Cultura
Lo Zibibbo e Pantelleria
Uva da vino, uva da mangiare, uva da appassire.
Questo è lo zibibbo, la vite ad alberello che contraddistingue l’isola di Pantelleria, e che dal 2014 può vantare di essere la prima pratica agricola inserita nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’UNESCO. Tale procedimento viene definito un’agricoltura eroica, per la tipicità della coltura e per il fatto che si sviluppa in condizioni climatiche complesse, a causa di una ventosità costante, di scarse precipitazioni e di una grande umidità.
La sua capacità di adattamento ha consentito allo zibibbo di fiorire nell’area mediterranea per centinaia di secoli senza subire modifiche significative. Chiamato anche Moscato d’Alessandria, ha le sue radici nella civiltà dell’Antico Egitto, dove, secondo alcune testimonianze archeologiche, tra il 3000 e il 2890 a.C. la vinificazione veniva praticata sulle sponde del Nilo. Questo processo nel corso del tempo assunse una rilevanza economica e culturale, come dimostrato da un affresco tombale conservato a Tebe in cui sono ritratte tutte le sue fasi, a partire dalla vendemmia fino al trasporto delle imbarcazioni lungo il fiume.
Attorno all’800-700 a.C., lo zibibbo fu esportato dai Fenici nella Sicilia occidentale e dai Greci nell’Italia meridionale, mentre durante l’Impero romano si diffuse in altre regioni del Sud Europa.
Furono invece gli arabi a introdurlo a Pantelleria, ed è dalla loro denominazione zabīb, che significa uva passita, che deriva il nome attuale. Nonostante i musulmani considerino il vino qualcosa da evitare assolutamente, lo zibibbo riuscì a sopravvivere a questo divieto durante la dominazione islamica, e così venne coltivato a scopo di vinificazione e per arricchire delle preparazioni culinarie con i suoi frutti appassiti.
Oggi lo zibibbo viene coltivato anche al di fuori dell’Europa, ad esempio in California, in Australia e in Sudafrica, ma il cuore della sua produzione in Sicilia fa sempre rima con Pantelleria.
Nicoletta Natoli
Cultura
Come vivevano gli antichi greci? La Valle dei Templi ci regala uno scorcio della loro quotidianità
Come vivevano gli antichi greci? La Valle dei Templi ci regala uno scorcio della loro quotidianità
“Erano soprattutto le donne a passare molto tempo in casa, occupandosi di attività come la tessitura. Ma anche gli uomini vi trascorrevano parecchio tempo”
di Francesca Zavettieri da Meteoweb.eu
“Chi si avventura tra i resti di una città o visita un museo“, spiega Sciarratta all’AGI, direttore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, il più grande parco archeologico d’Europa, “spesso desidera scoprire, guardando un cratere (un antico vaso usato per mescolare vino e acqua durante i banchetti, ndr), chi fossero e cosa facessero i proprietari di quel manufatto, com’era la vita nella città in quel periodo. Abbiamo la fortuna di aver trovato testimonianze straordinariamente ben conservate di un’epoca ricca di vitalità, che oggi possiamo raccontare e far vedere grazie a cantieri aperti al pubblico“. Questo approccio didattico e scientifico accompagna il racconto della storia antica, che prende forma attraverso progetti educativi destinati a bambini e ragazzi, e si esprime anche attraverso il Giardino della Kolymbetra. Qui, il paesaggio e le colture locali producono vini, oli, farine e, più recentemente, un panettone arricchito con canditi e mandorle, tutto firmato Valle dei Templi. “Questo panettone“, afferma Sciarratta, “racconta 2.600 anni di storia“.
Dal 2019, gli archeologi si sono concentrati sull’area residenziale a nord della Via Sacra. “In questa zona sorgeva la città antica, che non si estese mai durante l’epoca romana“, sottolinea Parello. La ricerca è iniziata con dei sondaggi esplorativi per l’installazione di una nuova conduttura idrica. Da quel momento, gli esperti hanno acquisito una conoscenza più approfondita della topografia e della struttura urbanistica della città, scoprendo come fosse organizzata in isolati e cosa accadesse nelle strade e all’interno delle abitazioni, dove si svolgeva la maggior parte della vita quotidiana greca.
“Erano soprattutto le donne“, aggiunge l’archeologa, esperta nello studio delle abitazioni greche, “a passare molto tempo in casa, occupandosi di attività come la tessitura. Ma anche gli uomini vi trascorrevano parecchio tempo“. A volte, giocando a dadi. Il dado ritrovato, infatti, “è un altro piccolo frammento di vita quotidiana“. “Il gioco dei dadi“, sottolinea Parello, “era parte integrante della cultura greca, e possiamo vederne una rappresentazione in diversi vasi, tra cui il più celebre, quello di Exekias, che mostra Achille e Aiace intenti a giocare. I due eroi lanciavano i dadi, sfidandosi e rilassandosi prima o dopo le battaglie“. Allo stesso modo, gli abitanti di Akragas si concedevano momenti di riposo, “stando in compagnia“, dopo una giornata di fatica, come quella impiegata nella ristrutturazione delle loro case.
Cultura
Pantelleria, Aspettando San Martino “SFINCI & VINO” gratis, domani dalle 16:00 a mezzanotte
2° Serata “SOTTO IL CIELO DEL CORSO”
> ASPETTANDO SAN MARTINO < > “SFINCI & VINO” <
Domenica 10 novembre 2014 dalle ore 16:00 a mezzanotte
San Martino, un personaggio famoso per il suo altruismo, è festeggiato in tutta l’Europa.
Quest’anno in occasione dell’onomastico il Circolo Culturale Corso Umberto (in fondazione) ha dato vita alla festa “Aspettando San Martino” che si svolgerà l’10 Novembre 2024 dalle ore 16 fino a mezzanotte in Corso Umberto (con chiusura della strada dall’ex Hotel Miriam alle scuole elementari).
Gereon Pilz van der Grinten, pantesco d’adozione, di origine tedesco-olandese, racconta che in Renania-Westfalia c’è l’usanza che nei giorni precedenti la festa di San Martino si svolga nei centri storici una sorta di fiaccolata, in cui tutti possono partecipare, le scolari e gli studenti – dalle scuole elementari alle superiori.
Sono processioni piuttosto pittoresche e vengono generalmente accolte da tutta la comunità dei centri.
Quest’anno proporre di “adottare” questa usanza a Pantelleria coinvolgendo i giovani studenti. Il Comune di Pantelleria ha accolto con favore l’iniziativa e si è prestato di patrocinare.
Nel pomeriggio e sera di domenica 10 novembre si svolgerà un corso per costruire una piccola lanterna di San Martino nell’aiuola dietro il castello (e in caso di breve pioggia verrà spostata nella Pinacoteca di Corso Umberto 50 – Sede del Comitato “Don Cola”).
Carole Bernardo propone questa attività creativa e divertente, impostando temi per la decorazione di queste lanterne a seconda del gruppo, oppure gli studenti possono suggerire temi individuali.
Realizzare queste luci in un’ora porta molta gioia a bambini, studenti e persino adulti.
Le fiaccolate che si svolgono alla vigilia del giorno di San Martino in Germania sono molto amate e ambite ogni anno dagli abitanti. Successivamente a tutti i bambini partecipanti viene solitamente regalato il cosiddetto “Cono di Martino” contenente dolci tradizionali, Muuzen (simile ai “Sfinci”), noci e frutta.
Un tempo le lanterne venivano illuminate con una piccola candela. Oggi vengono appesi a pali corti e illuminati dall’interno con un luce a LED che verrà dato in omaggio a ogni partecipante, piccolo o grande che sia
La fiaccolata viene celebrata insieme da tutte le classi scolastiche e solitamente si conclude con un piccolo falò di San Martino.
Al posto del “Cono di Martino” il Corso offrirà, con il sostegno dell’ormai mitica associazione “La Mulattiera”, “SFINCI & VINI” lungo tutto il Corso Umberto I con la partecipazione di tutti i negozianti, da Pina Marino – Vivere Pantelleria – Le Vanità di Camille – MR crea di Tania – Glutiniamo free – Studio La Francesca – Studio Lo Pinto a Studio e Galleria Gereon Pilz van der Grinten. – Non mancherà naturalmente la musica.
Vi aspettiamo numerosi – I negozio saranno tutti aperti > È vivo il Corso! Viva Pantelleria!
Cultura
Leali per Pantelleria, interrogazione su ritardi mensa scolastica. In Consiglio Comunale il regolamento
Il gruppo consiliare Leali Per Pantelleria, ha presentato un’interrogazione al sindaco e all’assessore alla Pubblica istruzione avente per oggetto i ritardi nell’apertura della mensa scolastica e quindi la mancata attivazione del tempo pieno nelle classi prime della scuola primaria e dell’infanzia
“Il tempo prolungato a scuola, ovvero l’attivazione del tempo pieno, è un elemento fondamentale per migliorare la qualità dell’istruzione e per rispondere alle esigenze delle famiglie – dichiara il movimento Leali per Pantelleria -. Una misura di welfare necessaria anche per implementare l’occupazione femminile”.
Con un orario prolungato, gli studenti hanno più tempo per approfondire gli studi.
Offrendo una scuola che accompagna i bambini per tutta la giornata, si riduce il rischio di abbandono scolastico precoce. Per non parlare del fatto che il tempo prolungato favorisce la socializzazione tra gli studenti.
La mancata apertura della mensa scolastica di fatto impedisce l’attivazione del tempo prolungato. Nella seduta del 12 Novembre finalmente arriva in aula il regolamento per la mensa scolastica del comune di Pantelleria, e nonostante i ritardi, ci auguriamo- conclude nella nota il gruppo consiliare Leali per Pantelleria- che una volta approvato il regolamento possa partire sin da subito il servizio mensa e quindi l’applicazione del tempo pieno.
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