Segui i nostri social

Cultura

Palermo, 8 novembre presso Istituto Corradini: incontro sul giudice ragazzino Rosario Livatino ucciso da mafia

Redazione

Pubblicato

-

Incontro su Rosario Livatino: venerdì 8 novembre all’Istituto Marcellino Corradini con il giornalista Davide Romano

 

Venerdì 8 novembre, dalle ore 8 alle 13, l’Istituto Marcellino Corradini di Palermo ospiterà un incontro dedicato alla figura del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 ad Agrigento. La giornata vedrà protagonista il giornalista e scrittore Davide Romano, fondatore della Compagnia del Vangelo e impegnato da anni nel dialogo interreligioso e nella promozione dei valori di giustizia e legalità.

Il programma dell’incontro prevede la proiezione di un film che ripercorre la vita e il sacrificio del giudice Livatino, beatificato dalla Chiesa cattolica il 9 maggio 2021 come “martire della giustizia e della fede”. Livatino, soprannominato il giudice ragazzino per la sua giovane età, era noto per il suo profondo senso di responsabilità e per la sua fede cristiana, che guidava il suo operato anche nei momenti più difficili della sua carriera giudiziaria. Durante il dibattito che seguirà la proiezione, Davide Romano dialogherà con gli alunni su come Livatino rappresenti un modello di giustizia vissuta con umiltà e coraggio.

“Rosario Livatino non è solo un simbolo della lotta alla mafia, ma un esempio di come la giustizia possa essere vissuta con fede e integrità,” ha dichiarato Davide Romano. “Il sacrificio di Livatino è un monito per tutti noi, soprattutto per i giovani, che hanno il compito di costruire una società più giusta. La sua vita ci insegna che la legalità non è un concetto astratto, ma una scelta quotidiana che richiede coraggio.”

Suor Anna Oliveri, direttrice dell’Istituto Marcellino Corradini, ha sottolineato l’importanza dell’evento: “Abbiamo voluto fortemente questo incontro perché crediamo che la figura di Livatino sia fondamentale per trasmettere ai ragazzi i valori della giustizia e del coraggio civile. L’impegno della nostra scuola è educare non solo alla conoscenza, ma anche alla responsabilità morale.”

Questo incontro fa parte di un ciclo di iniziative dell’Istituto Marcellino Corradini volte a sensibilizzare gli studenti su tematiche di forte impatto sociale, offrendo loro l’occasione di confrontarsi con personalità di spicco, veri e propri “supereroi” dei nostri tempi, con l’obiettivo di promuovere una cultura basata sulla legalità e la solidarietà.

Pubblicità
Clicca per commentare

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

Ragusa, Massimo Giannini parlerà di Autonomia Differenziata alla Scuola Beni Comuni

Redazione

Pubblicato

il

Massimo Giannini a Ragusa

inaugura nuovo ciclo di incontri tematici per l’anno 2024-‘25

 

Il prossimo 9 novembre alle ore 17, presso la sede del Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa, sarà avviato il nuovo ciclo – per la nuova stagione – con la presenza di Massimo Giannini, editorialista de “La Repubblica” e scrittore.
Parlerà di Autonomia differenziata colloquiando con il magistrato, Bruno Giordano, e il giornalista, capo redattore de “La Repubblica” di Palermo, Marco Patucchi.

Per l’occasione, l’evento sarà aperto al pubblico, non solo ai soci, che potrà conoscere, in anteprima, l’articolato e nutrito programma che la Scuola dei Beni Comuni intende realizzare in questo nuovo anno.
Verranno, inoltre, fornite tutte le informazioni per aderire alla stessa, in qualità di soci, e assicurarsi la possibilità di sentire dalla viva voce degli autorevoli ospiti, trattazioni di elevato interesse collettivo.

– – – – 

Fervono i preparativi per il secondo anno formativo della Scuola dei Beni Comuni, non solo comunità fortemente coesa e in formazione permanente, ma anche crogiuolo di pensieri che si intersecano e che coinvolgono persone con il costante e quotidiano desiderio di costruire spazi di dialogo e di libertà, fondati, appunto, sui Beni Comuni.

Anche per l’anno 2024-‘25, la Scuola dei Beni Comuni si propone di promuovere un percorso collettivo di formazione costante, con il supporto di autorevoli docenti. Dopo la pausa estiva, riprende la programmazione degli incontri che hanno portato a Ragusa diverse personalità del mondo culturale, politico, sociale, toccando tematiche di ampio spettro, spesso anticipatarie di temi scottanti.

 

Giuseppe Nativo

Leggi la notizia

Cultura

La Sicilia è stata il primo avamposto dell’umanità nel Mediterraneo: la scoperta

Redazione

Pubblicato

il

“Speriamo di ricostruire non solo i tempi dell’occupazione umana, ma anche l’ambiente in cui queste persone vivevano e come hanno negoziato con eventi naturali come terremoti, cambiamenti climatici e ambientali e forse anche eruzioni vulcaniche”

di Francesca Zavettieri da Meteoweb.eu

 

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Plos One, le prime comunità umane potrebbero aver raggiunto la Sicilia durante il Paleolitico superiore. L’ipotesi è frutto di un’analisi condotta dai ricercatori della Washington University di St. Louis, guidati da Ilaria Patania, che hanno esaminato 25 grotte sottomarine e ripari situati sotto le rocce. La maggior parte di queste cavità era stata identificata tra il 1870 e gli anni ’90. Il team ha anche eseguito indagini terrestri e subacquee in aree costiere precedentemente inesplorate, scoprendo tre nuovi siti contenenti sedimenti archeologici di potenziale rilevanza.

  

La prima colonizzazione in Sicilia

“Comprendere le tempistiche della prima colonizzazione in Sicilia – spiega Patania – fornisce dati chiave per il modello e la modalità della prima espansione dell’Homo sapiens nel Mediterraneo. La Sicilia è considerata da molti studiosi la prima isola della regione ad essere stata occupata in modo permanente dagli antenati umani, ma non esistono ancora molte informazioni sulle comunità che raggiunsero la zona“.

“Questa ricerca – aggiunge TR Kidder, collega di Patania e coautore dello studio – dimostra che per rivelare nuovi modelli è importante pensare fuori dagli schemi. Era stato dato per scontato che i siti sulla costa meridionale della Sicilia fossero troppo danneggiati per fornire informazioni utili, mentre i luoghi sottomarini hanno offerto un terreno completamente nuovo da studiare e ci permettono di riconsiderare le rotte migratorie dei primi antenati dell’uomo moderno“.

Gli esperti osservano che la Sicilia è la più grande isola del Mediterraneo e che le sue acque erano ben note ai marinai del passato, i quali attribuivano un’aura di mitologia alle difficili condizioni di navigazione dello stretto. La ricercatrice principale, di origini siciliane, ha dichiarato di essere sempre stata interessata al modo in cui gli esseri umani hanno raggiunto gli ambienti marginali. “In queste aree – spiega – negli scenari positivi si vive in perfetta armonia con la natura, ma in caso di difficoltà possono verificarsi vere e proprie catastrofi“.

Risalire all’arrivo dell’uomo in Sicilia

Sebbene gli storici concordino sul fatto che gli esseri umani siano arrivati in Sicilia 16mila anni dopo l’ultimo massimo glaciale, molti hanno espresso dubbi, dato che si sa che gli esseri umani si sono dispersi via terra in Siberia circa 30 mila anni prima. Per verificare se questa discrepanza fosse rappresentativa dei movimenti umani, gli autori dello studio hanno analizzato vari siti nella Sicilia sud-orientale. Quando possibile, hanno anche considerato le testimonianze di pescatori e lavoratori locali, oltre che i responsabili degli scavi precedenti.

“Siamo ancora in una fase iniziale del progetto – osserva Patania – ma abbiamo già identificato e valutato oltre 40 siti di interesse, di cui 17 sono stati ricollocati con maggiore precisione rispetto alle analisi condotte finora”. Secondo i ricercatori, due dei nuovi siti analizzati potrebbero contenere tracce di occupazione umana del Paleolitico superiore, inclusi resti di fauna fossile. Ad esempio, la zona di Corruggi, nella punta più a sud dell’isola, potrebbe aver ospitato un ponte di terra che collegava la Sicilia a Malta. “Gli scavi hanno portato alla luce i denti di un asino selvatico e degli utensili di pietra – sottolinea Patania – analizzare i resti di questa struttura potrebbe darci un’idea dell’ultima tappa delle migrazioni umane“.

Infine, nella grotta chiamata Campolato, i ricercatori hanno scoperto prove di cambiamenti del livello del mare causati dall’ultima glaciazione e da un terremoto localizzato che è ancora in fase di studio. “Speriamo di ricostruire non solo i tempi dell’occupazione umana, ma anche l’ambiente in cui queste persone vivevano e come hanno negoziato con eventi naturali come terremoti, cambiamenti climatici e ambientali e forse anche eruzioni vulcaniche“, conclude Patania.

Leggi la notizia

Cultura

Arriva in Sicilia tecnica chirurgica che restituisce sensibilità ad arto amputato. Presentazione domani da InFormaMedica a Palermo

Redazione

Pubblicato

il

La Reinnervazione sensoriale mirata del chirurgo plastico di Bressanone Alexander Gardetto, presto sarà eseguibile anche in Sicilia
Si chiama Reinnervazione sensoriale mirata, in inglese Targeted Sensory Reinnervation – TSR, ed è una nuova frontiera della chirurgia nel trattamento e prevenzione del dolore dell’arto fantasma mediante il ripristino del senso del tatto e della propriocezione, cioè il controllo della posizione e del movimento del corpo, in base ai recettori periferici. È stata sperimentata dal chirurgo plastico altoatesino, Alexander Gardetto, direttore sanitario della clinica privata Brixsana di Bressanone. È stata eseguita anche all’Università di Padova, è stata illustrata davanti al dipartimento di difesa degli Stati Uniti in collegamento con 250 ospedali americani e, venerdì 25 ottobre, alle ore 18,00, sarà presentata anche a Palermo, presso il nuovo ambulatorio medico chirurgico poli-specialistico InFormaMedica Day Clinic di via Croce Rossa, 113, diretto dal chirurgo plastico Dario Palazzolo. Ingresso libero, per informazioni 091/7484060 e 331/9683083.

Il commento dei chirurghi Dario Palazzolo e Alexander Gardetto

“Siamo felici di questa prestigiosa collaborazione – ha sottolineato Dario Palazzolo, direttore sanitario di InFormaMedica – che risponde alla nostra idea di una sanità che va in direzione del benessere e dell’attenzione al paziente, sostenuti da una altissima specializzazione”. La nuova tecnica chirurgica Reinnervazione Sensoriale Mirata (TSR), insieme a un dispositivo vibro-tattile non invasivo, è in grado di trattare e prevenire la sindrome dell’arto fantasma che colpisce una percentuale elevata di pazienti amputati. “È stato il senso di impotenza nel trattamento di questi sintomi – spiega il chirurgo plastico Alexander Gardetto – che mi ha motivato, 10 anni fa, a implementare una strategia completamente nuova per la gestione del dolore in un paziente con la sindrome dell’arto fantasma grave e dipendente dai farmaci”.

La tecnica chirurgica di Reinnervazione sensoriale mirata (TSR)

La tecnica chirurgica di Reinnervazione Sensoriale Mirata (TSR) consiste nella chiusura del circuito interrotto nella corteccia sensoriale del cervello a causa della perdita o della paralisi di un arto, causa del dolore dell’arto fantasma e del dolore neuropatico, poiché gli stimoli afferenti non riescono a raggiungere il sistema nervoso centrale. Si ottiene creando una situazione in cui il cervello torna a ricevere stimoli dalla periferia, “riparando” il circuito. Ad oggi la nuova tecnica TSR è stata operata su oltre 55 pazienti in vari centri in Europa. Il primo paziente è stato operato nel 2014, dopo un’amputazione transtibiale, delle amputazioni transfemorali nel 2018 e quindi è stata sviluppata la tecnica per l’arto superiore.

“La perdita della mano è più impegnativa – aggiunge il chirurgo Alexander Gardetto – perché porta una considerevole riduzione della qualità della vita personale e professionale di un individuo e conseguenze psicologiche. Attualmente, le protesi mioelettriche possono ripristinare molte delle normali attività della mano, ad eccezione della sensibilità tattile genuina. In tutti i pazienti, è stata regolarmente visualizzata una mappa sensoriale di tutte e cinque le dita a livello dell’arto residuo (avambraccio) e sono in grado di distinguere tra caldo e freddo. Queste sensazioni autentiche vengono poi trasmesse al cervello che viene ingannato a credere che la mano mancante sia ancora lì. La conseguenza è che il dolore dell’arto fantasma scompare o non si manifesta affatto”.

Leggi la notizia

Seguici su Facebook!

Cronaca

Cultura

Politica

Meteo

In tendenza