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Nuova Pallacanestro Marsala, è vittoria con Siracusa Basket per 76-65
Incontro combattuto l’ultimo del 2024 in casa tra marsalesi e aretusei in uno scontro diretto concluso con la quarta vittoria stagionale per i ragazzi di coach Grillo
Marsala 22/12/2024 – Ultimo incontro del 2024 felice per la Nuova Pallacanestro Marsala, che nella 12esima giornata del girone di andata della Serie C raccoglie due punti importanti nello scontro diretto contro Siracusa Basket vincendo per 76-65 e bissando il successo del sabato degli U17 Eccellenza locali che si sono imposti sui pari categoria siracusani per 70-59.
L’avvio del primo quarto è positivo per gli ospiti, che si portano in avanti con Zerilli e Gojkovic, ma dopo pochi minuti i locali trovano il giusto ritmo e grazie ad un Miculis padrone sotto le plance sia in attacco che in difesa riscattano l’avvio incerto e attuano il sorpasso portandosi fino a +7. La tripla di Gentile dà il via all’accumulo di un mini-parziale che porta alla prima sirena con il risultato di 24-19.
Nel secondo periodo i locali continuano ad avere il pallino del gioco, mentre i siracusani accusano l’impiego obbligatoriamente ridotto di Gojkovic, gravato di tre falli già nel primo quarto. Dai 6,75 Abrignani colpisce per due volte, in avvio ed in chiusura, imitato da Farruggia, mentre Tartamella si fa valere sia in fase difensiva che offensiva. Per gli ospiti sono Montanari ed Alescio a cercare di tenere viva la partita, ma si va al riposo con i marsalesi in vantaggio per 41-32.
Il riposo lungo giova ai locali, che arrivano a portarsi sul +11 a metà del terzo quarto, ma sui canestri sprecati con i tentativi dall’arco di prendere il largo subiscono la reazione del Siracusa Basket che riesce a riportarsi a -2 grazie ad Alescio, Amenta e Montanari (miglior marcatore dell’incontro con 26 punti). Miculis e Gentile dal campo e dalla lunetta consentono però agli azzurri di andare all’ultimo riposo con il punteggio di 56-51.
Nell’ultimo quarto la NPM va a segno tre volte dal perimetro con Tartamella, Farruggia e Donato e si porta a +12 dopo poco più di 5 minuti. Montanari e Parlato per gli ospiti riescono a ridurre lo svantaggio a -4 sul 69-65 con meno di un minuto alla sirena finale, ma Abrignani dalla lunetta, Donato da sotto canestro, poi Miculis e Tartamella fissano il punteggio sul risultato finale di 76-65.
La Nuova Pallacanestro Marsala tornerà in campo in trasferta il 12 gennaio contro Invicta Caltanissetta per l’ultima gara del girone di andata del Campionato 2024-25.
TABELLINO:
Nuova Pallacanestro Marsala – Basket Siracusa 76-65
Parziali: 24-19, 17-13, 15-19, 20-14.
Nuova Pallacanestro Marsala: Farruggia 11, Miculis 23, Cucchiara n.e., Abrignani 9, Donato 7, Linares, Gentile 6, Paladino n.e., Stankovic 3, Chen n.e., Tartamella 11, Niang 6. All. Grillo G.
Siracusa Basket: Carbone, La Iacona, Bonaiuto, Parlato 5, Carpinteri, Catania, Alescio 21, Montanari 26, Zerilli 2, Gresta, Gojkovic 4, Amenta 7. All. Bonaiuto G.
Cultura
Mpagnuccata siciliana: la ricetta Ragusana
La Sicilia a tavola: viaggio tra saperi e sapori con Barbara Conti
A Ragusa si prepara per Natale e anticamente le nostre nonne la servivano sulle foglie di limone appena raccolte
La Mpagnuccata siciliana cambia nome a seconda da dove viene preparata, Mapagnuccata, Impagnuccata o Pignolata, nel caso del Messimese è una ricetta della cucina povera antica che difficilmente si trova nelle pasticcerie e che rischia di essere dimenticata.
Simile agli struffoli Napoletani, le origini della Pagnuccata o (mpagnuccata) pare siano da attribuire agli Arabi (nella ricetta sono presenti miele e zucchero)
Cos’è la Pagnuccata? sono delle piccole palline di pasta ottenute dall’impasto di semola, strutto e uova che vengono prima fritte nell’olio e poi passate nel miele.La loro consistenza è croccante.
Anticamente la Mpagnuccata veniva chiamata il Torrone dei poveri, perché per il colore e la loro consistenza ricordano il colore del torrone di mandorle.
Ogni famiglia custodisce gelosamente la propria versione.
Questo dolce si prepara nel Ragusano per Natale e per Carnevale, in alcune zone della Sicilia anche per abbellire le tavole delle Cene di San Giuseppe.
Ingredienti per la Mpagnuccata
– 300 g farina di grano duro
– 200g di farina 00
– 20 ml di marsala
– 4 uova medie
– 4 cucchiai di zucchero semolato
– 300 g Miele
– 30 g Strutto
– q.b. Foglie di limone
– 500 ml di Olio semi
– Cannella in polvere 1 cucchiaino
– Buccia di una arancia – meglio se bio
– Confettini colorati per decorare
Come preparare la Mpagnuccata
1. Setacciate e versate le due farine in una ciotola capiente.
Aggiungete le uova ed impastatele con la farina. Utilizzate tanta farina quanto ne assorbono le uova, molto dipende dal peso stesso delle uova.
Farina consigliata 500 grammi.
2. Unite lo strutto a temperatura ambiente (facoltativo) infine unite il marsala e lavorate l’impasto, fino a quando non risulterà liscio
Più l’impasto sarà duro, più la pagnuccata risulterà croccante, quindi vi suggerisco di trovare una giusta via di mezzo anche con l’utilizzo delle farine.
3. Appena l’impasto risulterà liscio ed omogeneo, ricavatene dei cordoncini dello spessore di massimo uno o due centimetri.
4. Ricavate dai cordoncini con un coltello o un taglia pasta dei piccoli tocchetti. Arrotondateli e ricavatene delle palline.
5. Versate l’olio di semi in una capiente casseruola con i bordi alti e friggete le palline nell’olio ben caldo, poco per volta.
6. Appena le palline si saranno dorate (bastano due o tre minuti al massimo) trasferitele su un vassoio che avrete ricoperto con dei fogli di carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
7. In un’altra casseruola fate sciogliere il miele (temperatura 135° circa).
8. Versate la buccia dell’arancia finemente grattugiata e ripassate le vostre palline. Giratele velocemente fino a quando non si saranno impregnate completamente con il miele.
Servite la vostra Mpagnuccata a piacere su delle foglie di limone meglio se appena raccolte o su un piatto da portata con una spolverata di cannella o zuccherini colorati sopra
Buon appetito, Barbara
News
Ora sì che è Natale… la nascita ro Babinnieddu a Ragusa Ibla
Il Natale di una volta, quando la Sicilia diventava ancora più bella ma anche più gustosa…
La nascita du Bambineddu
Quannu nta lu munnu si sparsi la nutizia
c’ avia nascitu lu Bambineddu, nta la rutta e dintra na
manciatura, lu picuraru, la lavannara, lu lignamaru,
e tutti li buoni genti si parteru pi purtarci
quarchi cosa.
Lu picuraru ci purtau na fascedda china di ricotta.
La lavannara li panni e li fasci e lu
lignamaru un mazzu di ligna.
Tutti si parteru.
E si parteru puru li tri Re di l’oriorenti chi foru portati
nta la grutta di la stidda chi c’ insignava lu caminu.
Li tre Re purtaru unu oro, l’a utru incenzu e
l’autru mirra.
E dopu chi dettiru a la Maronna tutti ddi cose, foru sempre felici e cuntenti”
Riti e tradizioni in attesa du Bambineddu a notti ro Natale no quartieri ri l’Archi
Nei tempi passati nella mia amata Ibla si aspettava il Natale sin dal mese di ottobre sia per la
nascita ro bambineddu (del Bambino Gesù) ma anche per i sospirati regali e per tutte le cose
buone da mangiare…
La nonna Giovanna, a sera, seduta vicino al succetto (scaldino), tra una miniminagghia
(indovinello) e un po’ di pane brustolito nella carbonella, ci raccontava storie antiche che ci
tenevano svegli tutta la notte e alimentavano la nostra fantasia d’immagini meravigliose e lontane
nel tempo.
Dal mese di settembre in poi si cominciavano a mettere da parte tutte quelle cose che avrebbero
arricchito la mensa della Vigilia di Natale: si usava mangiare tredici cose diverse e allora si
ponevano le pere invernali in alcune ceste sopra la paglia e si lasciavano maturare.
Il 23 giugno, quando i fichi d’india sono in fiore, si usava toglierli e così anche le foglie nuove
perché in quel modo la pianta metteva nuovi frutti che maturavano verso la fine di novembre e
arrivavano anche a Natale. Si andava a controllare la pianta e si cingeva il fusto con rami di
pungitopo in modo che i topi non potessero salire e mangiarsi il frutto; si andava nella campagna
anzi per essere precisi noi la chiamavamo “a sciumara” (la fiumara perché era adiacente al fiume)
vicino ai giardini Iblei poco distante dal quartiere degli Archi ad Ibla.
L’amico di famiglia chiamato da tutti noi grandi e piccini “Mariuzzu” metteva l’uva tardiva avvolta
in sacchetti di carta e poi in quelli di stoffa e così qualche grappolo giungeva fino alla vigilia.
Certo
che oltre a trovare accorgimenti per i topi bisognava tenere sempre d’occhio noi picciuotti
(ragazzi) che, appena potevamo, facevamo sparire sempre qualcosa.
E poi c’erano quei melograni di un bel colore vermiglio e di un sapore squisito che ci facevano
venire l’acquolina in bocca a guardarli appesi al soffitto tra i grappoli dei pomodorini che noi
mangiavamo come le ciliegie.
In una cassapanca c’erano i fichi secchi che si mangiavano come le
caramelle e ci facevano sentire sazi… non esistevano ancora i supermercati o i fruttivendoli come
oggi per accontentare i desideri dei sempre attuali golosi. Era però necessario non toccare quelli
messi da parte per preparare i dolci di Natale: un impasto di fichi tagliati sottili, noci, uva passa,
mandorle, cannella e vino cotto. Il tutto era avvolto in una sfoglia di pasta decorata e cotta al
forno.
Le esperte pasticcere
La nonna Giovanna, mia Zia Maria e la Pina (mia madre) erano delle esperte pasticcere per
questo tipo di dolce; quando veniva degustato, tutti i commensali esprimevamo una corale frase
“Ora sì che è Natale”.
Quando si pelavano le mandorle mi ricordo che allungavo sempre la mano per prenderne
qualcuna e subito mi arrivava uno sguardo accigliato di mia madre che mi faceva desistere
dall’idea. E così mentre si facevano i preparativi per preparare i dolci di Natale noi aspettavamo la
sera della vigilia quando si friggevano le cialde per i cannoli da riempire con ricotta guarniti con
granella di pistacchi, scaglie di cioccolato o frutta candita… ma come diceva la nonna Giovanna
c’era una regola fondamentale da rispettare “i cannoli vanno riempiti all’ultimo momento per
godere di tutta la loro croccantezza”.
Mi ricordo che bisognava preparare della legna di ulivo per quella sera perché era la pianta
benedetta e poi si usava conservare un tizzone di quella sera per tutto l’anno perché si diceva
portasse fortuna e proteggesse la casa dagli spiriti maligni… a quei tempi quasi tutti credevamo
che gli spiriti maligni fossero sempre dietro l’angolo per prendere le nostre anime… Mio padre
Giovanni inteso “Testarossa” era uno dei pochi che non credeva né agli spiriti né a tutto ciò che
era trascendentale.
Era un magico momento quest’attesa che alimentava i nostri sentimenti e la nostra fantasia di
ricordi e di promesse che i nostri genitori ci facevano e che a volte non si potevano realizzare
perché i bisogni primari venivano prima di quelli considerati superflui.
Allora molte cose erano considerate superflue
Oggi sarebbero considerate primarie. Noi ci contentavamo lo stesso di quelle piccole sorprese che la mattina di Natale trovavamo sotto il cuscino: sacchetti di caramelle, libri di favole e dei quaderni. E poi il giorno di Natale si andava per la nostra chiesa delle Anime del Purgatorio, dove il nostro amato parroco per tutti “Padre Accetta” ci accoglieva come solo Lui sapeva fare, con amore senza fronzoli e falso buonismo e tutti ascoltavamo la messa cantata, rigorosamente in latino. Noi picciuotti (ragazzini) venivamo un po’ distratti dalla funzione religiosa perché osservavamo l’omino che permetteva la funzionalità dell’organo mediante una manovella che la faceva girare con la fatica delle sue poderose braccia. Solo per la Notte di Natale per l’occasione veniva pure mio Padre, un po’ scalpitante ma veniva, insomma la famiglia Battaglia era presente al completo, poi tutti si andava a vedere il Presepe e come di consuetudine si faceva il giro dei parenti per dare gli auguri e si ritornava a casa e si ricominciava già a pensare al Natale del nuovo anno.
Salvatore Battaglia
Presidente Accademia delle Prefi
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Lavoro – Ars approva regolamento per Bonus Occupazione fino a 40.000 euro. Caronia (NM) “Opportunità per giovani, donne e over 50 e sostegno alle imprese”
La quinta commissione dell’assemblea regionale siciliana ha approvato oggi lo schema di regolamento per l’attuazione della norma prevista in finanziaria per la concessione di bonus occupazionali alle imprese che assumono a tempo indeterminato o trasformano da tempo determinato a tempo indeterminato i contratti, con particolare attenzione a quelli che riguardano i giovani, le donne e gli over 50.
La norma, che prevede la concessione di contributi alle aziende fino a 30 mila euro aumentabili ulteriormente fino a 40 mila per alcune categorie di lavoratori e lavoratrici, era stata inserita in finanziaria su proposta di Marianna Caronia.
Per la deputata di “Noi Moderati”, il voto di oggi “segna un momento importante per dare attuazione ad una norma che incentiva l’occupazione nella nostra Regione, sostenendo al contempo le imprese.
L’incentivo di base, che sarà cumulabile con eventuali misure nazionali di sostegno alla nuova occupazione, sarà pari a 30.000 euro, incrementato di ulteriori 10.000 euro per l’assunzione di donne o lavoratori con più di 50 anni, riconoscendo così un’attenzione particolare all’inclusione sociale e alla parità di genere.
Il provvedimento è finanziato con risorse regionali per un totale di 50 milioni di euro annui.
Un elemento di novità è l’estensione del bonus anche agli ordini professionali, che potranno beneficiare degli incentivi per assumere praticanti con contratti a tempo indeterminato. “Abbiamo voluto dare una risposta concreta ai nostri giovani – spiega Caronia – offrendo loro non solo un accesso più agevole al mercato del lavoro, ma anche la possibilità di crescere professionalmente con contratti stabili e qualificati”.
“Questo intervento è un segnale chiaro – conclude Caronia – della volontà di rendere il mercato del lavoro siciliano più equo, inclusivo e dinamico. Favorire l’occupazione stabile significa creare condizioni di sviluppo per i lavoratori e per le imprese, dando una prospettiva di crescita sostenibile alla nostra economia.”
Sarà ora il Dipartimento per il lavoro ad emanare l’avviso pubblico per l’accesso agli incentivi.
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