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Salute

Farmacisti precari Covid-19, la denuncia della Ugl Salute Sicilia. “Lavoratori dimenticati da tutti, la politica trovi una soluzione per la loro stabilizzazione”

Matteo Ferrandes

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Stanno procedendo sia a livello nazionale, che regionale, le attività rivolte alla stabilizzazione del personale precario Covid-19 in relazione ai vari profili professionali che sono stati impiegati in questi anni di emergenza pandemica nelle Aziende sanitarie provinciali e nelle Aziende ospedaliere. Tra queste figure mancano però i farmacisti, che in Sicilia ad esempio stanno continuando a lavorare ancora oggi in proroga per le Asp e per gli ospedali, colmando i pesanti vuoi che queste strutture hanno da diverso tempo in organico, risultando indispensabili e ormai ampiamente rodati all’interno della macchina del sistema sanitario regionale. A denunciare, ancora una volta, la situazione singolare in cui si trovano questi professionisti della sanità, rispetto agli altri colleghi parimenti assunti nel periodo emergenziale, è la Ugl Salute Sicilia con il segretario Carmelo Urzì e l’aggiunto Raffaele Lanteri. “Quasi otto mesi fa avevamo evidenziato questo caso particolare, lanciando un appello pubblico alla politica tutta per trovare una via d’uscita tale da consentire agli oltre 25 farmacisti precari di poter accedere alle procedure di assorbimento. Allo stato attuale non c’è alcun riscontro, mentre il resto dei lavoratori impiegati durante il Covid-19 sono stati già stabilizzati o troveranno a breve un contratto definitivo, così come anche il nostro sindacato ha sempre chiesto a gran voce. Il problema dei farmacisti è legato alla qualifica professionale, considerato che per l’assunzione è obbligatorio il possesso del requisito per l’accesso alla dirigenza. Elemento che, purtroppo, queste unità non possiedono essendo state immesse nel sistema con rapidità, ma che potrebbero ottenere attraverso una semplice modifica della legge. Si dovrebbe prevedere infatti – aggiungono Urzì e Lanteri – l’inserimento degli stessi nei posti che rimangono annualmente liberi nell’ambito dei corsi banditi, oppure la costituzione di un corso ad hoc che non andrebbe a comportare costi per la finanza pubblica tenuto conto che sarebbero proprio questi professionisti a finanziarlo con la relativa retta. Diversamente si potrebbe optare per l’istituzione, riprendendo magari la vecchia formula, della figura professionale del collaboratore, che consentirebbe a tanti giovani laureati nelle discipline mediche e sanitarie di lavorare nel sistema senza la qualifica dirigenziale, nelle more di poter ottenere la specializzazione. Come si può notare, quindi, non ci vogliono chissà quali manovre per assicurare una dignità lavorativa anche ai farmacisti precari, ma soltanto una forte volontà politica per una veloce modifica della norma come già anche gli stessi, guidati dalla coordinatrice per la Ugl Salute regionale Maria Longo, hanno proposto ai parlamentari nazionali e regionali. Vogliamo che questi lavoratori, che si sono spesi e si stanno continuando ad impegnare instancabilmente per la sanità siciliana, non siano dimenticati da nessuno e possano invece trovare la considerazione che meritano e su questo – concludono i due esponenti della federazione Ugl Salute Sicilia – siamo disponibili a dialogare con chiunque prenderà a cuore questa vertenza.”

Salute

Sanità, Giuliano (UGL): “100.000 infermieri in meno nei prossimi 5 anni, un esercito fantasma che si proietta cupo sul futuro dell’Italia”

caterina murana

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Cercasi infermieri disperatamente
 
“Cercasi infermieri disperatamente. È questa la missione, ai limiti dell’impossibile, che attende la sanità italiana costretta a scontrarsi con una cronica carenza di personale, una delle cause scatenanti del malcontento dei cittadini oramai privati del loro lecito diritto all’assistenza e alle cure” dichiara il segretario nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano.

“Le proiezioni attuali -prosegue – dicono che nel giro di 5 anni potrebbero mancare tra i 60mila ed i 100mila infermieri. Un autentico esercito fantasma che si proietta cupo sul futuro dell’Italia. Il depauperamento delle fila della nobile professione pensata da Florence Nightingale è determinato dall’innalzarsi di richieste di pensionamento anticipato e, soprattutto, dalle dimissioni volontarie che trovano  le proprie radici dal mancato adeguamento al rialzo degli emolumenti ponendo l’Italia tra i fanalini di coda rispetto alle altre nazioni europee, tanto da far recentemente dichiarare all’ Assessore al Welfare della Regione Lombardia Guido Bertolaso: sono la colonna portante della sanità pubblica del nostro Paese e ricevono stipendi da fame.
Fattori rilevanti sono poi la quotidiana serie di aggressioni e i casi di burn out per l’esposizione prolungata a condizioni lavorative estenuanti, stressanti ed esaurienti. Così le altre nazioni offrendo stipendi assolutamente più alti, possibilità di crescita professionale, formazione all’avanguardia, welfare mirato e luoghi di lavoro confortevoli e sicuri diventano mete privilegiate per i nostri professionisti pronti ad abbandonare l’Italia per emigrare all’estero. L’emorragia è costante come confermato dalla cancellazione dall’albo professionale, negli ultimi 4 anni, di 42.713 infermieri, 10.320 nel solo 2024.
Le misure tampone messe in atto fino ad oggi non hanno prodotto risultati confortanti.
La professione infermieristica non è più attrattiva per i giovani ed il ricambio generazionale per rimpolpare le fila è, in questo scenario, impensabile. La mancata firma del rinnovo del ccnl non ha fatto che peggiorare ulteriormente la già grave situazione. Per questo rilanciamo con forza la proposta di un patto nazionale, scevro da pregiudizi ideologici, dove tutte le parti coinvolte dovranno contribuire fattivamente per trovare le soluzioni adeguate prima del crollo irreversibile del SSN” conclude il sindacalista.

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Salute

 Benessere animale. Caronia e Mancuso (NM): “Servono collaborazioni istituzionali e Servizio Veterinario di Base nazionale”

Redazione

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“Il benessere animale si costruisce attraverso la collaborazione tra
tutti gli attori coinvolti, pubblici e privati a tutti i livelli”. Con
questa premessa, la deputata regionale Marianna Caronia e il
consigliere comunale Giuseppe Mancuso (Noi Moderati) lanciano un
appello alle amministrazioni locali siciliane, a partire dal Comune di
Palermo, ad avviare percorsi di collaborazione inter-istituzionale,
prendendo spunto dalle conclusioni del convegno “Salute Unica: Verso
un nuovo welfare per gli animali di famiglia”, svoltosi nei giorni
scorsi a Palermo.

Durante l’incontro è stato anche presentato il Disegno di Legge
nazionale per l’istituzione del Servizio Veterinario di Base,
attualmente in fase di elaborazione da parte degli onorevoli Saverio
Romano e Michela Vittoria Brambilla, che punta a garantire una rete di
assistenza veterinaria pubblica essenziale per gli animali
d’affezione.

“Questa iniziativa – spiegano Caronia e Mancuso – ha dimostrato che
istituzioni, enti di ricerca e associazioni possono lavorare insieme
per risultati concreti, coniugando benessere animale, salute di
comunità e ottimizzazione delle risorse. Ora serve tradurre quel
modello in azioni operative, coinvolgendo in primo luogo i Comuni, che
sono il primo presidio territoriale. L’istituzione del Servizio
Veterinario di Base, su cui stanno lavorando i colleghi parlamentari,
rappresenterà un ulteriore passo avanti per una tutela strutturata e
diffusa.”

“Auspichiamo che, a partire dal Comune di Palermo – che con la nuova
amministrazione ha mostrato particolare attenzione al tema – si
possano avviare collaborazioni istituzionali per rafforzare
l’operatività, condividere dati e buone pratiche, e favorire
l’aggiornamento continuo del personale, anche in sinergia con le
associazioni animaliste.”

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Salute

Sanità nel caos, Safina (PD): “Schifani non si illuda, la sospensione di Croce non basta”

Matteo Ferrandes

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Trapani, 28 marzo 2025 – “La sospensione del direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, decisa dalla Giunta regionale a seguito dei gravi ritardi nella consegna dei referti istologici, è un atto dovuto ma del tutto insufficiente. La sanità trapanese non può continuare a essere trattata come l’ultimo dei sottogoverni, vittima di una becera lottizzazione politica che nulla ha a che fare con l’interesse dei cittadini”.

A dichiararlo è il deputato regionale del Partito Democratico, Dario Safina, che attacca duramente il presidente della Regione, Renato Schifani, e la gestione sanitaria in Sicilia.

“Schifani non può pensare di risolvere i problemi della sanità trapanese con la semplice sospensione di Croce. Servono soluzioni concrete: più posti letto, più medici, più personale sanitario, strutture più efficienti e un vero piano per ridurre le liste d’attesa. Troppi cittadini sono costretti a rinunciare alle cure a causa di un sistema che non garantisce servizi adeguati”.

Safina ricorda che l’assessorato alla Salute aveva affidato a Croce la riorganizzazione della rete sanitaria, mantenendo invariato un numero di posti letto già nettamente insufficiente rispetto alle esigenze del territorio.

“È evidente che, in queste condizioni, abbattere le liste d’attesa è impossibile. Schifani e il suo governo non si illudano: il problema non si risolve facendo saltare un manager. La verità è che questa amministrazione regionale ha gestito la sanità con logiche di spartizione politica anziché con una visione strategica per garantire cure adeguate ai siciliani”.

“La sanità è un diritto, non merce di scambio. Basta con i giochi politici sulla pelle dei cittadini”, conclude Safina.
 

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