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Cultura

Pantelleria, Concluso il Progetto di Educazione Musicale nella Scuola Primaria di Khamma

Redazione

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Le storie della famiglia di Casa Pentagramma

Successo di partecipazione al Progetto di Educazione Musicale “Le storie della famiglia di Casa Pentagramma”, organizzato dal docente, referente del progetto, Antonino Maggiore. Il progetto, rivolto agli alunni della classe V A della Scuola Primaria del Plesso di Khamma, si è svolto nelle ore extra-scolastiche con cadenza settimanale per quattro mesi. La filosofia di base di tutto il progetto è stata: “Giocando con la musica s’impara!”. Difatti, l’intento è stato quello di fornire ai bambini un nuovo e diverso percorso formativo-educativo approfondendo la conoscenza della musica colta.

Le lezioni si sono svolte, settimana dopo settimana, attraverso: l’ascolto in circle time dei racconti tratti dal libro Le avventure di Piccolo Do di Chiara Da Rif; le conversazioni tra pari e/o col docente; l’ascolto musicale dei brani di musica classica e classica contemporanea correlati ad ogni racconto; le molteplici attività laboratoriali svolte sul quadernone; ma anche con i super giochi di Casa Pentagramma, ossia tutte quelle attività musicali interattive, giochi musicali, disegni e strumenti musicali reali che sono stati proposti per conoscere il mondo della musica in maniera divertente; e, infine, attraverso il canto corale, i giochi motori-musicali e le verifiche conclusive.

Il docente, con questo progetto, approfittando della predisposizione naturale al sonoro presente in ogni bambino, ha cercato di far sviluppare loro un senso critico verso la grande musica e la grammatica musicale. Ciò è avvenuto affrontando: il tema del concetto di altezza musicale, il concetto lento/veloce in musica, il potere evocativo della musica, la funzione della pausa in musica e suo riconoscimento, la drammatizzazione con la musica, le chiavi musicali che ci permettono di scrivere e leggere la musica, la musica come espressione di stati d’animo, il timbro in musica, la musica per celebrare le feste, la funzione del bequadro in musica, la musica per muoversi, le dinamiche in musica, la musica come intrattenimento e il valore delle note.

Tutto ciò è stato proposto in maniera leggera e giocosa ed è per questo motivo che il coinvolgimento emotivo, creato dalle storie della famiglia di Casa Pentagramma, ha suscitato nei bambini interesse, curiosità e la voglia di vivere da protagonisti ad ogni proposta che di volta in volta è stata loro presentata.

Il docente è molto soddisfatto per la buona riuscita del progetto, per la partecipazione costante dei bambini e ribadisce quanto sia di fondamentale importanza che l’educazione al suono e alla musica occupi un ruolo importante sin dalla più tenera età in tutte le scuole. Inoltre, auspica che si possa promuovere un migliore accesso ai diversi repertori musicali già dai primi anni di scuola, così che si possa educare fin da giovanissimi, i futuri fruitori di musica colta. 

L’insegnante ringrazia il Dirigente Scolastico della Direzione Didattica Statale “A. D’Ajetti” di Pantelleria e la Vicaria Angela Siragusa che hanno dato la possibilità di realizzare questo progetto; tutti i genitori per aver sottolineato più volte il gradimento della proposta, e, infine, tutti gli alunni e le alunne che hanno partecipato con interesse ed entusiasmo.

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Cultura

Pantelleria la guarnigione spagnola e i suoi capisquadra

Redazione

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I soldati di guardia al Castello di Pantelleria

Al tempo di don Juan de Vega y Enríquez, Viceré e Capitano Generale di Sicilia dall’anno 1547 all’anno 1557, lo stesso procedette ad una puntuale riorganizzazione militare dell’intero sistema di difesa della grande isola mediterranea e delle piccole isole adiacenti tra cui Pantelleria, finallora affidata a disorganizzate e spesso indisciplinate milizie feudali.

Il Vega costituì una forza di 12.000 fanti e li riparti per tutta la Sicilia, suddivisa per lo scopo in 9 “sergenzie” o “sargentarie”, con a capo di ognuna un “sargenti mayuri”. A quel tempo i gradi militari non corrispondevano a quelli moderni e il sergente maggiore era di fatto un generale.
Solo al “sargenti mayuri” spettava di organizzare e comandare in tempi rapidi la risposta militare ad eventuali tentativi di sbarchi di nemici ovvero di barbareschi nel territorio di sua competenza. Il sergente maggiore Francesco Salsedo ebbe la “sergenzia” di Lentini e di tutte le città, casali e terre “convichini” e cioè di Francofonte, Vizzini, Buccheri, Mineo, Licodia Eubea, Sciortino, Buscemi, Ferla, Militello, Palazzolo Acreide, Melilli, Avola.

In questo vasto territorio della Sicilia Occidentale compito del Salsedo era la formazione e il comando di tutte le compagnie sul posto, compagnie costituite di 300 soldati ciascuna. A capo di ogni compagnia egli doveva poi scegliere un sergente (corrispondente grosso modo al grado di capitano) che “sacha scriviri”.

A sua volta la compagnia doveva essere articolata in 12 squadre con la forza per ognuna di 25 fanti. Prendeva il comando della singola squadra un caposquadra o capural (corrispondente ad un ufficiale o tenente), anche il capural doveva essere “persuna pratica et sacha scriviri”.

Praticamente l’ossatura portante della “nova milicia” del Vicerè don Juan de Vega veniva ad essere la squadra con il suo caporale, cui spettava il ferreo controllo dei loro sottoposti affinché fossero sempre presenti nei “servicii et exercicii di la guerra”. Inoltre ai caporali spettava tenere la lista nominativa dei soldati della propria compagnia e l’elenco delle armi in dotazione ad ognuno di essi.

Questo sargenti mayuri Francesco Salsedo era imparentato con il ramo dei Salsedo di Pantelleria, di quest’ultima in quello stesso torno di tempo era castellano e governatore Giovanni Salsedo, (forse un suo cugino, se non addirittura fratello). Sul finire del Cinquecento era poi ufficiale (caposquadra o capural, anche qui parliamo di gradi cinquecenteschi)) nella guarnigione del castello di Pantelleria un suo omonimo (forse un nipote), Francesco Salsedo.

Quest’ultimo, figlio di Ioannis Salsedo e di sua moglie Laura, lo ritroviamo, con la consorte Paula, nell’atto di battesimo del loro figlio Pietro, datato 4 dicembre 1590, in cui Francesco è detto “magnifico”. Padrino del bambino è don Francesco di Santo Stefano, capitano d’arme ovvero governatore dell’isola e madrina la moglie di questi Isabella.

Oltre Pietro, Francesco Salsedo e sua moglie Paola hanno altri figli: Joe o Giovanni, Maria, Paulo, Giovanna detta Joannella, Didacus o Diego, Vitria e Caterina. Maria Salsedo nasce il 21 dicembre 1598.

La battezza il parroco don Mariano Tarantino. Questa Maria contrae matrimonio il 17 febbraio 1621, quindi di anni 23, con Franciscus Scalabrino, figlio del “magistri” Vincenzo Scalabrino della città di Marsalia (Marsala) e di sua moglie Maria. Parroco don Giovanni Battista Maxucco. Testimoni il magnifico Ioanne Maxucco, Josephi de Malta e Andrea Maxucco. Paulo Salsedo nasce il 25 gennaio 1601. Joe Salsedo muore il 10 luglio 1604. Joannella Salsedo sposa il 5 ottobre 1604 Leonardus Stuppa, figlio di Michele Stuppa e Caterina. Testimoni sono Giuseppe de Bonomo, Jacobus Casano e tale Antonio. Didacus ovvero Diego Salsedo muore il 30 dicembre 1608 e viene sepolto nella “Matrice Ecclesia” presso l’altare denominato Jesus.

Vitria Salsedo contrae matrimonio il 3 febbraio 1616 con Petru Sardano, figlio di Petru Sardano, milite del castello e originario de “insula Maiorche”, e di sua moglie Nicola. Caterina Salsedo sposa il 18 ottobre 1625 Giuseppe Hernandes, figlio di Gregorio Hernandes, soldato della guarnigione castellana, e di sua moglie Pasqua. Rimasta vedova, Caterina contrae nuovo matrimonio il 10 novembre 1647 con Sebastiano Verdun o Verdum.

Il capural Francesco Salsedo muore in Pantelleria il 14 luglio 1645. Nell’atto di decesso si legge “unus militis residentis in hac insula Pantellaria” e viene indicata la sepoltura “in Ecclesia S.mi Rosarj”, la chiesa dei soldati dell’isola, ubicata accanto al castello. Nella seconda metà del Cinquecento la guarnigione del castello di Pantelleria poteva contare su una forza di un terzo di compagnia, ovvero 4 squadre per un totale di 100 militi con un sergente (capitano) e 4 caporali o capisquadra al comando.

La provenienza dei soldati era per lo più spagnola (o di discendenza), con una discreta aliquota sarda. Oltre a Francesco Salsedo, degli altri tre caporali di quel periodo ne conosciamo solo uno: Giovanni Peres o Prez, che compare, quale padrino, in un atto di battesimo del 6 dicembre dell’anno 1587.

Cerimonia particolare questa in quanto si battezzano due gemelle, Antonia e Caterina, figlie di Filippo De Strada soldato. Giovanni Peres era sposato con una certa Magdalena. La casata Peres si estingue in Pantelleria agli inizi del Settecento con la morte di Filippa Peres, che si era coniugata con Vito Maccotta in data il 6 gennaio 1675 (domenica). Dall’anno 1598 il grado di caposquadra / caporale sembra scomparire dagli atti dei vari registri panteschi, sostituito man mano dal nuovo grado di caposquadra / sergente.

Orazio Ferrara

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Cultura

Pantelleria: il Laboratorio di Giornalismo Unipant raddoppia!

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Dopo l’incontro molto partecipato con Marco Brancaccia, gli iscritti hanno chiesto ulteriori ore per fare pratica di Redazione

Venerdì 12 luglio appuntamento con Giulia Agostinelli. Si parlerà delle professioni e dei settori del giornalismo e di come comunicare in una Pubblica Amministrazione attraverso i nuovi media: immagini, video e podcast

Tanto entusiasmo e voglia di fare e imparare caratterizzano i partecipanti al Laboratorio di Giornalismo dell’Unipant che venerdì 12 luglio prossimo giunge al quinto appuntamento, quindi a metà percorso.

L’incontro con Marco Brancaccia, Capo Ufficio Stampa dell’ANCI Lazio, è stato particolarmente interessante e partecipato, con tantissime domande degli iscritti, anche perché l’argomento era piuttosto importante e delicato: i rapporti tra giornalismo e istituzioni e come scrivere un comunicato stampa istituzionale.

Il local è senz’altro l’argomento con più appeal per tanti e non sono mancate le domande su situazioni specifiche, anche riguardanti Pantelleria, e come si deve comportare in questi casi un giornale, un giornalista o un addetto stampa istituzionale, distinguendo ruoli, compiti e anche stile e regole di scrittura.

Un incontro molto intenso e pieno, quindi, che ha lasciato soddisfatti non solo gli iscritti, ma lo stesso Marco Brancaccia, che poi ha così commentato l’esperienza: “Sono stato davvero molto contento. Amo l’insegnamento e tengo molto a questo tipo di iniziative. Le domande sono state pertinenti e mostravano un reale interesse degli iscritti. Quando è così, è un piacere doppio poter approfondire il ruolo del giornalista e quello dell’Addetto Stampa, ma anche il discorso di fin dove deve esporsi un giornalista e la differenza tra dovere di cronaca e combattere i mulini a vento è di estrema attualità. Davvero una bella esperienza per me e sono contento che così sia stato anche per i partecipanti.”

Dopo questa iniziativa, a grande richiesta dei partecipanti al Laboratorio, nel mese di luglio sono state aggiunte altre due date dedicate esclusivamente alla pratica di redazione. L’iniziativa potrebbe essere estesa anche ad agosto.

“È una bella soddisfazione,” afferma Francesca Marrucci, “vedere l’entusiasmo e il genuino interesse di questa ‘classe’, che va dall’età adolescente alla terza età, passando per chi è diversamente abile. Tutti sono davvero bravi a scrivere e stanno imparando a modellare il loro stile personale per renderlo adatto al giornalismo, ma la loro voglia di raccontare, di esprimersi, è contagiosa e straordinaria. Ringrazio anche Italo Cucci che aggiunge la sua grande esperienza a questo Laboratorio e conferma la sua già nota disponibilità e sensibilità verso le ‘nuove leve’.”

Venerdì 12 luglio, sarà ospite del Laboratorio Giulia Agostinelli, e si parlerà delle professioni e dei settori del giornalismo e di come comunicare in una Pubblica Amministrazione attraverso i nuovi media: immagini, video e podcast.

Chi è Giulia Agostinelli?

39 anni, giornalista professionista. Dopo una gavetta nelle redazioni delle principali testate giornalistiche italiane (SkyTg24, Ansa – sede di Londra, Il Tempo, Libero) intraprende la carriera di addetto stampa.

Nel 2015 entra nella Pubblica Amministrazione, curando la comunicazione del progetto europeo Life Go Park del Parco Regionale dei Castelli Romani.

Per sette anni si è occupata di comunicazione e strategia comunicativa nel digitale per enti locali e sovracomunali, consulenze esterne e campagne elettorali.

È Responsabile della Comunicazione del Comune di Castel Gandolfo. 

Per ulteriori info: info@unipant.it oppure www.unipant.it

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Cultura

Gangi, dal 7 luglio “Di altri monti” la personale della musicista Floriana Franchina

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A GANGI L’INEDITA PERSONALE DI PITTURA DELLA MUSICISTA FLORIANA FRANCHINA

Il linguaggio è unico, due le forme espressive. Un itinerario sonoro ed emozionale tra colore e suono nella prima mostra personale della musicista-artista Floriana Franchina che sarà ospitata, dal 7 al 28 luglio, nelle sale nobili di palazzo Bongiorno a Gangi. Evento promosso dal Comune di Gangi e dall’Istituzione Gianbecchina. L’inaugurazione della mostra dal titolo “Di altri Mondi”, curata da Tanino Bonifacio, sarà domenica prossima, 7 luglio. Alle ore 19 nella sala polifunzionale(sotto piazzetta Vitale) ci sarà il concerto di Floriana Franchina che si esibirà al pianoforte presentando musiche inedite a seguire, alle 20,30, l’inaugurazione della mostra a palazzo Bongiorno.

Floriana, già primo flauto dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, oltre che pianista e compositrice, inaugura una nuova fase della sua carriera artistica con l’esposizione “Di Altri Mondi”. Pianista, flautista e compositrice italiana, diplomata al Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna ha partecipato a numerose tournée internazionali e ha pubblicato, anche, due album da solista.

“Attraverso una serie di opere evocative – dichiara Rosanna Migliazzo, presidente della Gianbecchina di Gangi- l’artista invita i visitatori a riscoprire quella parte di sé che è capace di sognare e immaginare nuove realtà.”

“La stretta collaborazione tra il comune di Gangi e l’Istituzione Gianbecchina – ha detto il sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello – ci consente per l’ennesima volta di promuovere un evento unico. Sono certo che l’esposizione delle opere d’arte di Floriana Franchina sarà una grande opportunità culturale per il nostro paese”.

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