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Cultura

Lo Zibibbo e Pantelleria

Nicoletta Natoli

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pantelleria zibibbo

Uva da vino, uva da mangiare, uva da appassire.

Questo è lo zibibbo, la vite ad alberello che contraddistingue l’isola di Pantelleria, e che dal 2014 può vantare di essere la prima pratica agricola inserita nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’UNESCO. Tale procedimento viene definito un’agricoltura eroica, per la tipicità della coltura e per il fatto che si sviluppa in condizioni climatiche complesse, a causa di una ventosità costante, di scarse precipitazioni e di una grande umidità.

La sua capacità di adattamento ha consentito allo zibibbo di fiorire nell’area mediterranea per centinaia di secoli senza subire modifiche significative. Chiamato anche Moscato d’Alessandria, ha le sue radici nella civiltà dell’Antico Egitto, dove, secondo alcune testimonianze archeologiche, tra il 3000 e il 2890 a.C. la vinificazione veniva praticata sulle sponde del Nilo. Questo processo nel corso del tempo assunse una rilevanza economica e culturale, come dimostrato da un affresco tombale conservato a Tebe in cui sono ritratte tutte le sue fasi, a partire dalla vendemmia fino al trasporto delle imbarcazioni lungo il fiume.

Attorno all’800-700 a.C., lo zibibbo fu esportato dai Fenici nella Sicilia occidentale e dai Greci nell’Italia meridionale, mentre durante l’Impero romano si diffuse in altre regioni del Sud Europa.

Furono invece gli arabi a introdurlo a Pantelleria, ed è dalla loro denominazione zabīb, che significa uva passita, che deriva il nome attuale. Nonostante i musulmani considerino il vino qualcosa da evitare assolutamente, lo zibibbo riuscì a sopravvivere a questo divieto durante la dominazione islamica, e così venne coltivato a scopo di vinificazione e per arricchire delle preparazioni culinarie con i suoi frutti appassiti.

Oggi lo zibibbo viene coltivato anche al di fuori dell’Europa, ad esempio in California, in Australia e in Sudafrica, ma il cuore della sua produzione in Sicilia fa sempre rima con Pantelleria.

Nicoletta Natoli

 

Mi chiamo Nicoletta Natoli e sono nata a Palermo il 22 gennaio del 1982. Ho sempre sognato di lavorare nel campo delle lingue straniere, e ho avuto la fortuna di riuscirci diventando una traduttrice, anche grazie ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuta in tutte le mie scelte. Le mie più grandi passioni sono la musica, il calcio, i viaggi, la lettura, le serie TV e tutto ciò che riguarda la Spagna. Poco tempo fa la frequentazione di un corso di scrittura ha fatto nascere dentro di me la voglia di raccontarmi e di raccontare agli altri, e sono molto grata di avere l’opportunità di poterlo fare.

Cultura

25 Aprile – Festa della Liberazione: Comune di Pantelleria “Custodire e onorari la Costituzione”

Redazione

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A 80 anni dalla nascita della Repubblica Italiana, il Comune di Pantelleria così commemora la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Oggi celebriamo il valore della libertà, la forza della democrazia e il coraggio di chi ha lottato per restituire all’Italia la dignità e la pace.
Il Comune di Pantelleria si unisce al ricordo di tutte le donne e gli uomini che hanno contribuito alla Liberazione del nostro Paese dall’oppressione nazifascista.
È grazie al loro sacrificio se oggi viviamo in una Repubblica fondata sulla libertà, sulla giustizia e sulla partecipazione.
Rinnoviamo il nostro impegno quotidiano per custodire e onorare quei valori che sono alla base della nostra Costituzione.
Viva il 25 Aprile. Viva la Libertà.

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Cultura

Papa Francesco, diocesi si raccogli in cattedrale. Vescovo “Lo sentiamo vivo in mezzo a noi, voce che ancora ci sussurra!

Matteo Ferrandes

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Monsignor Giurdanella ha ricordato i due incontri col Santo Padre
«Papa Francesco amava ricordarci che “Dio ci precede sempre, anche nel dolore, nella
sofferenza, nell’incomprensione”, e oggi lo sentiamo vivo in mezzo a noi, pellegrino tra i
pellegrini, compagno del nostro cammino, voce che ancora ci sussurra: non abbiate paura di
lasciarvi ardere dal Vangelo». È questo uno dei passaggi dell’omelia del Vescovo monsignor
Angelo Giurdanella pronunciata ieri sera in Cattedrale a Mazara del Vallo durante la santa
messa in ricordo di Papa Francesco. La Diocesi ieri sera si è raccolta per una preghiera in
suffragio del Santo Padre scomparso lunedì scorso. Insieme al Vescovo hanno concelebrato
monsignor Vito Rallo, Arcivescovo titolare di Alba e già Nunzio apostolico in Marocco, il
Vescovo emerito monsignor Domenico Mogavero e il clero di tutta la Diocesi. «Francesco ha
sognato un mondo dove la Chiesa “esce” – ha detto monsignor Giurdanella – “si sporca le
mani”, si fa “ospedale da campo”, lui si è messo in viaggio con noi fino alla fine, perché uno
riceve la vita quando la dona, quando la spendi». Il Vescovo ha aggiunto: «Anche noi
abbiamo riconosciuto Cristo nei gesti di Papa Francesco: nello spezzare il tempo per gli
ultimi, nell’abbraccio dato a un malato, nel pianto silenzioso davanti al dolore del mondo, al
chinarsi a lavare i piedi dei piccoli della storia».
IL RICORDO DEGLI INCONTRI – Monsignor Angelo Giurdanella, durante l’omelia, ha
ricordato i due momenti in cui ha incontrato Papa Francesco. Il primo 8 anni addietro: «Mi
arrivò una telefonata del suo segretario che mi invitava a presentarmi a Santa Marta per
concelebrare la santa messa col Santo Padre – ha detto – per farmi riconoscere mi fu detto di
mettermi in coda alla fila. Quell’incontro era per consegnarmi una persona a cui lui teneva e
che era in uno stato di bisogno. E mi disse in quale piazza a Roma dovevo incontrarlo e come
dovevo farmi riconoscere. Un amore personale: il Papa che ha la cura della Chiesa universale
riesce a fermarsi anche per una sola persona». Il Vescovo ha ricordato anche l’ultimo
incontro, a febbraio scorso, in occasione del pellegrinaggio diocesano a Roma: «Al termine
dell’udienza del mercoledì, noi Vescovi presenti andammo a salutarlo, ero per ultimo e dissi a
lui: “Santità, la Chiesa di Mazara le vuole bene, la segue e prega per lei. Lui mi ha
accarezzato la mano, mi ha guardato negli occhi con un sorriso che era una benedizione per la
nostra Chiesa». Alla celebrazione di ieri sera erano presenti anche rappresentanti delle Forze
dell’ordine, il vicario del Prefetto di Trapani, una squadra di vigili del fuoco e un gruppo di
volontari sanitari.

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Cultura

“Live in Pantelleria”, concerto di Sonik rinviato al 30 aprile

caterina murana

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L’Amministrazione Comunale di Pantelleria informa la cittadinanza e i visitatori che il concerto inizialmente previsto per il 26 aprile 2025, nell’ambito del progetto artistico “Live in Pantelleria”, è stato posticipato a mercoledì 30 aprile 2025.

L’evento, organizzato dall’artista Sonik, si svolgerà a partire dalle ore 22.30 sul lungomare di Pantelleria, in via Borgo Italia. Dalle ore 20.00, il pubblico sarà accolto da un intrattenimento musicale che anticiperà il concerto, creando un’atmosfera vivace e coinvolgente.

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