Cultura
I cognomi dell’isola di Pantelleria / XXXIX parte Da Talora a Teresi
TALORA
Famiglia oggi estinta in Pantelleria, ma assai fiorente nei secoli passati. Il cognome originario, di provenienza basca (nord della Spagna), è Otalora. Il capostipite nell’isola è Francesco Otalora poi Talora, capitano d’armi della guarnigione del castello. Arma del ramo spagnolo: En plata, una encina de sinople, con dos lobos de sable a su pie, encontrados y acollarados de gules (D’argento, una quercia di verde, con due lupi di nero ai suoi piedi, affrontati e dal collare di rosso). Per la sua importanza la famiglia ha dato il nome ad una contrada isolana, Cuddia Attalora presso Rekhale (Scauri). Il capitano d’armi don Francesco Talora e sua moglie donna Francesca hanno un figlio di nome Giovanni, nato in Pantelleria il 29 ottobre 1590, che contrae matrimonio in data 4 ottobre 1622 con Giovanna Franco, figlia di Giovanni Franco e sua moglie Francesca. Un Sebastiano Talora, nato in Pantelleria da Didaco o Diego Talora e da sua moglie Giovanna, si sposa il 19 aprile 1694 (lunedì) a Senglea (la Città Invicta) dell’isola di Malta con Agata Buhagiar di anni 26, figlia di Giovanni Maria Buhagiar e di sua moglie Angelica. Buhagiar è cognome di chiara derivazione araba.
TATANIA
Cognome di origini siciliane, a volte scritto anche Tanania. Arma della famiglia: Scaccato d’argento e d’azzurro, al capo del primo caricato dall’aquila di nero. In Pantelleria li ritroviamo sul finire del Settecento con Giuseppe Tatania, nato nell’isola circa il 1792. Quest’ultimo si sposa il 7 maggio 1820 (domenica) con Angela Fortunata Raffaele, nata circa il 1799 da Diego Raffaele e da Francesca De Rodo. Da Giuseppe Tatania e sua moglie Angela Fortunata nascono: Angela Tatania (n. 1820 – m. 1900), sposata il 17 gennaio 1848 (lunedì) con Salvatore Gabriele (n. 1815 – m. 1894); Giovanni Tatania (n. 1837 – m. 1891), coniugato il 28 dicembre 1872 (sabato) in Philippeville (Constantine, Algérie) con Catherine Valenza. Giuseppe Tatania muore il 12 maggio 1871 (venerdì), all’età di 79 anni.
TERESI
Cognome di origini siciliane, diffuso in particolare nel palermitano e nel trapanese (Marsala). In Pantelleria all’inizio è annotato anche Teresio. Infatti in un battesimo del 6 novembre 1589
troviamo un Petro Teresio, ma già nei primi decenni del Seicento il cognome è nella versione Teresi. Pietro Teresio o Teresi, nato in Pantelleria circa l’anno 1555, e sua moglie Leonarda, nata circa il 1560, hanno in data 6 novembre 1589 un figlio cui pongono nome Giovanni. Questo Giovanni Teresi contrae matrimonio il 29 giugno 1614 (domenica) con Giacinta Maccotta, nata intorno al 1594 da Giovanni Maccotta e sua moglie Antonia Paola. Dalla coppia nascono: Giovanni Teresi; Antonino Teresi; Isabella Teresi, che il 5 febbraio 1639 (sabato) sposa Tommaso Busetta; Paola Teresi; Caterina Teresi; Giuseppa Teresi. Pietro Teresi muore il 22 febbraio 1619 (venerdì), all’età di 64 anni, mentre sua moglie Leonarda il 27 luglio 1647 (sabato), all’età di 87 anni. Il loro figlio, Giovanni Teresi, muore il 30 giugno 1667 (giovedì), all’età di 78 anni.
Orazio Ferrara (39 – continua)
Foto: Arma dei Talora
Cultura
Pantelleria – Mensa scolastica, al via affidamento servizio di refezione
Il Comune di Pantelleria, per mezzo di avviso pubblico, avvia il procedimento di acquisizione e selezione delle candidature finalizzate all’individuazione degli operatori per l’affidamento del servizio di mensa scolastica per gli alunni della Sezione della Scuola dell’Infanzia e della classe prima della Scuola Primaria dell’Istituto Omnicomprensivo di Pantelleria, per l’anno scolastico 2024/2025.
Il documento integrale
Cultura
Trapani, celebrazioni della Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, dell’83° della Battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano
TRAPANI. CELEBRAZIONI DELLA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA DEI CARABINIERI, DEL 83° ANNIVERSARIO DELLA “BATTAGLIA DI CULQUALBER” E
DELLA “GIORNATA DELL’ORFANO”
Si è appena conclusa, presso la Basilica Maria Santissima Annunziata “Madonna di Trapani”, la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.
Alla messa, celebrata dal Vescovo di Trapani, S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, hanno partecipato
il Vicario del Prefetto di Trapani, Dott.ssa Laura Pergolizzi, il Questore di Trapani, Dott. Giuseppe
Felice Peritore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Mauro Carrozzo, il sindaco
di Trapani, altre autorità Civili e Militari, i vertici delle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco oltre ai
parenti dei caduti e delle vittime del dovere
La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata
alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri
che ha per motto: “Nei Secoli Fedele”.
L’8 Dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza dell’Ordinario Militare
d’Italia, S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis
Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione liturgica il 21 Novembre, in concomitanza
della presentazione di Maria vergine al Tempio.
La celebrazione di questa giornata è concomitante con la ricorrenza della Battaglia di Culqualber e
la giornata dell’orfano.
LA BATTAGLIA DI CULQUALBER
Il 21 Novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culquaber. Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta nell’occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.
GIORNATA DELL’ORFANO
Istituita nel 1996, rappresenta per i Carabinieri e per l’ ONAOMAC un sentito momento di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. L’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), Ente morale fondato il 15 maggio 1948, si propone di assistere gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Oggi l’ O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga un sostegno semestrale, distinto per fasce d’età, sino al compimento degli studi.
L’assistenza agli orfani disabili è a vita.
Per eventuali donazioni in favore degli orfani: C/C bancario n. 121 B.N.L. IBAN IT77Z0100503344000000000121
C/C postale n. 288019
IBAN IT35Z0760103200000000288019
Cultura
Palermo, Ti l’Eggo: mostra ed estemporanea di Salvo Nero da Artètika. Quando il narcisismo diventa arte
Durante la mostra l’artista realizzerà un’opera dedicata al fil rouge che unisce chi si ama
Perfetto ma non troppo, perché ogni dettaglio fuori posto fa la differenza, rendendo d’impatto un’opera dal tratto rotondo. È la caratteristica principale dello stile del pittore, fumettista, grafico e writer Salvo Nero, diviso tra il narcisismo del proprio ego e il romanticismo del legame invisibile e indissolubile che unisce due innamorati. Da venerdì 22 novembre a sabato 7 dicembre, sarà in mostra con Ti l’Eggo da Artètika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15 a Palermo. Il vernissage avverrà venerdì 22, alle ore 18,30, alla presenza dell’artista, delle galleriste Gigliola Beniamino e Esmeralda Magistrelli, del curatore, l’architetto Giorgio Lo Stimolo e del critico Massimiliano Reggiani. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso libero. Sponsor d’arte Birra Forst e Tenute Cinquanta.
Le opere in mostra per Ti l’Eggo di Salvo Nero da Artètika
Saranno trenta le opere di Salvo Nero, in mostra da Artètika per Ti l’Eggo, di varie misure, su tela, su carta e una piccola scultura. La trentunesima opera sarà realizzata in estemporanea, a partire da una tela bianca, dal giorno del vernissage a quello della chiusura dell’esposizione e sarà ispirata al fil rouge, invisibile agli occhi, che unisce chi si ama. Ci sono ritratti che emergono da fogli protocollo, tutti scarabocchiati con tanto di lista della spesa, pennelli sporchi di colore, blatte che camminano sopra lettere d’amore amare. Opere bruciate, strappate o fintamente bruciate, strappate, sporcate e stropicciate. Uova al tegamino, lampadine e mandarini, pacchi di posta, oggetti quotidiani che diventano arte. Divertente, ammiccante, riflessiva.
“Poliedrico, un po’ grafico, un po’ pubblicitario, molto artista. Salvo Nero comunica i suoi stati d’animo con una enorme facilità nel farsi capire da tutti. Dal dolore di un cuore spezzato al riguardo per l’ambiente con i racconti degli incendi” commenta la gallerista Gigliola Beniamino Magistrelli. “Oltre alla maestria del disegno – aggiunge il curatore Giorgio Lo Stimolo -, c’è molto di più, una mano, la scioltezza di chi l’arte del tratto la possiede. Un incontestabile virtuosismo, un accenno un po’ beffardo che dice guardami lo so fare, è nella mia natura. Provocatorio e talentuoso”.
Chi è Salvo Nero
Salvo Nero, pittore autodidatta palermitano classe 1984 è stato stimolato inizialmente dai cartoni animati e dai pittori della sua città natale. La sua fibra creativa si sveglia molto presto attraverso il disegno che non lascerà mai più. Si orienta verso studi di grafica pubblicitaria e si cimenta sui muri della sua città, trovando nel writing un modo d’espressione libero. Attraverso i fumetti e la scoperta dello statunitense Geof Darrow, s’innamora del dettaglio, che diviene una caratteristica essenziale della sua opera. In seguito, lascia il limite delle vignette per donarsi all’acquarello, olio e, infine, l’acrilico, che diviene il suo mezzo principale. Attraverso i disegni della pittrice inglese Jenny Saville s’innamora dell’artista conterraneo Lucian Freud. S’interessa alla pittura del reale e si dedica al grande formato, una formula che gli assicura riconoscimento e diverse mostre monografiche. Si divide tra Palermo e Cardiff, due città in cui vive e lavora attualmente.
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