Cultura
OGGI E’ LA GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE

Oggi, 26 settembre, si celebra, come ogni anno dal 2001, la Giornata Europea delle Lingue, istituita dal Consiglio d’Europa. Questa ricorrenza è finalizzata a sensibilizzare le popolazioni dei 46 stati europei sull’importanza dell’apprendimento delle lingue per potenziare il plurilinguismo e la comprensione interculturale, nonché per promuovere la ricca diversità linguistica e culturale dell’Europa. Il Consiglio d’Europa ha dedicato una particolare attenzione alla promozione delle lingue regionali o minoritarie, molte delle quali sono in pericolo d’estinzione, mediante la stipula della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Tali lingue sono infatti parte del patrimonio culturale europeo la cui tutela e promozione contribuiscono alla costruzione di un’Europa basata sulla democrazia e sulla diversità culturale. In tutta Europa si celebrerà questa Giornata attraverso vari eventi. Per quanto riguarda la Sicilia, l’AUCLIS (Associazioni Unite per la Cultura e Lingua Siciliana) segnala un evento online che riguarda anche la lingua siciliana. L’evento, dal titolo “Le Lingue Regionali di tre grandi isole mediterranee”, avrà luogo nella serata del 26 (inizio ore 21,30). Fonso Genchi, Presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana – che organizza l’evento col gratuito patrocinio dell’AUCLIS – dialogherà con Saveriu Luciani, ex Assessore del Governo Corso con delega alla lingua corsa, e con Stefano Cherchi, Coordinatore del Collegio Scientifico dell’Acadèmia de su Sardu, per scoprire e confrontare la situazione delle lingue corsa, sarda e siciliana. Sarà possibile assistere gratuitamente all’incontro online collegandosi al canale YouTube dell’Accademia della Lingua Siciliana a questo indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=6d4N42sGEHo
Cultura
La felicità come diritto fondamentale della persona e per la crescita dei giovani. Riflessioni del Coord. nazionale docenti

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata Internazionale della Felicità, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 66/281 del 12 luglio 2012, intende promuovere una riflessione sul valore della felicità come diritto fondamentale della persona e come elemento imprescindibile per la crescita armoniosa delle giovani generazioni.
La felicità non è soltanto una condizione personale, ma rappresenta un obiettivo sociale ed educativo che deve essere perseguito attraverso un sistema scolastico equo e inclusivo. La scuola, infatti, ha un ruolo centrale nella costruzione del benessere individuale e collettivo, fornendo agli studenti strumenti culturali, emotivi e sociali per affrontare il mondo con consapevolezza e speranza. Invitiamo le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado a dedicare momenti di approfondimento e confronto su temi quali il benessere psicologico, l’importanza delle relazioni interpersonali positive e il diritto alla felicità come principio cardine della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Attraverso laboratori, dibattiti, letture e attività creative, gli studenti potranno essere coinvolti in un percorso di consapevolezza che li aiuti a riconoscere e valorizzare le emozioni positive, la solidarietà e la gentilezza.
Proposta didattica Per celebrare la Giornata Internazionale della Felicità, proponiamo alle scuole un’attività multidisciplinare intitolata “#AllaRicercaDellaFelicità”. L’iniziativa prevede un percorso articolato in tre fasi: Riflessione e confronto Discussione guidata sulla definizione di felicità e sul suo ruolo nei Diritti Umani. Lettura di testi filosofici e letterari sulla felicità, con particolare attenzione a autori come Aristotele, Epicuro, Seneca, e autori contemporanei. Attività pratica Realizzazione di un “Diario della felicità”, in cui gli studenti annoteranno ogni giorno un evento o un’azione che ha contribuito al loro benessere. Creazione di un murales o di un collage collettivo rappresentativo della felicità secondo gli studenti.
Interviste a persone di diverse età sul loro concetto di felicità, per favorire il confronto intergenerazionale. Condivisione e sensibilizzazione Organizzazione di una giornata-evento in cui gli studenti potranno presentare i loro lavori a tutta la comunità scolastica. Utilizzo dell’hashtag “#AllaRicercaDellaFelicità per condividere sui social le esperienze maturate durante il progetto. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani invita, inoltre, i docenti a riflettere su pratiche educative che favoriscano un ambiente scolastico sereno, rispettoso e motivante, in cui il diritto alla felicità non sia solo un’aspirazione, ma una realtà concreta.
La costruzione di una società più giusta e armoniosa passa necessariamente attraverso un’educazione che metta al centro il benessere dell’individuo e della comunità. Con l’auspicio che la Giornata Internazionale della Felicità possa rappresentare un’opportunità di crescita e sensibilizzazione per tutti, rinnoviamo il nostro impegno nel promuovere una scuola fondata sui principi di equità, rispetto e realizzazione personale. Invitiamo ad inviare al CNDDU (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com) le proposte educative e le iniziative realizzate per l’occasione.
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
Cultura
Proverbi marinareschi a Pantelleria / 12 – Quannu si viri la Pantiddraria lu sciloccu è pì la via

Nun si pò navicari senza ventu
Non si può navigare senza vento.
È un’affermazione lapalissiana del tempo delle imbarcazioni a
vela, in cui il vento era l’elemento principe per la navigazione, senza di esso questa era di fatto
impossibile. Col tempo ha assunto un altro significato, riferendosi alla vita dell’uomo che senza un
“vento” favorevole diventa perigliosa ed egli finisce per essere un perdente. Qui per vento
favorevole s’intende la raccomandazione perché come dicono i napoletani “Senza santi non si va in
Paradiso”.
‘O funnu d’’u mari nivuru!
Il fondo del mare nero!
È un’esclamazione per una minaccia o un pericolo incombente ed è anche
esorcistica nel senso di “Non sia mai!”.
Picurara, marinara e sbirri, nun ci aviri amicizia ca la sgarri
Pecorai, marinai e sbirri, non ci avere amicizia che la sbagli.
Le tre professioni citate non hanno
nulla in comune, eppure vengono accumunate come “pericolose” per gli altri. Probabilmente si fa
riferimento al selvaggio modo di vivere dei pecorai, alle effimere e non mantenute promesse dei
marinai e alle insidie e inaffidabilità degli sbirri, cose che non possono non arrecare danno alle
persone che vivono una vita normale. La presenza degli sbirri nel proverbio rivela l’antica ostilità
delle popolazioni siciliane nei confronti dei rappresentanti dello Stato, quasi sempre latitante e,
quando presente, esoso e implacabile nelle tassazioni e nel servizio di leva.
Quannu lu mari è ‘n timpesta si vidi lu bouu marìnaru
Quando il mare è in tempesta si vede il buon marinaio.
Rimandiamo ad esplicazioni già citate in
precedenza per detti simili.
Quannu ‘u mari fa funtana o è sciloccu o tramuntana.
Quando il mare sembra fontana o è scirocco o tramontana. Il fenomeno del detto avviene quando il
moto ondoso del mare forma, presso la riva, la cosiddetta “maretta”, che, nelle pozze, fuoriesce con
un piccolo zampillo d’acqua al modo di una fontana. Per i vecchi marinai ciò era il preannuncio
dell’arrivo di un vento di scirocco o di tramontana.
Quannu si viri la Pantiddraria lu sciloccu è pì la via
Quando si vede la Pantelleria (dalle alture del litorale mazarese) lo scirocco comincia a
imperversare. Si dice quando c’è forte vento di scirocco, tanto da rendere visibile per la nitidezza
dell’aria, la lontana isola di Pantelleria dalla costa trapanese.
A Castelvetrano il proverbio è leggermente modificato in “Quannu si viri la Pantiddraria lu malu
tempu è pì la via”, infatti lo scirocco porta solitamente maltempo a mare.
L’immagine dell’isola, che si vede in queste rare occasioni, è quella del profilo di due montagne,
una più alta e una più bassa, che è poi il profilo inconfondibile della Montagna Grande e del Monte
Gibele. Un’immagine suggestiva dell’isola si può osservare, sempre a patto di buone condizioni di
nitidezza dell’aria, perfino dal Teatro Andromeda, sito a circa 1000 metri di altitudine sui monti
Sicani.
Nel caso la distanza dall’isola, in linea d’aria, è oltre i 160 km.
Anche dall’antica e fascinosa cittadina di Erice (751 metri di altitudine) si può intravedere, talvolta,
l’isola. Così dalle alture di Partanna, altitudine media sui 400 metri, in quest’ultimo caso il profilo
di Pantelleria appare nell’angolo destro dell’orizzonte.
(12 – continua)
Orazio Ferrara
Cultura
La cucuzza pantisca negli studi accademici di chef Riccardo Siri presso l’UNIPA

La Cocuzza Pantesca che nasce e cresce in totale assenza di acqua
Dove l’orgoglio per le eccellenze della propria terra trova come orizzonte una pantagruelica tavola bandita di leccornie locali, con materie prime umili, semplici, ma capaci di trasformarsi in veri capolavori.
Questo è quello che accade con una cucuzza.
Questo è quello che ha riportato in un elaborato uno studente dell’UNIPA dal titolo: “Cucuzza Pantesca”.
Il Comune di Pantelleria di slancio ha concesso il logo per il patrocinio come avallo di questo lavoro accademico compiuto da Riccardo Siri, studente della facoltà di Scienze Gastronomiche dell’Università di Palermo.
Lo studente torinese, ma naturalizzato pantesco dal 2005, ne conosce molto bene l’uso e le proprietà, esaltandola nei piatti che prepara con attenzione e cura per La Dispensa Pantesca, il noto locale di Scauri.
Una singolarità di questo frutto da orto è quella di essere molto ricca di acqua, pur crescendo in terreni si ricchi di sali minerali, ma completamente aridi.
Cocuzza locale spiegata da Riccardo Siri chef de la Dispensa Pantesca,
“La zucchina pantesca è più di un semplice ortaggio, rappresenta un elemento culturale, nutrizionale ed ecologico di valore. La sua promozione e valorizzazione possono contribuire al benessere delle comunità locali e alla conservazione dell’ ambiente e alla soddisfazione dei consumatori.
La cucuzza ha radici profonde nella coltura e tradizione agricola di Pantelleria. Grazie alle condizioni climatiche uniche dell’isola, caratterizzate da terreni vulcanici e un microclima particolare, questa varietà si è adattata sviluppando caratteristiche distintive.
La sua coltivazione è testimone della resilienza e dell’ingegno degli agricoltori locali nel preservare pratiche agricole sostenibili e tradizionali.
Valorizzazione della zucchina pantesca
Valorizzare la zucchina pantesca offre l’opportunità di sviluppo economico dell’isola, Promuovendo le sue origini uniche, le sue qualità organolettiche e il contributo alla biodiversità, è possibile attrarre consumatori interessati a prodotti autentici e sostenibili. Strategie di marketing che enfatizzano il legame con il territorio e le tradizioni locali possono rafforzare l’identità del prodotto aprendo a mercati nazionali ed internazionali. Un ottima attività di promozione dei prodotti tipici panteschi viene svolta dal Consorzio Pantelleria Island in collaborazione con il comune di Pantelleria attraverso stand promozionali nelle più importanti fiere del turismo ed alimentari in Italia e in Europa.
Esempi di queste fiere sono il Bit di Milano, il Sihe di lugano, il Ttg di Rimini e Vinitaly a Verona. Un ottima attività di promozione dei prodotti locali viene anche svolta dal Parco Nazionale Isola di Pantelleria” con i suoi molteplici eventi rivolti ai turisti ma anche ai panteschi.
L’importanza del lavoro svolto dal futuro dr. Siri è quello di monitorare e porre l’accento su eccellenze locali che hanno si alle spalle la responsabilità della tradizione culinaria pantesca, ma anche una proiezione futuristica costante per l’economia in generale e per l’agricoltura eroica di questa nostra piccola ma immensa isola.
Marina Cozzo
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