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Cultura

Gibellina Capitale italiana Arte contemporanea, Schifani: «Riconoscimento che premia tutta la Sicilia»

Matteo Ferrandes

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Presidenza della Regione
«Esprimo profonda soddisfazione per la proclamazione di Gibellina come Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026. Questo riconoscimento celebra una città simbolo di rinascita culturale e architettonica, un luogo che, dalla tragedia del terremoto, ha saputo risorgere come punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea e l’innovazione creativa. La scelta della cittadina trapanese sottolinea non solo l’importanza storica e culturale di questo Comune siciliano, ma anche l’incredibile contributo della nostra regione al panorama artistico nazionale». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, commentando la scelta del ministero della Cultura. «La designazione – prosegue – rappresenta un’opportunità straordinaria per sostenere nuovi progetti e per far crescere ancora di più l’identità artistica e culturale del Comune. Come avvenuto già con Agrigento, che il prossimo anno sarà la Capitale italiana della Cultura, ci impegneremo affinché anche Gibellina, al di là del contributo statale, possa contare su ulteriori risorse finanziare che diano impulso a iniziative che valorizzino il territorio e promuovano l’arte contemporanea in tutte le sue forme. Questo è un successo per tutta la Sicilia, che conferma la sua posizione come terra di cultura e creatività. Ringrazio il ministero della Cultura, la giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, e tutti coloro che hanno sostenuto questo percorso. La Sicilia sarà fiera protagonista del panorama artistico italiano nel 2026, offrendo una testimonianza di come la bellezza e la cultura possano essere motori di sviluppo e coesione sociale

Cultura

Roma, presentato oggi Calendario Storico dei Carabinieri. Contributo di Marco Lodola e Maurizio De Giovanni

Redazione

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La presentazione del Calendario Storico dei Carabinieri, realizzato con il
contributo dell’artista Marco Lodola e dello scrittore Maurizio de Giovanni, e dei prodotti

editoriali.

ROMA 31 ottobre 2024. Il Comandante Generale, Gen. C.A. Teo Luzi, nella mattinata odierna, ha
presentato il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri edizione 2025. A illustrare l’opera è stato
il famoso conduttore televisivo Marco Liorni, nella splendida cornice dell’Auditorium Parco della
Musica.
“I Carabinieri e i giovani” è il tema del nuovo Calendario Storico, realizzato con il contributo di
celebri personaggi dello scenario artistico-letterario italiano, Marco Lodola e Maurizio de
Giovanni; il primo che ha curato la veste grafica dell’opera è considerato un artista poliedrico del
Nuovo Futurismo e della Pop Art italiana, mentre il secondo, scrittore partenopeo di successo, è
noto per le collane de “Il Commissario Ricciardi”, “I Bastardi di Pizzofalcone”, “Mina Settembre”.
I testi che accompagnano le 12 tavole descrivono un dialogo epistolare fra un Maresciallo
Comandante di Stazione, vedovo, e suo figlio, studente alle prese con le sfide del quotidiano e con il
dolore, condiviso con il padre, per la scomparsa della madre. Il Maresciallo utilizza come chiave di
dialogo alcuni racconti del suo lavoro, parlando di alcuni episodi di servizio che toccano temi come
il bullismo, le dipendenze, la salvaguardia dell’ambiente e del rispetto per l’altro, l’inclusività e la
solitudine sociale.
Riesce così a superare gli ostacoli e le difficoltà ricorrenti nel rapporto comunicativo fra adulti e
ragazzi con un metodo tanto astuto quanto discreto: conoscendo l’abitudine del ragazzo di sfogliare
album di foto che ritraggono anche la madre scomparsa, decide di inserire dei bigliettini al suo
interno, chiedendogli di toglierli se letti e, quindi, graditi.
In questo modo, Maurizio de Giovanni riesce a romanzare il rapporto fra nuove generazioni e
legalità, con un linguaggio diretto ed empatico, riassumendo l’amore paterno, i valori e la fiducia
nelle giovani generazioni in una sorta di testamento morale.

Le tavole, invece, raffigurano, nell’inconfondibile stile pop di Marco Lodola, carabinieri delle varie
articolazioni dell’Arma e figure giovanili, nella versione cartacea delle “sculture luminose” che lo
hanno reso celebre nel mondo.
Il calendario vuole valorizzare i giovani, bene inestimabile per tutti e investimento prezioso per il
futuro del Paese, richiamando una delle principali attività preventive svolta dall’Arma a loro favore,
gli incontri nelle scuole sulla “Cultura delle legalità”, che ambiscono a promuovere conoscenza
della legge e cultura civica.
Un’opportunità unica e privilegiata di cui far tesoro per sviluppare nelle giovani generazioni la
sensibilità verso le tematiche sociali più avvertite, della legalità e dei temi ambientali, e accrescere
la consapevolezza del proprio prezioso ruolo per la crescita sociale, economica e democratica del
Paese.
La tavola del mese di novembre, attraverso la rappresentazione di un militare per ciascuna Forza
Armata, è dedicata alla “Difesa” e ai suoi valori. La scelta del mese coincide con la ricorrenza della
“Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate”, che celebriamo il 4 novembre, quest’anno
suggellata dalla cerimonia nella città di Venezia e dal “Villaggio della Difesa” allestito al Circo
Massimo dal 1 al 4 novembre, in cui i cittadini potranno scoprire le nostre Forze Armate.
La grande curiosità che suscita il Calendario Storico dell’Arma, oggi giunto a una tiratura di
1.200.000 copie e tradotto in otto lingue straniere (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese,
giapponese, cinese e arabo) oltre che in sardo e friulano, è una chiara dimostrazione della stima e
della gratitudine di cui gode l’Istituzione da parte della comunità. L’elevato significato dei suoi
contenuti ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni e nei luoghi di
lavoro quanto nelle scuole e nei luoghi di aggregazione sociale, quasi a testimonianza del fatto che
“accanto ad ogni cittadino c’è un Carabiniere”. La pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 92^
edizione, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 venne ripresa regolarmente nel 1950 e
da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa,
della Storia d’Italia.
Oltre al Calendario, è stata pubblicata anche l’edizione 2025 dell’Agenda la cui opera rappresenta la
continuità editoriale del Calendario, riportando le storie di de Giovanni come apertura di ogni
singolo mese.
Altre due opere completano l’offerta editoriale dell’anno 2025.
Il Calendario da tavolo, dedicato anche quest’anno al tema “I Carabinieri nei Borghi più Belli
d’Italia” e realizzato con gli scatti dei comuni dello stivale più suggestivi e ricchi di tradizioni, da
Nord a Sud, fra cui: Sappada (UD), Civitella del Tronto (TE), Suvereto (LI), Posada (NU),
Locorotondo (BA) e Gerace (RC). L’intero ricavato della vendita del calendarietto da tavolo è
devoluto, come accaduto negli anni precedenti, all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei
Militari dell’Arma dei Carabinieri.

Il Planning da tavolo è invece incentrato sul tema “L’impegno internazionale dei Carabinieri.
L’attività di cooperazione e i teatri operativi”, con la finalità di illustrare la delicata e preziosa
attività che l’Arma svolge fuori il territorio nazionale, assolvendo con professionalità e dedizione
sia ai compiti di stability policing che di sicurezza e vigilanza alle sedi diplomatiche, un impegno
altamente apprezzato dalla comunità internazionale.
Il ricavato di tale prodotto editoriale sarà devoluto nuovamente ad un ospedale pediatrico,
individuato quest’anno nel Santobono di Napoli.
Oggi, in concomitanza con la presentazione dei prodotti editoriali, la Galleria Deodato Arte, che
rappresenta l’artista, apre (fino al 16 novembre, in via Giulia 122 a Roma) la mostra "Marco
Lodola. Luci Blu".
La collezione inedita dell'artista espone sculture luminose e bozzetti ispirati all’Arma dei
Carabinieri utilizzati per la realizzazione del Calendario Storico ed. 2025. La mostra è nata per
rendere omaggio all’Istituzione che con la sua storia di oltre due secoli è ormai diventata un
elemento iconografico che appartiene all’immaginario popolare italiano.

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Cultura

Pantelleria, domani una Festa dei Morti dolce per i bambini nella tradizione isolana

Direttore

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Domani, primo novembre, si celebra la festa di Ognissanti e Pantelleria si sta preparando per rendere il momento più dolce possibile. Infatti, stasera i bambini prima di andare a dormire, preparano, aiutati dai genitori a nascondere sotto il letto, dei contenitori.

Questi sono destinati ai morti e il gesto rappresenta comunque un sacrificio per i piccoli, sempre golosi. La tradizione vuole i classici Pupi di zucchero: cavalluccio per il maschietto, ballerina per la femminucia.

Come ci spiega ironicamente la nostra chef, Giuseppa Lo Pinto: “Ora i morti si sono rimodernati, ora portano una serie di merendine e dolcetti di nuova generazione senza, tuttavia dimenticare la frutta Martorana e le castagne.”

Al mattino è quasi come a Natale: una piccola rivoluzione prende vita in casa mossa dall’eccitazione per il ritrovamento gustoso. Il giorno di tutti i Santi, noto popolarmente anche come Ognissanti è una festa cristiana che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i santi.

La solennità del calendario liturgico romano (in latino: Sollemnitas Omnium Sanctorum) cade il 1º novembre (seguita il 2 novembredalla Commemorazione dei defunti), ed è una festa di precetto; prima delle riforme di Pio XII del 1955 aveva anche una vigilia e un’ottava.

Commemorazione nella storia e scelta della data

 
“Le commemorazioni dei martiri, comuni a diverse Chiese, cominciarono ad esser celebrate nel IV secolo. Le prime tracce di una celebrazione generale sono attestate ad Antiochia, e fanno riferimento alla domenica successiva alla Pentecoste.

Questa usanza viene citata anche nella settantaquattresima omelia di Giovanni Crisostomo ed è preservata fino ad oggi dalle Chiese orientali. La ricorrenza della Chiesa occidentale potrebbe derivare dalla festa romana della Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, ovvero l’anniversario della trasformazione del Pantheon in chiesa dedicata alla Vergine e a tutti i martiri, avvenuta il 13 maggio 609 da parte di papa Bonifacio IV.

In seguito papa Gregorio III (731-741) scelse il 1º novembre come data dell’anniversario della consacrazione di una cappella a San Pietro alle reliquie “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri e confessori, e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo”.

Il 1º novembre venne decretato festa di precetto da parte del re franco Luigi il Pio nell’835, su richiesta di papa Gregorio IV e con il consenso di tutti i vescovi”.

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Cultura

La Festa di Halloween, anche la Sicilia ha una sua tradizione antica

Redazione

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Sempre più diffuso anche in Italia il rito dei festeggiamenti di
Halloween, la notte delle streghe, molto sentita da bambini ed
adulti negli Stati Uniti in particolare. 
È proprio in questo Paese infatti, che nel XX secolo ha assunto forme tanto accentuate
quanto commerciali. Dalle origini celtiche legate prevalentemente alla festa di Samhain,
celebrata la notte del 31 di ottobre, Halloween simboleggia la morte e l’occulto di cui è
tipico il simbolo della zucca con intagliata una spaventosa faccia sorridente e illuminata
dall’interno, derivante dal personaggio di Jack O’lantern.
Halloween, le origini del ‘dolcetto o scherzetto’
La festa si è poi diffusa anche in altri Paesi del mondo con manifestazioni che variano dalle
sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano per le case recitando la classica
formuletta del trick or treat, vale a dire dolcetto o scherzetto. Oggi Halloween, variante
scozzese del nome completo All Hallows’ Eve, che tradotto significa “Notte di tutti gli
spiriti sacri”, diventata una delle principali festività statunitensi, sembra abbia assunto più
che altro un carattere consumistico discostandosi progressivamente dal significato
originario, dove primeggiano festeggiamenti in costume a tema per interi weekend, così in
USA come in Irlanda, in Australia e nel Regno Unito, traslando per lo più in divertimento
per gioventù cresciuta a discapito del valore classico del “dolcetto o scherzetto”,
che pure permane.
La sua storia, risalente a tempi remoti, secondo alcuni studiosi trae origine dalla festa
romana dedicata a Pomona, dea dei frutti e dei semi o dalla festa dei
morti detta Parentalia.
La tradizione siciliana
Molto conosciuta in Sicilia un’antica tradizione che sembra essere legata a questa
derivazione minoritaria, quella in cui la fanno da padrone sulle tavole di tutti, i tipici

dolcetti di pasta di mandorle a forma di frutta chiamati appunto “frutta martorana” che,
anche in questo caso, si gustano proprio il Giorno dei Morti.
Ma c’è di più e di molto caratteristico nel nostro Paese, un rito solo siciliano. Nell’isola,
qualche giorno prima della notte del 31 ottobre tutti i bambini scrivono una letterina ai
propri cari defunti descrivendo per bene quali doni, giocattoli o altro di ogni genere che
sia, desiderano ricevere in regalo e la nascondono da qualche parte per casa.
Posto buono può essere sotto il tavolo in cucina così come tra un libro sulla scrivania della
propria cameretta. La sera del 31 poi, bisogna nascondere con cura una scodella, meglio se
bella ampia, che verrà riempita accuratamente con dolci tipici del momento e a farla da
padrone, ovviamente, la frutta martorana che delizia il palato di grandi e piccini e
conosciuta in tutto il mondo. Una brutta copia ne è ad esempio il marzapane. Ed ecco che
la mattina del 1° novembre, alla buon’ora, tutti giù dal letto alla ricerca in giro per la casa,
tra tende, poltrone e tavolini, dei tanto attesi dolcetti e regali e poi di corsa con i genitori al
cimitero a ringraziare il proprio benefattore. E guai per chi non é stato un bambino buono,
attenzione, durante la notte qualche spiritello malvagio potrebbe venire a farvi dispetti
come grattugiarvi i piedi o riempire la vostra scodella con cipolle, aglio e carbone invece
che con i golosi dolci.

Salvatore Battaglia
Accademia delle Prefi

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