Cultura
Novità in libreria: Noemi Beccaria, “La Bellezza e il suo appello pro-vocante. Un percorso filosofico e teologico”, Ed. Progetto Accademia
L’idea di sviluppare una riflessione filosofico-teologica sul tema del Bello nasce da un’esperienza personale dell’autrice: un viaggio ad Assisi, che rappresenta l’incontro con la Bellezza che trasfigura e fa risorgere. L’intento del lavoro non è quello di sostituire la logica e l’etica con l’estetica, ma rendere ragione di come il bello sia il modo in cui il bene di Dio si dona e può essere compreso dall’uomo come vero.
Le tappe in cui si snoda l’argomentazione sono quattro. Il primo capitolo si caratterizza per un confronto costante con Jean-Louis Chrétien e perciò ha un approccio maggiormente filosofico. Il perno attorno a cui ruota è il rapporto tra la Bellezza trascendente e la bellezza immanente delle cose sensibili. Il secondo capitolo è interamente dedicato a Gesù di Nazaret e al Regno di Dio da lui annunciato. Dialogando con Gerhard Lohfink, si rileva non solo la bontà ma anche la bellezza del Regno dei Cieli, che Gesù paragona ad un tesoro e ad una perla preziosa, il cui fascino permette di vendere, con gioia e senza alcun rammarico, tutto ciò che si possiede.
La terza tappa ha per oggetto lo stile ecclesiale. Se all’origine della fede sta la seduzione, allora il cristianesimo, prima di essere una dottrina o un’etica, è uno stile, ossia una maniera di abitare il mondo radicata nel rapporto con Cristo.
Infine, all’interno del quarto capitolo, nella direzione dell’orizzonte indicato dall’Evangelii gaudium, l’opera presenta un approfondimento riguardo al nesso inscindibile tra l’accoglienza del Regno e l’accadimento salvifico. Aderire all’Evangelo significa non solo vivere un’esperienza di salvezza nella storia personale, ma aprire un itinerario soteriologico nella storia collettiva: quello della fraternità eccedente, in cui la dimensione antropologica e quella teologale s’intersecano inestricabilmente.
La Bellezza che salverà il mondo non sarà l’estetica-anestetizzante della contemplazione passiva, ma la Bellezza pro-vocante di un nuovo modo di stare nella vita e di abitare la città, il quale non genera quiete e pace interiore, ma al contrario produce un forte senso di inquietudine e di incompletezza, che ci rivela ciò che siamo realmente: mendicanti d’amore, bisognosi degli altri e dell’Altro per ricevere noi stessi, assetati di senso, di legami fraterni e di un mondo più umano.
NOEMI BECCARIA, nata nel 1993, risiede a Narzole (CN). Si è laureata in Scienze dell’Educazione nel 2015 e ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose nel 2017. Inoltre, nel 2019 ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Fossano. Attualmente è iscritta al biennio specialistico di Licenza in Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano. Lavora come docente di Religione Cattolica presso la scuola statale.
Cronaca
Pantelleria – Filippo Panseca, il cordoglio del Sindaco
Il Comune di Pantelleria piange la scomparsa di Filippo Panseca, artista visionario e cittadino amato
Con grande tristezza, l’Amministrazione Comunale di Pantelleria si unisce al dolore per la scomparsa di Filippo Panseca, uno degli artisti più innovativi e significativi del panorama culturale internazionale.
Filippo è deceduto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità pantesca, che lo ha sempre accolto con affetto e stima.
Filippo Panseca ha scelto Pantelleria come sua casa, un luogo dove ha voluto invecchiare e dove ha continuato a realizzare opere che univano arte, tecnologia e riflessione sociale.
La sua visione artistica e il suo impegno culturale hanno segnato una generazione e hanno trasformato l’isola in un luogo di ispirazione per molti artisti e visitatori provenienti da tutto il mondo.
La sua arte, capace di fondere l’innovazione tecnologica con la tradizione, ha portato Pantelleria a essere conosciuta anche per il suo contributo alla cultura contemporanea.
Il cordoglio del Sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona
Filippo Panseca non era solo un artista, ma un pantesco di adozione. La sua arte e il suo spirito indomito hanno arricchito il nostro territorio e ci hanno insegnato quanto sia importante il legame tra arte, natura e innovazione.
Filippo ha fatto di Pantelleria un punto di riferimento per la cultura, un angolo del mondo dove la bellezza non si fermava mai.
La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le sue opere, che resteranno per sempre nella memoria collettiva di tutti noi.
A nome di tutta l’Amministrazione Comunale e della comunità di Pantelleria, esprimiamo il nostro più sentito cordoglio e siamo vicini alla sua famiglia in questo momento di grande dolore.
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Pantelleria perde un artista, un amico e un conoscitore devoto e raffinato
E’ morto all’età di 84 anni, Filippo Panseca, l’istrionico artista palermitano, naturalizzato per tutta la sua carriera a Milano.
Tuttavia, aveva conosciuto Pantelleria, negli anni ’70, dove ha vissuto gli ultimi anni, fino alla fine, avvenuta questa notte.
Inutile l’intervento presso l’Ospedale Nagar: un infarto letale si è preso gioco di lui e l’ha strappato all’affetto dei suoi cari, i figli, la nipotina figlia di Giorgia, la moglie.
Era così legato alla nostra isola che non solo si è trasferito come molti fanno per ritrovare se stessi o vivere con una scadenza della vita diversa, ma anche per continuare a dare libero sfogo alla sua creatività, alla sua vena artistica.
Aveva creato un villaggetto, presso i sesi, e poi un museo, dove raccoglieva il suo sapere e la sua generosa vitalità.
Ci aveva colpito in molte occasioni, per la sua indole, ma sapere che era stato il creatore del garofano come simbolo del Partito Socialista di Bettino Craxi, oltre che della piramide multimediale per i comizi del premier, avevano dato spiegazioni a molte domande sull’essenza di Panseca, lo spessore dell’artista e l’animo di quell’uomo, dai capelli lunghi e i kaftani indossati con quello stile e quella amabilità che lo hanno reso da sempre unico.
Il cordoglio sui social si sta arricchendo di ora in ora, parlando della genialità e della simpatia, della preparazione e della capacità sociale di Filippo Panseca.
Tra tutti cogliamo quello di Bobo Craxi: “Filippo Panseca lascia un segno nell’arte contemporanea. il suo eclettismo ha saputo unire il gesto d’artista all’impegno civile.
Piango l’amico caro, il compagno, l’uomo che ha vissuto il suo tempo ed ha disegnato e immaginato l’Italia da Pantelleria a Milano, passando per Rimini e Palermo.”
Le condoglianze più sentite dalla nostra redazione, che negli anni si è arricchita di contenuti grazie al M° Filippo Panseca.
Cultura
Il Cous Cous Fest ad Algeri per la Settimana della cucina italiana nel mondo
Due chef di San Vito Lo Capo, in rappresentanza dell’Italia, vincono la gara di cous cous con il team locale
Il Cous Cous Fest è sbarcato ad Algeri per la nona edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo organizzata dall’Ice in collaborazione con l’Ambasciata italiana in Algeria e l’Istituto italiano di cultura di Algeri. Antonio Vultaggio e Calogero Bascio, chef di San Vito Lo Capo, sono i testimonial scelti per rappresentare l’Italia nell’ambito dell’iniziativa, un appuntamento annuale organizzato dal Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale con il supporto dell’Agenzia ICE per il commercio estero, volta a valorizzare la tradizione culinaria italiana nel mondo e le eccellenze del settore agroalimentare ed enogastronomico italiano, sostenendo le esportazioni del settore.
“Si tratta di un’importante occasione – ha detto il sindaco di San Vito Lo Capo, Francesco La Sala – per fare conoscere la cultura, i sapori e la tradizione gastronomica siciliana che rendono San Vito Lo Capo e il Cous Cous Fest due eccellenze italiane e per celebrare le comuni radici mediterranee che legano l’Italia all’Algeria”.
La settimana si è aperta con una cena inaugurale, che si è svolta nella residenza dell’Ambasciatore italiano in Algeria, Alberto Cutillo. I due chef sanvitesi hanno partecipato anche ad una competizione di cous cous che ha messo a confronto la tradizione italiana con quella algerina, aggiudicandosi la vittoria sul team di chef locali. Diversi gli appuntamenti in programma che racconteranno, anche a tavola, il rapporto tra dieta mediterranea e cucina delle radici, creando un ponte tra culture diverse ma con tanti punti in comune.
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