque emerge e orgogliosa , spavalda dice qui è tutto mio , del profumo stordente dei corpi caldi nelle notti tiepide e luminose che incita all’amore e al sesso. Scriverei di quanto sei bella quando appari dal mare timida e silenziosa per poi esplodere con forza come a rivendicare un ruolo che nessuno potrà mai pretendere ma che tutti ti invidiano, E parlerei di te a tutti con amore , con orgoglio , vantandomi di averti scoperta quando eri ancora poco agli occhi di molti , ma molto ai miei. Consapevole dei tuoi difetti , limiti , carenze ,brutture. Ma che per me sono pregi , bellezze. Sei lontana? Meglio Sei ruvida? E chi se ne frega Sei ….. E scriverei ancora e ancora del fresco vino bianco di Mariano che ha accompagnato i nostri giorni, degli arancini appena fritti mangiati con foga , della ciakichuca scaldata al ritorno dal mare e mangiata in piedi in cucina. Affamati. Del sole fresco che ci ha salutato al mattino insieme al caffè e del sole stanco che ci ha congedato alla sera. E scriverei ancora di tutti quei dammusi che ci hanno visto sognare a occhi aperti e fare progetti improbabili . Ma ancora non basta. Perchè non basta mai all’ Elefante l’acqua del mare per dissetarsi con la sua enorme proboscide immersa nel fondo , all’austero Spadillo l’orizzonte del mare da illuminare e al cielo lo spazio per contenere Venere. Come non bastano le braccia di Ulisse per abbracciarla tutta , con un unico caldo abbraccio. La vorrei abbracciare anche io con la forza di sempre , l’amore mai domo , l’intensità immutata dagli eventi fino a frantumare quella corazza nera ,lucida,brillante e diventare una cosa sola . Come una volta. E scriverei del mare tumultuoso che fa degli isolani degli isolati ma non dei prigionieri , del sole violento ma non cattivo e ancora del vento che sbatacchia ogni cosa ma accarezza la roccia , la leviga ma non la piega. E scriverei delle sere tiepide che preludono alle notti afose mitigate dalla brezza che sfiora i fianchi della terra come quelli della donna amata e desiderata e che rinfresca appena , ma basta. Per capire che non è un posto comune , per tutti .

Fausto Beccai

Cultura

Pantelleria, Successo per il libro “Figlio nel vento” di Salvatore Gabriele presentato ieri da Giovanna Cornado

Direttore

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E’ stata un successo ieri la presentazione del libro di Salvatore Gabriele “Figlio nel vento” – Margana Edizioni, presso la Sala Consiliare del Comune di Pantelleria.

 

Tanta la gente a partecipare all’evento moderato dalla splendida e brillante Giovanna Cornado, che con la sua ineccepibile capacità ha introdotto il pubblico nel vivo della sinossi attraverso il suo autore, nonchè direttore di Pantelleria Internet e altri protagonisti del pomeriggio culturale pantesco:  la dott.ssa Alessandra Camassa, Presidente del Tribunale di Marsala, Caterina Brignone GIP del Tribunale di Trapani, Italo Cucci che ha curato la perfezione.

Saga ambienta il romanzo a Pantelleria, chiamata Ogigia, e narra della scomparsa di un rappresentante di Commercio. Dopo alcuni giorni, il padre trova in una pozza di sangue cinque denti e un ciuffo di capelli. Il corpo viene trovato in un burrone profondo 300 metri. Nell’isola per condurre l’indagine, la procura invia il suo migliore investigatore, il maresciallo dei carabinieri Alfonso Fiume. I sospetti cadono su quattro ragazzi, ma per scoprire la verità… bisogna leggere il libro.

Un libro scritto con grazia e maestria.

Ecco cosa dice di “Figlio nel vento” Italo Cucci

Il libro di Salvatore Gabriele l’ho letto di un fiato. Porta con sé il profumo dell’isola ma soprattutto, direi – smancerie isolane a parte, delle quali puntualmente mi diletto – ha il sapore forte di una vera pagina di “nera”. Bella, succosa e appassionante storia di cronaca vera, a dimostrazione che i fatti, spesso, superano la fantasia. Si coglie, nella lettura, in particolare, la fedeltà al linguaggio di certi personaggi – carabinieri, poliziotti, magistrati, commercianti anche – che spesso i romanzieri di mestiere tradiscono, magari portandolo al grottesco. Salvatore Gabriele, pedalatore della cronaca, ha trasfuso nel tuo romanzo il senso stesso della fatica di una ricerca, sia quella della notizia, sia quella – più ardua – della verità, senza mai cercare di sbalordire con improvvise sortite di un deus ex machina che aiuti a risolvere il mistero. Vi garantisco che l’aver vissuto – anche se solo da lettore – la storia del “Mostro di Pantelleria”, non alleggerisce l’impatto con il tuo “Mistero” e anzi l’arricchisce di un gioco: il riconoscimento dei personaggi “veri” celati in quelli romanzeschi. Salvatore ha fatto un bel lavoro, all’antica, con tutte le cose giuste al posto giusto, costringendomi – come dicevo – a una lettura rapida e felice. Da appassionato di letteratura mistery, mi compiaccio di avere colto nelle pagine del tuo romanzo anche un possibile “rimando” a una prossima puntata. Che mi auguro di leggere presto. Il libro sarà il mio regalo per molti amici. In bocca al lupo

Italo Cucci

 

I nostri personali auguri di ogni miglior successo al collega Salvatore Gabriele.

Marina Cozzo – Direttore

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Cultura

“Morte nel dammuso”, il romanzo di Andrea Ripamonti che tinge di giallo Pantelleria

Nicoletta Natoli

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“E pensare che io non sapevo nemmeno dove fosse sulla mappa, questa Pantelleria!” A introdurre Pantelleria nel romanzo “Morte nel dammuso”, esordio narrativo dell’autore lombardo Andrea Ripamonti, è Caroline Parker, una dei protagonisti principali della storia. La giovane si trova in edicola, e racconta di essere in procinto di partire insieme a sua sorella e suo cognato alla volta di questa destinazione misteriosa, della quale ignorava perfino la collocazione sulla carta geografica.

La simpatica dedica di “Morte nel dammuso” a Jessica Fletcher, la mitica Signora in Giallo della TV, fa capire fin dall’inizio che ci si trova di fronte a un giallo che rispetta i canoni classici del suo genere, e che coinvolge da subito i lettori nella ricerca dell’assassino, che mieterà le sue vittime con una certa velocità. Il primo delitto, di cui è vittima proprio la sopra menzionata Caroline, si consuma in uno dei dammusi che fanno parte del villaggio “Oasi dei profumi”, di cui è titolare la signora Spadafora.

Durante le indagini curate dal Maresciallo Lombardo, poco avvezzo a occuparsi di omicidi, vengono coinvolti anche gli altri protagonisti, tra i quali ci sono diversi turisti che soggiornano nel villaggio, un medico, una guida turistica e due giornalisti. Fra loro spicca la contessa-poetessa rumena Corina Montescu, recatasi a Pantelleria per cercare un po’ di pace e l’ispirazione perduta; la signora si dimostra talmente interessata a scoprire l’assassino da affiancare il carabiniere nelle ricerche, dando vita a una collaborazione che aiuterà a ristabilire l’armonia sull’isola. I sospetti ricadono su tutti i personaggi, e in questo modo il lettore ha modo di conoscere bene ognuno di loro, poiché, come in ogni giallo che si rispetti, vengono progressivamente ricostruite le vite di tutti coloro che gravitano attorno alle vittime.

Ma, oltre che per l’indagine, “Morte nel dammuso” non può che colpire per la sua ambientazione. I sentimenti descritti nel romanzo, come ad esempio la vendetta, l’amore, l’ingenuità e la spensieratezza, si amalgamano molto bene con le descrizioni di Pantelleria, che con tutti i suoi contrasti si trasforma da piccolo angolo di paradiso in scena del crimine, accompagnando il lettore fino alla risoluzione dell’enigma.

Guardandoci bene dallo svelare il nome dell’assassino…non possiamo che augurarvi una buona lettura!

Nicoletta Natoli

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Ossidiana d'Autore

Pantelleria, San Franciscu

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Sono sempre presenti nella memoria delle generazioni del dopoguerra le immagini e le sensazioni di un mondo che fu, apparentemente immobili come scatti fotografici, con voci e profumi indimenticabili, senza artificiosita’ internettiane, semplici emozioni umane, frammenti di vita da custodire gelosamente, come piccola fortuna da ricordare perché non muoia mai.

Di qua, le risa le grida Dei bambini Intenti ai quattro canti. Nel sagrato della chiesa In fondo alla lunga piazza stretta. Il circolo è aperto, Qualche anziano gioca a carte, Motteggiando e ridendo. Lo zio Peppino e lo zio Turi Parlano serenamente Appoggiati al muretto dei SantaPaola, Guardando i fiori.

Passa padre Enrico, e si fa spingere La sua vecchia moto rossa Per partire Di là, strada dritta balatata, E giù in fondo il cafè di zza Grazia. Tavolini e carte, Giochi, voci, bicchieri. Caramelle. Era vita, vera.

Enzo Bonomo

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