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Cultura

I cognomi dell’isola di Pantelleria / XXIII parte Da Merino a Monsuai

Orazio Ferrara

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MERINO / MIRINO Merino è un cognome di origine spagnola, precisamente della Castiglia. Arma: Cuartelado 1 y 4: en plata, un águila de sable exployada; Cuartelado 2 y 3: en gules, nueve roeles en oro (Inquartato 1 e 4: d’argento, un’aquila di nero ad ali spiegate; Inquartato 2 e 3: di rosso, nove rotelle d’oro). Sono militari al momento dello sbarco in Pantelleria. Il soldato Giovanni Merino è presente ad un battesimo in data 7 ottobre 1588, mentre il caposquadra o capural Francesco Merino è nominato in un battesimo del 26 maggio 1621. Il soldato Juan o Giovanne Merino e sua moglie Francisca, viventi nella città murata di Pantelleria nella seconda metà del ‘500, hanno tre figli: Juan, Giovanna e Francesco. Juan Merino, divenuto anch’egli milite della guarnigione, si sposa il 3 settembre 1623 (domenica) con donna Juana o Joanna Garsia, figlia di Juan Garsia e tale Leonarda. Da quest’ultimo matrimonio nascono Gabriele Merino, Francesca Merino, Stefano Merino, Pasqua Merino e Antonia Merino. Francesca Merino si sposa il 13 giugno 1649 (domenica) con il milite Francesco Monsuai, con il quale procrea Maria Monsuai, che andrà poi in sposa a Giovanni Valenza in data 10 febbraio 1675 (domenica).

MODICA Famiglia di origini siciliane. Arma: D’azzurro, col capo d’oro caricato da un elmo di verde con svolazzi del medesimo. Il capostipite in Pantelleria dovrebbe essere Giovanni Modica o di Modica, che compare nel battesimo del 21 aprile 1584. In tale atto è soprannominato “Barreri”, probabilmente derivante dallo spagnolo “barrero” nel significato di “vasaio”. Giovanni Modica è sposato con tale Caterina, da cui ha avuto Antonia, Leonardo e Domenica. Antonia Modica si sposa il 26 maggio 1608 (lunedì) con Tommaso Busetta. Domenica Modica contrae matrimonio con Cristoforo Melis in data 14 agosto 1617 (lunedì). Leonardo Modica si sposa il 2 gennaio 1614 (giovedì) con Giovanna Pandolfo, da cui ha Giovanni Modica, che poi il 9 marzo 1635 (venerdì) si sposa con Barbara Casano. Da quest’ultima coppia nascono Antonia Modica e Lazzaro Modica. Il soldato Celestino Modica, nato a Pantelleria il 22 maggio 1921, è dichiarato disperso/morto in data 23 giugno 1944 in Jugoslavia. Il soldato Salvatore Modica, nato a Pantelleria il 29 settembre 1915, muore per cause belliche il 26 dicembre 1940.

MONSUAI / MONSOUAI Famiglia di origini francesi o piemontesi attualmente estinta in Pantelleria, anche se tra il ’500 e il ’700 numerosi furono i nuclei familiari con questo cognome. Arrivano nell’isola con i soldati di guarnigione del Tercio spagnolo. Il capostipite sembra sia stato il sergente Giovanni Ambrosio Monsuai che sposa certa Francesca, da cui nascono Antonio, Caterina e Pietro. Caterina Monsuai sposa l’11 aprile 1622 Giovanni Pavia. Pietro Monsuai sposa tale Antonia, da quest’ultimi il 24 aprile 1627 nasce Diego Monsuai, al battesimo è padrino Giovanni Salazar, capitano d’armi di Pantelleria e madrina, sua moglie, Margarita Salazar. Antonio Monsuai di Giovanni Ambrosio, nato in Pantelleria il 22 aprile 1598 sposa il 6 febbraio 1622 Antonia Pavia, figlia di Aloisio Pavia e di sua moglie Pasqua. Dalla coppia nasce Caterina Monsuai, che il 7 giugno 1637 convola a nozze con Giacomo Castiglia o del Castillo, figlio di Giovanni del Castillo e Barbara Casano. Antonio Monsuai, in seconde nozze, sposa il 13 novembre 1628 Giovanna Sinerco di Giacomo e Giovanna Bernardo. (23 – continua)

Orazio Ferrara

Foto: Arma dei Merino

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Cultura

Pantelleria – Mensa scolastica, al via affidamento servizio di refezione

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Il Comune di Pantelleria, per mezzo di avviso pubblico, avvia il procedimento di acquisizione e selezione delle candidature finalizzate all’individuazione degli operatori per l’affidamento del servizio di mensa scolastica per gli alunni della Sezione della Scuola dell’Infanzia e della classe prima della Scuola Primaria dell’Istituto Omnicomprensivo di Pantelleria,  per l’anno scolastico 2024/2025.

Il documento integrale

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Cultura

Trapani, celebrazioni della Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, dell’83° della Battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano

Redazione

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TRAPANI. CELEBRAZIONI DELLA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA DEI CARABINIERI, DEL 83° ANNIVERSARIO DELLA “BATTAGLIA DI CULQUALBER” E

DELLA “GIORNATA DELL’ORFANO”

Si è appena conclusa, presso la Basilica Maria Santissima Annunziata “Madonna di Trapani”, la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Alla messa, celebrata dal Vescovo di Trapani, S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, hanno partecipato il Vicario del Prefetto di Trapani, Dott.ssa Laura Pergolizzi, il Questore di Trapani, Dott. Giuseppe Felice Peritore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Mauro Carrozzo, il sindaco di Trapani, altre autorità Civili e Militari, i vertici delle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco oltre ai parenti dei caduti e delle vittime del dovere La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei Secoli Fedele”.
L’8 Dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza dell’Ordinario Militare d’Italia, S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione liturgica il 21 Novembre, in concomitanza della presentazione di Maria vergine al Tempio. La celebrazione di questa giornata è concomitante con la ricorrenza della Battaglia di Culqualber e la giornata dell’orfano.

LA BATTAGLIA DI CULQUALBER

Il 21 Novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culquaber. Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta nell’occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

GIORNATA DELL’ORFANO

Istituita nel 1996, rappresenta per i Carabinieri e per l’ ONAOMAC un sentito momento di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. L’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), Ente morale fondato il 15 maggio 1948, si propone di assistere gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Oggi l’ O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga un sostegno semestrale, distinto per fasce d’età, sino al compimento degli studi.

L’assistenza agli orfani disabili è a vita.

Per eventuali donazioni in favore degli orfani: C/C bancario n. 121 B.N.L. IBAN IT77Z0100503344000000000121

C/C postale n. 288019 IBAN IT35Z0760103200000000288019

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Cultura

Palermo, Ti l’Eggo: mostra ed estemporanea di Salvo Nero da Artètika. Quando il narcisismo diventa arte

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Durante la mostra l’artista realizzerà un’opera dedicata al fil rouge che unisce chi si ama
Perfetto ma non troppo, perché ogni dettaglio fuori posto fa la differenza, rendendo d’impatto un’opera dal tratto rotondo. È la caratteristica principale dello stile del pittore, fumettista, grafico e writer Salvo Nero, diviso tra il narcisismo del proprio ego e il romanticismo del legame invisibile e indissolubile che unisce due innamorati. Da venerdì 22 novembre a sabato 7 dicembre, sarà in mostra con Ti l’Eggo da Artètika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15 a Palermo. Il vernissage avverrà venerdì 22, alle ore 18,30, alla presenza dell’artista, delle galleriste Gigliola Beniamino e Esmeralda Magistrelli, del curatore, l’architetto Giorgio Lo Stimolo e del critico Massimiliano Reggiani. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso libero. Sponsor d’arte Birra Forst e Tenute Cinquanta.

Le opere in mostra per Ti l’Eggo di Salvo Nero da Artètika

Saranno trenta le opere di Salvo Nero, in mostra da Artètika per Ti l’Eggo, di varie misure, su tela, su carta e una piccola scultura. La trentunesima opera sarà realizzata in estemporanea, a partire da una tela bianca, dal giorno del vernissage a quello della chiusura dell’esposizione e sarà ispirata al fil rouge, invisibile agli occhi, che unisce chi si ama. Ci sono ritratti che emergono da fogli protocollo, tutti scarabocchiati con tanto di lista della spesa, pennelli sporchi di colore, blatte che camminano sopra lettere d’amore amare. Opere bruciate, strappate o fintamente bruciate, strappate, sporcate e stropicciate. Uova al tegamino, lampadine e mandarini, pacchi di posta, oggetti quotidiani che diventano arte. Divertente, ammiccante, riflessiva.

“Poliedrico, un po’ grafico, un po’ pubblicitario, molto artista. Salvo Nero comunica i suoi stati d’animo con una enorme facilità nel farsi capire da tutti. Dal dolore di un cuore spezzato al riguardo per l’ambiente con i racconti degli incendi” commenta la gallerista Gigliola Beniamino Magistrelli. “Oltre alla maestria del disegno – aggiunge il curatore Giorgio Lo Stimolo -, c’è molto di più, una mano, la scioltezza di chi l’arte del tratto la possiede. Un incontestabile virtuosismo, un accenno un po’ beffardo che dice guardami lo so fare, è nella mia natura. Provocatorio e talentuoso”.

Chi è Salvo Nero

Salvo Nero, pittore autodidatta palermitano classe 1984 è stato stimolato inizialmente dai cartoni animati e dai pittori della sua città natale. La sua fibra creativa si sveglia molto presto attraverso il disegno che non lascerà mai più. Si orienta verso studi di grafica pubblicitaria e si cimenta sui muri della sua città, trovando nel writing un modo d’espressione libero. Attraverso i fumetti e la scoperta dello statunitense Geof Darrow, s’innamora del dettaglio, che diviene una caratteristica essenziale della sua opera. In seguito, lascia il limite delle vignette per donarsi all’acquarello, olio e, infine, l’acrilico, che diviene il suo mezzo principale. Attraverso i disegni della pittrice inglese Jenny Saville s’innamora dell’artista conterraneo Lucian Freud. S’interessa alla pittura del reale e si dedica al grande formato, una formula che gli assicura riconoscimento e diverse mostre monografiche. Si divide tra Palermo e Cardiff, due città in cui vive e lavora attualmente.

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