La voce dei lettori
Pantelleria parte di un paese fatto di rovine
Riceviamo e pubblichiamo
La storia racconta: questa è terra di confine. Troppo lontana, anche se non così lontana dalla terra ferma. La storia tramanda: non solo tradizioni e conoscenza ma, invasioni e abbandoni. La storia scopre: ricchezze e vestigia. Il presente nell’affanno del quotidiano dimentica. Dimentica il valore delle pietre e ciò che possono raccontarci, oggi per domani. Cosa possono rappresentare per il futuro, che per quanto incerto un punto di partenza lo cerca e in esso è insito. Così come in passato è accaduto di ricostruire città dalle loro rovine, forse un giorno da queste rovine si ricostruiranno nuove possibilità, se non vere e proprie città. È una speranza semplice o forse una amara consolazione? Per questo motivo è necessario preservare, valorizzare, mantenere? Se l’Italia nostra fosse un paese povero di rovine, forse, avremmo più attenzione per le pietre? Come accade già in altri paesi, che poco posseggono per poter raccontare la loro storia. Noi possediamo tanto ma, diventiamo poveri nell’abbandono e nell’incuria; anche di quelle cose piccole che testimoniano le più recenti storie di vita contadina. Ciò che più impressiona è lo sforzo del singolo o al massimo del piccolo gruppo o del politico illuminato (La storia degli scavi di Pompei è un esempio) che per qualche congiuntura favorevole, a volte anche sconosciuta, riesce a dare vita a una storia concreta. E si apre allora “una speranza vera”. Per il resto, tutto rimane immobile e le rovine crescono. Pantelleria fa parte di questo “grande Paese” fatto di “Rovine”.
Non sono solo i siti archeologici (Scauri, Sesi, San Marco, Zubebi); non sono solo i monumenti (vedasi il Castello); non sono solo i “Dammusi” che, sembra che ne abbiamo così tanti da non meritare di essere protetti e valorizzati con appositi incentivi; non è solo l’agricoltura, priva di braccia; non sono solo le migliaia di km di muretti a secco che crollano e spariscono; non sono solo le chiese sconsacrate (San Michele, Santa Teresa, San Giacomo, San Francesco e quelle che non si ricordano neanche più) e i giardini di agrumi, sacri per altri versi; non sono solo i monumenti che raccontano la storia più antica, ma anche quella più recente e che in parte recuperati (vedasi “ex Polveriera” e “Mediateca” ex Macello, Museo del Mare) rimangono chiusi o diventano magazzini; non sono solo i cimiteri (qualcuno così raro, che è meglio non farlo sapere in giro); non sono solo le caserme e i bunker e l’archeologia industriale del secolo scorso; non sono solo i boschi che affannosamente ricrescono dopo gli incendi e le strade che li servono.
È ’intera isola, che di tutto ciò in parte si compone, a trovarsi chiusa nella morsa del degrado e dell’oblio. È l’intera isola a chiedere attenzione. È Pantelleria a chiedere che si intraprendano azioni concrete per non perdere quel poco che è stato recuperato e tutto ciò che ancora necessita di recupero, di conservazione, di valorizzazione e di cura. Non c’è più tempo!
Pantelleria 27.11.2021 – Arch. Rosalia Silvia
La voce dei lettori
Trapani, Italia Celere segnala mancata corresponsione di buoni pasto o tiket agli operatori di polizia
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
ART. 3 COSTITUZIONE: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”…tranne gli operatori di Polizia
In un Paese ove ci si preoccupa GIUSTAMENTE di assicurare un pasto ed opportuni generi di conforto a chi, pur facendo ingresso irregolare nel territorio dello Stato, si trova a dover passare ore all’interno di strutture dell’Amministrazione, dobbiamo purtroppo constatare che pari trattamento non viene garantito agli Operatori di Polizia che, a causa di servizi di O.P. e straordinario emergente, si trovano ad operare presso gli uffici di Polizia anche in orari che sono normalmente deputati alla consumazione dei pasti.
Dal mese di Novembre 2020 l’Amministrazione non corrisponde al proprio personale il corrispettivo sostitutivo dei cosiddetti “generi di conforto” previsti nei servizi di O.P. e, dal mese di Marzo 2021, non corrisponde il corrispettivo dei cosiddetti “buoni pasto o Ticket” sostitutivi della mensa obbligatoria di servizio.
Nel settore privato, alla base di ogni azienda vi è la programmazione degli obiettivi e delle esigenze future e non di rado, se qualche Manager non è in grado di programmare, prevedere o gestire tali bisogni, saltano le sedie. Ma NOI non operiamo nel settore privato, così capita che ogni anno si ripetano sempre le stesse emergenze (che ormai da emergenze si sono trasformate in cattive consuetudini) e pertanto il Personale che per legge “veglia al mantenimento dell’ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; cura l’osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità; presta soccorso nel caso di pubblici e privati infortuni” sia costretto a subire l’inefficienza di taluni MANAGER che provoca un trattamento disparitario anche nei confronti di chi si trova sul territorio Nazionale in virtù di una violazione di legge.
Per quanto sopra, questa O.S. chiede che si provveda in tempi certi alla corresponsione di quanto dovuto al Personale, non escludendo di promuovere azioni volte al recupero dei crediti vantati dai colleghi, nelle opportune sedi.
Ambiente
Pantelleria, Via Kazzen ripulita dalle erbacce. Ci scrive una lettrice
Ci scrive una lettrice per la pulitura di Via Kazzen. Riportiamo integralmente il messaggio:
“Tramite Il Giornale di Pantelleria a nome dei residenti di Via Kazzen voglio ringraziare il Comune per aver finalmente ripulito la strada! E comunque ritengo che determinati interventi vanno fatti prima di adesso.”
Il messaggio della lettrice prosegue con: “Su questo marciapiede fino a ieri mattina non si poteva nemmeno salire”.
Rimanete aggiornati con Il Giornale di Pantelleria su tutti i fatti di cronaca, cultura, attualità, politica, sport e altro ancora.
Per contatti: ilgiornaledipantelleria@gmail.com ovvero tramite Whatsapp al numero: 3332715327.
La voce dei lettori
Pantelleria, disagi con il servizio idrico a Kaffefi. Ci scrive un lettore
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Buongiorno,
mi permetto di scrivere pubblicamente questa mail alle vostre testate, dopo ponderata e lunga riflessione sull’opportunità di farlo. Ma, come capirete leggendo nel seguito, l’esperienza che sto vivendo ormai da 4 mesi con i responsabili del servizio idrico comunale, ha fatto sì che la misura raggiungesse il colmo e che pertanto non fosse più possibile non rendere pubblica una vicenda che sta ormai assumendo aspetti paradossali.
Provo a riassumere brevemente:
Io e mia moglie Ilaria Piscitelli, siamo proprietari di un dammuso in Contrada Kaffefi allacciato all’acquedotto gestito dal servizio idrico comunale (Codice Cliente 3646 intestato a mia moglie Ilaria Piscitelli).
Premesso che non risiediamo stabilmente a Pantelleria ma veniamo spesso nel corso dell’anno e non soltanto nel periodo estivo, intorno alla metà di Aprile 2022 siamo stati avvisati da amici panteschi che nella nostra proprietà era venuta a mancare l’acqua. In data 18 Aprile (martedì dopo Pasquetta) ci siamo attivati cercando di contattare telefonicamente l’ufficio del Servizio Idrico del Comune. Dopo ripetuti tentativi andati a vuoto siamo riusciti, dopo qualche giorno, a parlare solo con l’ufficio amministrativo, che nulla sapeva del guasto e che si è limitato a prendere nota della segnalazione affermando che l’avrebbe trasmessa alla sezione tecnica. Nei giorni successivi, non ricevendo alcuna notizia, abbiamo ripetutamente provato a chiamare e, visti i continui fallimenti, abbiamo inviato una mail per sollecitare informazioni in merito alla segnalazione effettuata.
Inutile dire che la mail non ha mai ricevuto risposta.
Non ci siamo arresi e abbiamo continuato a telefonare, quasi ogni mattina. La nostra speranza era che almeno qualcuno ci dicesse cosa stava succedendo e perché l’acqua non arrivava. Lungi da noi l’idea che si fosse proceduto alla riparazione, ci bastava sapere che qualcuno fosse per lo meno a conoscenza del problema.
Nemmeno questo siamo riusciti ad ottenere.
Non sapendo più a chi rivolgerci abbiamo deciso di inviare una nuova mail, questa volta mettendo in copia anche il sindaco, denunciando la gestione assolutamente inefficiente del servizio idrico che, a un mese dalla prima segnalazione, non è stato in grado di fornire alcun tipo di informazione, né sui tempi di risoluzione del problema, né sul fatto che si sia proceduto o meno a verifiche tecniche volte a valutare la natura e l’entità del problema stesso.
Anche questa volta la mail non ha avuto la benché minima replica da parte di nessuno.
Non vorrei farla troppo lunga ma le telefonate e le mail sono continuate sempre più pressanti, anche perché verso la fine di Maggio saremmo dovuti arrivare a Pantelleria.
Avendo a disposizione una riserva di circa 30 quintali di acqua siamo arrivati a Pantelleria con l’ansia di risolvere il problema prima che si dovesse procedere al ripristino dell’acqua mediante autobotte che, data la ridotta carreggiata dello sterrato che giunge alla nostra proprietà, non poteva che essere di dimensioni ridottissime (non più di 10 quintali di acqua per volta).
Al secondo giorno di permanenza a Pantelleria (e dopo quasi 2 mesi dalla prima segnalazione) siamo riusciti a sapere da un tecnico del Comune che il problema era noto: sulla nostra linea si era formata una grossa perdita e quindi per evitare sprechi di acqua, nell’attesa di riparare la perdita, la linea sarebbe stata attivata solo una volta a settimana (il sabato per l’intera giornata) per consentire alle varie utenze di fare scorta per la settimana successiva.
In effetti così è stato e per i 2 sabati successivi abbiamo constatato che l’acqua veniva resa disponibile per circa una ventina di ore.
Al terzo sabato (4 Giugno 2022) l’acqua non è più arrivata.
Il tecnico del Comune che per la prima volta ci aveva avvisati della perdita, ci aveva anche fornito il nominativo e il recapito di una persona da contattare in caso di problemi (Il signor Pirreca Maurizio) che successivamente abbiamo scoperto essere un privato al quale il Comune ha appaltato una parte del servizio di manutenzione della rete. Contattato, si è immediatamente attivato (lui sì) per capire il problema. Ha tentato di risolverlo ma invano. La questione pare fosse legata al fatto che la perdita sulla linea era ormai talmente grande che l’acqua non riusciva ad avere sufficiente pressione per raggiungere la nostra utenza posta più a monte. A questo punto la palla passava di nuovo al Comune che avrebbe dovuto, giocoforza, riparare la perdita.
Io e mia moglie nel frattempo siamo stati costretti a lasciare l’isola non potendo più continuare a rimanere con la spada di Damocle dell’acqua portata in cisterna a 10 quintali alla volta. Oltretutto, avremmo dovuto rivolgerci al Comune per avere questo servizio sostitutivo di erogazione dell’acqua. Cioè lo stesso Comune che non risponde!!!
Ad oggi non siamo ancora tornati e chissà se e quando potremo farlo, visto che il problema non è stato ancora risolto. Nel frattempo essendo riusciti a parlare con il signor Santangelo, responsabile tecnico del servizio, abbiamo avuto le seguenti spiegazioni in rigoroso ordine cronologico e a distanza di tre/quattro giorni una dall’altra:
- abbiamo ricevuto segnalazione dal signor Pirreca del problema, in settimana facciamo un sopralluogo per verificare
- abbiamo problemi con i tecnici in malattia, contiamo di fare il sopralluogo la settimana prossima
- abbiamo fatto il sopralluogo e abbiamo identificato il punto della perdita. Per ripararla ci servono però almeno due persone, probabilmente la settimana prossima riusciamo ad organizzare l’intervento
- Per intervenire abbiamo bisogno dello scavatore che sarà disponibile la settimana prossima
- Abbiamo fatto un sopralluogo e non riusciamo a trovare il punto esatto della perdita (in contraddizione con il punto 3). Quella linea è un colabrodo e sarà difficile intervenire. Abbiamo deciso di bypassarla e allacciarvi direttamente alla linea nuova che corre sulla strada asfaltata. Per fare questo lavoro è necessario uno scavo per il quale ci stiamo attrezzando
- Il Comune non ci fornisce lo scavatore, stiamo provando a reperirlo. Vi faccio sapere fra mezz’ora.
“Vi faccio sapere fra mezz’ora”. Questa è l’ultima comunicazione ufficiale che siamo riusciti ad avere dal Comune.
La mezz’ora ad oggi è diventata 6 giorni. Giorni durante i quali noi non siamo più riusciti a sapere nulla. Ovviamente abbiamo richiamato senza ottenere nessuna risposta se non un sms che ci intimava di non continuare a provare altrimenti ci avrebbero bloccati, visto che quello era un cellulare privato. Che fosse un numero privato il diretto interessato non lo ha mai specificato a voce, lo ha solo insolentemente dichiarato con quell’sms. Abbiamo sempre cercato di contattare Santangelo, rigorosamente in orario di lavoro, usando i tre numeri a nostra disposizione: innanzitutto quello del suo ufficio – pubblico – al Comune e poi, in caso di mancata risposta, i due numeri di cellulare, uno, come abbiamo appena scoperto, privato, e l’altro sempre spento (forse proprio perché di lavoro).
Credo di averla fatta fin troppo lunga. Ma la vicenda richiedeva un seppur essenziale riassunto, anche perché il suo aspetto così kafkiano (in certi punti lo definirei persino comico se non fosse tragicamente reale) mostra lo stato di abbandono e di inefficienza in cui versa un servizio così importante com’è quello dell’acqua pubblica, tanto più in un contesto difficile come può essere quello di Pantelleria. Ma quello che più di ogni altra cosa offende, è l’assoluta mancanza di trasparenza verso l’utente (che peraltro paga bollette che a questo punto definirei inutilmente care visto che non si è in grado nemmeno di fare una lettura corretta dei contatori una volta l’anno) che viene trattato come se fosse un disturbatore e quindi non degno nemmeno di avere un quadro chiaro della situazione.
Un utente che, si badi bene, se correttamente e onestamente informato, sarebbe anche disposto a contribuire a spese proprie all’intervento e quindi a venire incontro all’amministrazione.
L’amara considerazione finale che ci sentiamo di fare è che da questa triste vicenda purtroppo si evince una volta di più che in questo Paese tutto ciò che è amministrazione pubblica è ormai allo sbando più completo. Decenni di saccheggi di risorse pubbliche utilizzate per fini clientelari e politici, hanno condotto ovunque a non poter più contare su infrastrutture pubbliche correttamente progettate ed efficientemente manutenute.
Nel ringraziarvi per l’attenzione e per il tempo che vorrete dedicarmi porgo,
cordiali saluti
Renzo Miglioli
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