Cultura
E’ morto il grande Zeffirelli. Una vita di successi tra teatro e cinema
Era nato a Firenze il 12 febbraio 1923 e la sua Fondazione, nel centro storico della città, voleva mettere a disposizione del mondo intero la sua sterminata produzione artistica.
Franco Zeffirelli, all’anagrafe Gian Franco Corsi Zeffirelli, è morto nella sua casa, assistito dai figli adottivi Pippo e Luciano, da un medico e dal parroco della chiesa di San Tarcisio che ha benedetto la salma.
Circa una settimana fa, secondo quanto si apprende dalla famiglia, aveva ricevuto l’estrema unzione. «Si è spento serenamente – riferiscono i familiari – dopo una lunga malattia, peggiorata negli ultimi mesi».
Ne scrive l’AGI Cultura:
Ebbe un’infanzia tribolata dovuta al mancato riconoscimento paterno, che avvenne solo a 19 anni, e alla prematura scomparsa della madre. In un’intervista al settimanale Sette racconto’: “Sono ‘figlio di ignoti’, N.N. (nescio nomen, ndr). Ma c’era una regola, i cognomi degli illegittimi venivano scelti a partire da una lettera, a rotazione. In quei giorni era il momento della ‘Z’. Cosi mia madre suggeri’ che mi chiamassero ‘Zeffiretti’, da un’aria di Mozart da lei molto amata (l’Idomeneo ndr). Nella trascrizione, l’impiegato fece un errore, mise due ‘l’ al posto delle ‘t’. Cosi io divenni Zeffirelli”.
Studiò architettura a Firenze dopo ben presto entrò a far parte della compagnia teatrale universitaria. Abbandonò la facoltà durante la Seconda guerra mondiale, quando prese parte alla Resistenza nelle file dei partigiani, passando poi all’esercito alleato.
Al termine del conflitto Zeffirelli si unì alla Compagnia teatrale ‘Il Carro dell’Orsa minore’ di Alessandro Brissoni. Dopo essere stato scenografo e costumista di “operine” all’Accademia Chigiana di Siena, si trasferì a Roma, conoscendo Luchino Visconti con cui lavoro’ ad alcuni film, tra cui ‘La terra trema’ del 1948. Si dedicò al teatro, portando in scena alla Scala di Milano l’opera di Gioacchino Rossini ‘L’Italiana in Algeri’. La passione per il teatro, mai sopita, lo portò negli anni a lavorare su ‘La traviata’, ‘Tosca’, ‘Carmen’, solo per citare alcuni titoli.
Fu importantissimo il rapporto con Maria Callas che conobbe nel 1948. Fu l’inizio di un’ossessione artistica per Zeffirelli che la diresse in diverse occasioni. Leggendaria, nella loro lunga collaborazione, la Tosca del 1964, al Convent Garden di Londra.
Secondo il regista, che ha dedicato alla cantante il suo film ‘Callas Forever’ (2002), Maria era una donna estremamente complessa, “un insieme di grandi virtù e di terribili debolezze umane”.
Molte sue opere cinematografiche sono tratte da capolavori teatrali, soprattutto di Shakespeare al punto che l’Enciclopedia Britannica ne riconosce il particolare talento per “gli adattamenti filmici alle opere di Shakespeare” e la capacità nel costruire “dettagli autentici”.
Zeffirelli traspose sul grande schermo capolavori come ‘La bisbetica domata’, nel 1966, con Richard Burton e Elizabeth Taylor; l’anno successivo usci’ ‘Romeo e Giulietta’, i cui protagonisti furono attori giovanissimi, Leonard Whiting e Olivia Hussey. Nel 1990 realizzo’ ‘Amleto’, con l’indimenticabile interpretazione di Mel Gibson. Il 24 novembre 2004 ricevette dalla regina Elisabetta d’Inghilterra l’onoreficenza di Cavaliere del Regno Unito a Roma.
Tra i suoi indimenticabili capolavori pellicole come ‘Fratello sole, sorella luna’, del 1972 e ‘Il campione’ del 1979, remake di King Vidor di quasi cinquant’anni prima. E poi ancora ‘Jane Eyre’, nel 1995; ‘Un te’ con Mussolini’, nel 1999. Celeberrimo il film che realizzo’ per la televisione nel 1977, ‘Gesu’ di Nazareth’.
Al di fuori del cinema e del teatro si dedicoòcon passione anche alla politica diventando senatore con Forza Italia per due legislature, nel ’94 e nel ’96. Un’esperienza che si concluse presto perché Zeffirelli rimase deluso dalla sua esperienza parlamentare: “La politica è il lusso dell’uomo qualunque, che crede di poter fare una grande carriera al di là delle possibilità che tutti hanno”, raccontò. Nella vita privata era un cattolico convinto e praticante.
Inoltre era dichiaratamente omosessuale, ma riguardo alla sua sessualità è sempre stato riservato, dichiarando più volte di odiare la parola gay e i Gay Pride: “Si truccano come pagliacci, tutti felici e allegroni: sei così spiritoso e divertente che ti chiamano gay, ma si può? Dire a Michelangelo che è gay? A Leonardo? Andiamo, essere omosessuali significa portare un grave peso di responsabilità, scelte difficili: sociali, umane e di cultura”.
Agi cultura: E’ morto Franco Zeffirelli
Cultura
Pantelleria – Mensa scolastica, al via affidamento servizio di refezione
Il Comune di Pantelleria, per mezzo di avviso pubblico, avvia il procedimento di acquisizione e selezione delle candidature finalizzate all’individuazione degli operatori per l’affidamento del servizio di mensa scolastica per gli alunni della Sezione della Scuola dell’Infanzia e della classe prima della Scuola Primaria dell’Istituto Omnicomprensivo di Pantelleria, per l’anno scolastico 2024/2025.
Il documento integrale
Cultura
Trapani, celebrazioni della Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, dell’83° della Battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano
TRAPANI. CELEBRAZIONI DELLA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA DEI CARABINIERI, DEL 83° ANNIVERSARIO DELLA “BATTAGLIA DI CULQUALBER” E
DELLA “GIORNATA DELL’ORFANO”
Si è appena conclusa, presso la Basilica Maria Santissima Annunziata “Madonna di Trapani”, la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.
Alla messa, celebrata dal Vescovo di Trapani, S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, hanno partecipato
il Vicario del Prefetto di Trapani, Dott.ssa Laura Pergolizzi, il Questore di Trapani, Dott. Giuseppe
Felice Peritore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Mauro Carrozzo, il sindaco
di Trapani, altre autorità Civili e Militari, i vertici delle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco oltre ai
parenti dei caduti e delle vittime del dovere
La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata
alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri
che ha per motto: “Nei Secoli Fedele”.
L’8 Dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza dell’Ordinario Militare
d’Italia, S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis
Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione liturgica il 21 Novembre, in concomitanza
della presentazione di Maria vergine al Tempio.
La celebrazione di questa giornata è concomitante con la ricorrenza della Battaglia di Culqualber e
la giornata dell’orfano.
LA BATTAGLIA DI CULQUALBER
Il 21 Novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culquaber. Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta nell’occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.
GIORNATA DELL’ORFANO
Istituita nel 1996, rappresenta per i Carabinieri e per l’ ONAOMAC un sentito momento di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. L’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), Ente morale fondato il 15 maggio 1948, si propone di assistere gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Oggi l’ O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga un sostegno semestrale, distinto per fasce d’età, sino al compimento degli studi.
L’assistenza agli orfani disabili è a vita.
Per eventuali donazioni in favore degli orfani: C/C bancario n. 121 B.N.L. IBAN IT77Z0100503344000000000121
C/C postale n. 288019
IBAN IT35Z0760103200000000288019
Cultura
Palermo, Ti l’Eggo: mostra ed estemporanea di Salvo Nero da Artètika. Quando il narcisismo diventa arte
Durante la mostra l’artista realizzerà un’opera dedicata al fil rouge che unisce chi si ama
Perfetto ma non troppo, perché ogni dettaglio fuori posto fa la differenza, rendendo d’impatto un’opera dal tratto rotondo. È la caratteristica principale dello stile del pittore, fumettista, grafico e writer Salvo Nero, diviso tra il narcisismo del proprio ego e il romanticismo del legame invisibile e indissolubile che unisce due innamorati. Da venerdì 22 novembre a sabato 7 dicembre, sarà in mostra con Ti l’Eggo da Artètika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15 a Palermo. Il vernissage avverrà venerdì 22, alle ore 18,30, alla presenza dell’artista, delle galleriste Gigliola Beniamino e Esmeralda Magistrelli, del curatore, l’architetto Giorgio Lo Stimolo e del critico Massimiliano Reggiani. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso libero. Sponsor d’arte Birra Forst e Tenute Cinquanta.
Le opere in mostra per Ti l’Eggo di Salvo Nero da Artètika
Saranno trenta le opere di Salvo Nero, in mostra da Artètika per Ti l’Eggo, di varie misure, su tela, su carta e una piccola scultura. La trentunesima opera sarà realizzata in estemporanea, a partire da una tela bianca, dal giorno del vernissage a quello della chiusura dell’esposizione e sarà ispirata al fil rouge, invisibile agli occhi, che unisce chi si ama. Ci sono ritratti che emergono da fogli protocollo, tutti scarabocchiati con tanto di lista della spesa, pennelli sporchi di colore, blatte che camminano sopra lettere d’amore amare. Opere bruciate, strappate o fintamente bruciate, strappate, sporcate e stropicciate. Uova al tegamino, lampadine e mandarini, pacchi di posta, oggetti quotidiani che diventano arte. Divertente, ammiccante, riflessiva.
“Poliedrico, un po’ grafico, un po’ pubblicitario, molto artista. Salvo Nero comunica i suoi stati d’animo con una enorme facilità nel farsi capire da tutti. Dal dolore di un cuore spezzato al riguardo per l’ambiente con i racconti degli incendi” commenta la gallerista Gigliola Beniamino Magistrelli. “Oltre alla maestria del disegno – aggiunge il curatore Giorgio Lo Stimolo -, c’è molto di più, una mano, la scioltezza di chi l’arte del tratto la possiede. Un incontestabile virtuosismo, un accenno un po’ beffardo che dice guardami lo so fare, è nella mia natura. Provocatorio e talentuoso”.
Chi è Salvo Nero
Salvo Nero, pittore autodidatta palermitano classe 1984 è stato stimolato inizialmente dai cartoni animati e dai pittori della sua città natale. La sua fibra creativa si sveglia molto presto attraverso il disegno che non lascerà mai più. Si orienta verso studi di grafica pubblicitaria e si cimenta sui muri della sua città, trovando nel writing un modo d’espressione libero. Attraverso i fumetti e la scoperta dello statunitense Geof Darrow, s’innamora del dettaglio, che diviene una caratteristica essenziale della sua opera. In seguito, lascia il limite delle vignette per donarsi all’acquarello, olio e, infine, l’acrilico, che diviene il suo mezzo principale. Attraverso i disegni della pittrice inglese Jenny Saville s’innamora dell’artista conterraneo Lucian Freud. S’interessa alla pittura del reale e si dedica al grande formato, una formula che gli assicura riconoscimento e diverse mostre monografiche. Si divide tra Palermo e Cardiff, due città in cui vive e lavora attualmente.
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