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Cultura

Pantelleria, 1943. Sepolti vivi a Cuddie Rosse

Orazio Ferrara

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Nella foto, indicato dalla freccia, mio zio materno, Agostino Salsedo, milite della MILMART alla batteria delle Cuddie Rosse presso Mursia. Il periodo dovrebbe essere tra il 1941 e 1942. L’ufficiale al centro dovrebbe essere un certo Anello, di cui ignoriamo però il nome e l’effettivo grado. Mio zio, al pari di tantissimi giovani panteschi in età di leva, venne arruolato nella MILMART (Milizia marittima di artiglieria) e precisamente nella 9a Legione di stanza nell’isola. Fino all’inizio dei furiosi bombardamenti alleati il milite Agostino Salsedo condusse una tranquilla vita di guarnigione, tanto da trovare il tempo di fidanzarsi con Anita Errera (che poi sposò a guerra finita), una giovane ragazza che abitava in uno dei pochi dammusi allora esistenti a Mursia. Di quel periodo abbiamo la testimonianza del sottotenente Giuseppe Nadin (classe 1914), in forza alla compagnia di fanteria “Cuddie Rosse”, battaglione costiero “Settore Nord”: “… venni assegnato alla 657a Compagnia Mitraglieri da posizione e destinato a Pantelleria ove giunsi il 12 dicembre 1942, dopo un viaggio avventuroso con trasferimenti imprevisti da Trapani a Sciacca, da Mazzara del Vallo a Castelvetrano, alla ricerca d'un mezzo di trasporto… Dopo dodici giorni di incertezze, a Castelvetrano salimmo su un aereo che in pochi minuti ci portò a Pantelleria. Qui, al comando del maggiore Grillo per il battaglione e del capitano Salvatore Messina per la compagnia, ci posizionammo, fronte mare, in località Cuddie Rosse, sul lato ovest del porto di Pantelleria. Più che in missione di guerra sembrava di essere in una piacevole e tranquilla vacanza: nessun allarme, nessun disturbo, solo qualche sorpresa: bidoni di carburante e cadaveri spinti dal mare sugli scogli dopo l'affondamento di nostre navi dirette in Libia. All'improvviso, ai primi di giugno 1943, la villeggiatura finì ed ebbe inizio "l'infernal burella" degli aerei alleati…”. Oltre al citato capitano Salvatore Messina, comandante del Distaccamento 5° Reggimento fanteria (Aosta) e comandante del Gruppo Caposaldi “Cuddie Rosse”, c’erano nella località, quali ufficiali, anche il sottotenente Giuseppe Frizzarin, comandante Caposaldo “Cuddie Rosse” 657a Compagnia Mitraglieri Difesa fissa, e il sottotenente Ezio Mazzoni, comandante Settore Caposaldo “Mursia” Gruppo caposaldi “Cuddie Rosse”. Così anche il milite Agostino Salsedo si trovò ne “l'infernal burella”, che non iniziò come erroneamente scritto dal Nadin “ai primi di giugno”, ma bensì l’8 maggio precedente. Un brutto giorno (ma erano tutti brutti quei giorni di bombardamenti terroristici) una bomba colpì l’entrata di

un bunker alle Cuddie Rosse, in cui si erano momentaneamente rifugiati il Salsedo e altri suoi commilitoni. Praticamente erano restati sepolti vivi dalla grossa frana, che aveva ostruito l’ingresso. Le urla di aiuto non riuscivano ad essere udite dall’esterno per la massa di detriti, per cui, pur continuando ad urlare aiuto, i militi cominciarono ad aprirsi un varco scavando con le mani e le baionette e così infine ad aprire un cunicolo che li portò in salvo all’esterno. Erano tutti afoni, senza un filo di voce. Mio zio Agostino non amava parlare molto di quell’episodio e ogni qual volta lo forzavo a raccontare un subitaneo lampo di terrore appariva per un istante negli occhi, cosa che diceva, meglio di ogni altro discorso, che cosa significhi la terribile paventata fine di un “sepolto vivo”. Al riguardo Giuseppe Ferrara nel suo “Memorie di un 2° Capo della Regia Marina” (Aviani Editore, 2011) così scrive: “La batteria di Cuddie (colline) Rosse, che ne aveva mandato giù più d’uno di apparecchi nemici, fu colpita anch’essa; una bomba centrò poi l’entrata del ricovero dove si erano rifugiati gli addetti. Seppelliti vivi per ore, tra essi mio cognato Agostino Salsedo della MILMART, si salvarono scavando al buio con le mani e le baionette. Agostino restò senza voce per giorni”.

Orazio Ferrara

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Cultura

Pantelleria – Mensa scolastica, al via affidamento servizio di refezione

Direttore

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Il Comune di Pantelleria, per mezzo di avviso pubblico, avvia il procedimento di acquisizione e selezione delle candidature finalizzate all’individuazione degli operatori per l’affidamento del servizio di mensa scolastica per gli alunni della Sezione della Scuola dell’Infanzia e della classe prima della Scuola Primaria dell’Istituto Omnicomprensivo di Pantelleria,  per l’anno scolastico 2024/2025.

Il documento integrale

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Cultura

Trapani, celebrazioni della Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, dell’83° della Battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano

Redazione

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TRAPANI. CELEBRAZIONI DELLA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA DEI CARABINIERI, DEL 83° ANNIVERSARIO DELLA “BATTAGLIA DI CULQUALBER” E

DELLA “GIORNATA DELL’ORFANO”

Si è appena conclusa, presso la Basilica Maria Santissima Annunziata “Madonna di Trapani”, la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Alla messa, celebrata dal Vescovo di Trapani, S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, hanno partecipato il Vicario del Prefetto di Trapani, Dott.ssa Laura Pergolizzi, il Questore di Trapani, Dott. Giuseppe Felice Peritore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Mauro Carrozzo, il sindaco di Trapani, altre autorità Civili e Militari, i vertici delle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco oltre ai parenti dei caduti e delle vittime del dovere La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei Secoli Fedele”.
L’8 Dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza dell’Ordinario Militare d’Italia, S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione liturgica il 21 Novembre, in concomitanza della presentazione di Maria vergine al Tempio. La celebrazione di questa giornata è concomitante con la ricorrenza della Battaglia di Culqualber e la giornata dell’orfano.

LA BATTAGLIA DI CULQUALBER

Il 21 Novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culquaber. Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta nell’occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

GIORNATA DELL’ORFANO

Istituita nel 1996, rappresenta per i Carabinieri e per l’ ONAOMAC un sentito momento di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. L’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), Ente morale fondato il 15 maggio 1948, si propone di assistere gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Oggi l’ O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga un sostegno semestrale, distinto per fasce d’età, sino al compimento degli studi.

L’assistenza agli orfani disabili è a vita.

Per eventuali donazioni in favore degli orfani: C/C bancario n. 121 B.N.L. IBAN IT77Z0100503344000000000121

C/C postale n. 288019 IBAN IT35Z0760103200000000288019

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Cultura

Palermo, Ti l’Eggo: mostra ed estemporanea di Salvo Nero da Artètika. Quando il narcisismo diventa arte

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Durante la mostra l’artista realizzerà un’opera dedicata al fil rouge che unisce chi si ama
Perfetto ma non troppo, perché ogni dettaglio fuori posto fa la differenza, rendendo d’impatto un’opera dal tratto rotondo. È la caratteristica principale dello stile del pittore, fumettista, grafico e writer Salvo Nero, diviso tra il narcisismo del proprio ego e il romanticismo del legame invisibile e indissolubile che unisce due innamorati. Da venerdì 22 novembre a sabato 7 dicembre, sarà in mostra con Ti l’Eggo da Artètika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15 a Palermo. Il vernissage avverrà venerdì 22, alle ore 18,30, alla presenza dell’artista, delle galleriste Gigliola Beniamino e Esmeralda Magistrelli, del curatore, l’architetto Giorgio Lo Stimolo e del critico Massimiliano Reggiani. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso libero. Sponsor d’arte Birra Forst e Tenute Cinquanta.

Le opere in mostra per Ti l’Eggo di Salvo Nero da Artètika

Saranno trenta le opere di Salvo Nero, in mostra da Artètika per Ti l’Eggo, di varie misure, su tela, su carta e una piccola scultura. La trentunesima opera sarà realizzata in estemporanea, a partire da una tela bianca, dal giorno del vernissage a quello della chiusura dell’esposizione e sarà ispirata al fil rouge, invisibile agli occhi, che unisce chi si ama. Ci sono ritratti che emergono da fogli protocollo, tutti scarabocchiati con tanto di lista della spesa, pennelli sporchi di colore, blatte che camminano sopra lettere d’amore amare. Opere bruciate, strappate o fintamente bruciate, strappate, sporcate e stropicciate. Uova al tegamino, lampadine e mandarini, pacchi di posta, oggetti quotidiani che diventano arte. Divertente, ammiccante, riflessiva.

“Poliedrico, un po’ grafico, un po’ pubblicitario, molto artista. Salvo Nero comunica i suoi stati d’animo con una enorme facilità nel farsi capire da tutti. Dal dolore di un cuore spezzato al riguardo per l’ambiente con i racconti degli incendi” commenta la gallerista Gigliola Beniamino Magistrelli. “Oltre alla maestria del disegno – aggiunge il curatore Giorgio Lo Stimolo -, c’è molto di più, una mano, la scioltezza di chi l’arte del tratto la possiede. Un incontestabile virtuosismo, un accenno un po’ beffardo che dice guardami lo so fare, è nella mia natura. Provocatorio e talentuoso”.

Chi è Salvo Nero

Salvo Nero, pittore autodidatta palermitano classe 1984 è stato stimolato inizialmente dai cartoni animati e dai pittori della sua città natale. La sua fibra creativa si sveglia molto presto attraverso il disegno che non lascerà mai più. Si orienta verso studi di grafica pubblicitaria e si cimenta sui muri della sua città, trovando nel writing un modo d’espressione libero. Attraverso i fumetti e la scoperta dello statunitense Geof Darrow, s’innamora del dettaglio, che diviene una caratteristica essenziale della sua opera. In seguito, lascia il limite delle vignette per donarsi all’acquarello, olio e, infine, l’acrilico, che diviene il suo mezzo principale. Attraverso i disegni della pittrice inglese Jenny Saville s’innamora dell’artista conterraneo Lucian Freud. S’interessa alla pittura del reale e si dedica al grande formato, una formula che gli assicura riconoscimento e diverse mostre monografiche. Si divide tra Palermo e Cardiff, due città in cui vive e lavora attualmente.

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