Cultura
Oggi è la Giornata Internazionale dei raggi cosmici. Coinvolti 2000 studenti italiani

Dagli anglosassoni è chiamata International Cosmic Day ed è dedicata a capire la provenienza delle particelle ad altissima energia che nuotano nello spazio. Capire esattamente che cosa siano e da dove provengano è il compito che stanno affrontando gli studenti di tutto il mondo, nell’ambito del progetto coordinato dal centro di ricerca tedesco Desydi Amburgo, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e con i principali centri di ricerca attivi nella fisica delle particelle, come il Cern di Ginevra, il Fermilab di Chicago. In tutta Italia sono 2.000 i ragazzi delle scuole di Bari, L’Aquila (presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, ad Assergi, con la collaborazione del Gran Sasso Science Institute), Lecce, Milano, Napoli, Padova, Pavia, Perugia, Pisa, Siena, Roma (presso le università Sapienza e Tor Vergata) e Torino.
Obiettivo dell’International Cosmic Day è avvicinare gli studenti delle scuole superiori al mondo della ricerca di frontiera. I ragazzi analizzeranno i dati di un rivelatore di raggi cosmici, il loro flusso misurandone l’intensità e cercando di capire come questa dipenda dalla direzione di provenienza. Grazie ad una videoconferenza i giovani potranno confrontarsi con le altre scuole che hanno aderito a livello mondiale. In ultimo, verrà redatto un articolo in inglese che da la sintesi questi risultati che verranno pubblicati nel web.
Ambiente
Nautilus di Ispra tra le montagne sommerse del Mediterraneo: esplorati abissi fino a 2000 e banchi di Pantelleria

Completata la prima spedizione oceanografica del progetto PNRR MER: nuove scoperte per tutela della biodiversità, ricerca geologica e valutazione del rischio sismico
Come il leggendario Nautilus di Jules Verne, capace di spingersi nelle profondità ignote dell’oceano, ISPRA ha condotto un’esplorazione senza precedenti tra le montagne sommerse del Mediterraneo. Grazie a un sofisticato ROV (Remotely Operated Vehicle) Work Class, un vero e proprio ‘veicolo robotico’ in grado di tuffarsi e operare fino a 2.000 metri di profondità, i ricercatori hanno mappato ecosistemi mai studiati prima, rivelando scenari straordinari e nuove specie nelle foreste di coralli e spugne che popolano gli abissi. “La possibilità di osservare direttamente questi ecosistemi con telecamere ad alta definizione cambia completamente la nostra prospettiva sulla vita nelle profondità marine. L’emozione di scoprire habitat, intatti, è paragonabile a quella dei primi esploratori: pensiamo di sapere cosa attenderci ma ogni immersione ci riserva, al contrario, sorprese inaspettate” spiegano i ricercatori Ispra.
La spedizione: due mesi di esplorazione nel Canale di Sicilia
Si è dunque conclusa con successo la prima campagna oceanografica, parte del progetto PNRR Marine Ecosystem Restoration (MER) – Intervento A14 Seamounts, dedicata alla mappatura su larga scala di 79 montagne sottomarine situate oltre le 12 miglia dalla costa italiana a una profondità compresa tra 150 e 2000 metri. A bordo di una nave oceanografica, il team di ISPRA, solcando il Canale di Sicilia, ha documentato undici tra banchi (cioè strati di materiale vario) e montagne sottomarine, tra cui Alfil-Linosa III, Avventura-Pantelleria-Talbot, Bannock, Bouri, Euridice, Madrepore, Pantelleria Centrale, Pinne e Urania, Cimotoe ed Empedocle per la maggior parte mai esplorati e studiati prima, raccogliendo dati cruciali per la conservazione della biodiversità e la valutazione dei rischi geologici.
Le montagne sottomarine: scrigni di biodiversità e laboratori naturali per la ricerca geologica

This ~4,200 meter (~13,800 foot) high seamount we are calling “Kahalewai” was almost ~1000 meters taller than previously thought.
Per la loro importanza ecologica e vulnerabilità agli impatti causati dall’attività dell’uomo, le montagne sottomarine rappresentano un obiettivo prioritario per la conservazione del mare. Questi rilievi sommersi sono veri e propri hotspot di biodiversità, con ecosistemi unici che ospitano foreste di coralli, spugne, invertebrati e numerose specie ittiche.
Dal punto di vista geologico i monti sottomarini sono di estremo interesse per diversi motivi: la potenziale presenza di risorse geominerarie, come depositi di minerali strategici; le fonti di energia geotermica, derivanti dall’attività vulcanica sottomarina; la valutazione del rischio di eventi sismici e franosi, che possono influenzare la stabilità dei fondali marini e delle aree costiere.
I rilievi geofisici effettuati durante la campagna oceanografica PNRR MER costituiscono una base conoscitiva essenziale per la pianificazione di ulteriori campagne di esplorazione. Grazie all’utilizzo di metodiche di ricerca sostenibili, sarà possibile approfondire lo studio di questi ambienti riducendo al minimo l’impatto sugli ecosistemi marini profondi.
Scoperte eccezionali: tra foreste di coralli e squali di profondità

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Le immagini restituite dal ROV hanno rivelato scenari mozzafiato: estese colonie di corallo rosso fino a 900 metri di profondità, fitte foreste di pennatulacei (le cosiddette “penne di mare”) tra i 100 e i 140 metri e una sorprendente biodiversità bentonica, con la presenza di coralli neri, coralli bianchi, spugne e banchi di ostriche e balani giganti.
Uno degli eventi più emozionanti della spedizione è stato un raro incontro con lo squalo vacca, un predatore di profondità che si è avvicinato al ROV, attratto dalle luci e dai suoni del veicolo.
Conservazione e minacce: reti fantasma e rifiuti a 2.000 metri di profondità
L’indagine ha confermato il ruolo cruciale delle montagne sottomarine come serbatoi di biodiversità, ma ha anche rivelato l’impatto dell’attività umana. Reti fantasma e rifiuti marini sono stati individuati anche a grandi profondità, sebbene in densità inferiori rispetto ad altre aree del Mediterraneo più vicine alla costa.
Questi dati raccolti e analizzati saranno essenziali per orientare le politiche di conservazione marina e promuovere la creazione di nuove aree marine protette, in linea con la Strategia dell’UE per la Biodiversità 2030.
La prossima fase del progetto vedrà nuove spedizioni partendo dal Golfo di Napoli, alla volta del Mar Tirreno meridionale, settentrionale e del Mar Ligure, con l’obiettivo di ampliare la mappatura e raccogliere ulteriori dati per la tutela degli ecosistemi marini profondi.
Con questa esplorazione, ISPRA conferma il proprio impegno nella ricerca applicata alla protezione del mare, contribuendo a far emergere dall’oscurità un mondo sommerso che, grazie alla scienza, diventa sempre più conosciuto e tutelato.
Video
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Cultura
Pantelleria protagonista sulle TV Francesi: oggi su ArteTv Francia, in onda il documentario “L’acqua di Pantelleria”

Ecco come vedere l’imperdibile documentario di Funny Belvisi “L’acqua di Pantelleria”
Pantelleria, 10 aprile 2025 — Oggi alle 17:20 il canale culturale europeo Arte trasmetterà una puntata speciale del programma “Invitation au Voyage”, dedicata all’isola di Pantelleria con un focus affascinante: L’acqua di Pantelleria.
Il documentario, girato nel giugno 2024, è stato realizzato da Funny Belvisi, giovane e talentuosa documentarista, scrittrice e commediante francese, ma con radici profondamente pantesche. Con uno sguardo sensibile e personale, Funny racconta il rapporto millenario tra la comunità pantesca e la sua risorsa più preziosa: l’acqua.
A supportare la realizzazione del progetto, Pietro Gabriele, che ha contribuito a costruire un racconto autentico, ricco di suggestioni e testimonianze.
“Invitation au Voyage” è un programma amato per la sua capacità di raccontare i luoghi attraverso la lente della cultura, dell’arte e delle emozioni. E questa puntata su Pantelleria promette di regalare agli spettatori un’immersione poetica tra paesaggi mozzafiato, tradizioni antiche e storie di resilienza.
Chi non potrà seguire la diretta, potrà rivedere il documentario in streaming sul sito ufficiale di Arte:
arte.tv/fr/videos/RC-014340/invitation-au-voyage
Un’occasione preziosa per scoprire – o riscoprire – il volto più intimo e simbolico di Pantelleria, attraverso lo sguardo di chi la porta nel cuore.
Cultura
Pantelleria nel nuovo Sistema Informativo Territoriale: Open.Gis

L’Open.Gis è aperto a tutti i cittadini
Il Comune di Pantelleria rende noto che è operativo un nuovo sistema per la mappatura e informazione del territorio isolano.
Con il termine Open.Gis si apre un sito in cui poter svolgere visure di ogni genere.
La funzione è molto utile per esempio per conoscere la mappa catastale di un certo immobile, senza dover ricorrere a istanze ad uffici, o altre informazioni ancora.
La consultazione è semplicissima, seguendo la legenda a latere.
Di cosa si tratta
Un Sistema Informativo Territoriale, generalmente noto come GIS (Geographic Information System), è un sistema software che permette l’acquisizione, l’analisi, la visualizzazione, e la condivisione di informazioni derivanti da dati geografici, anche noti come dati geo-riferiti.
Di seguito il link diretto: O.gis
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