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Cultura

Pantelleria, il restaurato Macchi 205 con la carlinga d’autore: il M° Marco Mazzei

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Marco Mazzei l’artista che “rifece” un pezzetto di storia della Regia Aeronautica. Il parziale restauro della fusoliera del monoplano militare

Tanto fascino porta in sè questo piccolo velivolo della Regia Aeronautica, abbattuto e disperso nell’acqua di Pantelleria nel 1943, a Mursia.
Molto stiamo scrivendo su di esso a partire dal recupero, per poi passare alla presentazione allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, in Roma, fino a giungere alla conferenza a Pantelleria dell’11 luglio scorso.

E’ la storia dell’antico velivolo se vogliamo, la cui ricostruzione ancora in essere vede coinvolti molti attori protagonisti, porta in sè diverse chiavi di lettura: quella meramente bellica del monoplano di cui si dota la Regia Aeronautica; quella di un uomo ardimentoso dalla storia incredibile, Alvise Andrich, che lascia con il suo velivolo l’Hangar Nervi per combattere nei cieli di Pantelleria; quella del coraggio e della passione nel riportare bullone per bullone ogni pezzetto in superficie che hanno avuto e continuano Antonello D’Aietti e  il Capitano di Corvetta Sebastiano Sgroi; quella di un’isola accudente nel mare come in terra di un brandello molto significativo di uomini volitivi e illuminati come il Colonnello Franco Linzalone e il Ten. di Vascello Antonio Terrone.

Ma uno dei protagonisti di questa storia, uno degli autori della ricostruzione che fornisce altre chiavi di lettura ancora non lo abbiamo menzionato, seppur il suo nome sia molto noto a Pantelleria e nel mondo dell’arte: Marco Mazzei.

Memori della sua istallazione di qualche anno fa sul Porto di Pantelleria di “Pesci”, gli abbiamo strappato una intervista. L’artista, Ambasciatore della Cultura di Pescara, si è generosamente concesso esordiendo: “E’ stata una esperienza bellissima!”.

Ma lei che è di Pescara, come arriva a Pantelleria? “Il mio collegamento con Pantelleria nasce con l’ex comandate della Capitaneria di Porto, Antonio Terrone, che era di stanza all’epoca nella mia città. Lui ha cominciato a seguire le mie “avventure artistiche” in tutto il mondo, iniziando con i “Pesci”. 
L’istallazione che avete a Pantelleria rappresenta un tassello di molte altre sparse in molti paesi della Terra. Adesso andrò a Varsavia e poi a Abudabi. Non fu facile portare l’opera sull’isola, ma poi il comandante prese in mano la situazione e fece sì che si realizzasse l’istallazione. 
Una volta giunto sull’isola sono tornato molte volte e giunto a fare la conoscenza dell’ambiente del distaccamento dell’aeronautica militare.”

Quindi, così, conosce il colonnello Linzalone e inizia il progetto?Infatti! Quando sono arrivato io, egli stava cominciando a pensare sul Macchi e mi aveva proposto la commissione per la ricostruzione della carlinga. Questa cosa mi riempiva di orgoglio”.

Quando ha iniziato a lavorare alla fusoliera e che materiale ha usato? “Un mese fa circa per rifare una memoria di una fusoliera, utilizzando un alluminio alimentare, lo stesso che ho usato per i “Pesci: esso è coperto da Decreto Ministeriale perchè compatibile con ambienti fragili. Infatti i miei lavori sono apprezzati anche perchè rappresentano l’arte che si preoccupa dell’ambiente.
Questo lavoro ha portato molte difficoltà, ma che si sono superate favorendo peraltro la costruzione di rapporti di amicizia con il colonnello e altri militari.”

Cosa le rimane di questa avventura con il Macchi 205? “Guardi, la prima cosa che ho pensato quando mi è stato proposto: “E adesso che faccio?” Non capita tutti i giorni di rivestire un aereo, no?! E poi consideri che i militari hanno un piano di percezione che non è artistico, ma di ricostruzione storica. 
Io ho aggiunto un piano di percezione che è più poetico armonico, è un racconto. Io poi mi sono confrontato con il Colonnello Linzalone, perchè è dotato di un occhio estetico notevole che mi è tornato utilissimo.”

Quindi questo mezzo progettato e nato per eventi infausti come una guerra, come la morte o la difesa della vita, è rinato con un trasporto artistico e quasi onirico che ci riporta da dove è partito all’Hangar Nervi, con una “Diversa chiave di lettura“. “Esattamente, l’aereo è partito dall’Hangar e non vi è più tornato. Il fatto che sia “poeticamente ritornato” solo in alcune parti fregiate da un segno artistico, ridà una vita che non ha mai avuto: quella di un’opera d’arte. Il Macchi, dunque, quando lo si guarda adesso, restituisce delle sensazioni particolari.”

Ed è così, il Macchi 205 attuale prende varie forme a seconda di cosa si cerchi e sono forme di storia, di vita, di poesia e di uomini come Mazzei, Linzalone, Terrone e altri che con esso hanno sognato, si sono impegnati, lasciando traccia indelebile sull’isola del loro energico passaggio.

Il M° ha lasciato ulteriormente la sua firma e la sua creatività con due opere molto significative 

Il Crocifisso

La bandiera italiana

Ora, non resta che approfittare degli open day che il distaccamento dell’Aeronautica Militare di Pantelleria organizza periodicamente in aeroporto, dai tempi e per volontà dell’ex comandante il Ten. Col. Francesco De Astis e acquisito a piene mani dall’attuale Franco Linzalone, conferendo una connotazione anche culturale che avvicina la popolazione alla storia e all’affasciante mondo militare, abbassando le barricate inespugnabili e mettendo in comunicazione la fazione civile con quella delle stellette sul bavero.

Può interessare: Pantelleria – Aeronautica Militare: visite guidate al Distaccamento Aeroportuale e Hangar Nervi

Per conosce le opere del M° Mazzei
https://drive.google.com/file/d/1MPvvD5b9pRcxgmLWOgWtm1CAZuvyFWvr/view
 https://www.instagram.com/marco_mazzei_artist

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Personaggi

Ieri il compleanno del compianto Francesco Di Giacomo voce del mitico Banco. Il ricordo con foto

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Ieri sarebbe stato il 77° compleanno di Francesco Di Giacomo, voce indimenticabile del gruppo Banco.

L’artista veniva a mancare prematuramente il 22 febbraio del 2014, lasciando un grande vuoto nella musica in generale e in quella progressista in particolare.
Dal piglio volitivo, lo sguardo vivace e attento, era un personaggio di quelli che lasciano il segno anche a riflettori spenti.

Ha avuto incontri molto piacevoli durante la sua carriera, collaborando anche con il grande Federico Fellini, in tre film,  ma anche con Lucio Dalla, senza parlare dell’intervista con Gianni Minà.

Era decisamente un tipo geniale e di poche parole, pesate e posate e nonostante l’approccio un pò burbero, aveva un cuore grande e generoso.
Ecco perchè è rimasto nella memoria della musica italiana, nei suoi cari e nei suoi fans ancora legati.

E allora, dalla terra al cielo, tanti auguri, mister Big.

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Spettacolo

Ciminna, “Premio Gattopardo”: esposti 12 pannelli con foto del film di Visconti

Matteo Ferrandes

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Ciminna, “Premio Gattopardo”: esposti 12 pannelli della prestigiosa mostra fotografica di BCsicilia dedicata al grandioso film di Luchino Visconti

Si terrà sabato 24 agosto 2024 alle ore 21,30 in Piazza Mattarella a Ciminna la VI edizione del “Premio Gattopardo”. L’evento sarà condotto da Massimo Minutella con la direzione artistica di Aurelio Grimaldi. Durante la serata sarà premiato l’attore Tuccio Musumeci ed altre personalità del mondo culturale e artistico. Intervento musicale dell’Orchestra Filarmonica del Mediterraneo diretta dal maestro Michele De Luca.

Nel corso della manifestazione sarà possibile ammirare 12 pannelli della più grande mostra fotografica dedicata al capolavoro di Luchino Visconti: “Il Gattopardo” realizzata dall’Associazione BCsicilia sede di Ciminna e dal Centro Studi “La Donnafugata del Gattopardo”.

L’esposizione completa, che si può ammirare presso il Polo Museale di Via Roma, 88 a Ciminna con ingresso gratuito, offre al visitatore oltre 300 immagini che raccontano la costruzione negli anni Sessanta del secolo scorso del grande film a Ciminna, trasformata dal Visconti in maniera straordinariamente realista nella “Donnafugata” del celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa. I venticinque pannelli contengono i “fuori scena” della Titanus, inoltre immagini provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, dalla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana di Palermo e da privati.

La mostra segue un itinerario cronologico, iniziando proprio dai primi sopralluoghi del patron della Titanus Goffredo Lombardo, il fotografo di scena Giuseppe Rotunno e Gioacchino Tomasi Lanza, a seguire la costruzione del set dell’immaginaria Donnafugata: il palazzo del principe, la balconata della piazza, il palazzo municipale e la casa Sedara, ed i primi arrivi a Ciminna di alcuni attori: Paolo Stoppa, Rina Morelli e Claudia Cardinale. Inoltre l’esposizione mette in evidenza l’ingresso in paese della famiglia Salina, il corteo, il canto del Te Deum all’intero della Matrice. Nella seconda parte, il museo ospita una serie di foto che riguardano la vita sociale del Principe e del popolo di Donnafugata attraverso le immagini del canto della Bella Gigogin, il corteo, il plebiscito (uniche immagini notturne), l’arrivo e la partenza del Conte Chevalley e alcune scene riguardante la figlia del sindaco, Angelica, interpretata dall’attrice Claudia Cardinale. Alcuni pannelli sono dedicati alle due scene esterne nelle campagne di Donnafugata: la caccia del Principe insieme con Ciccio Tumeo.
Infine la mostra riserva al visitatore una sezione di backstage, con i fuori scena del film dove si scorge il regista Luchino Visconti “spiegare” a Burt Lancaster come aggredire Ciccio Tumeo, lo stesso Visconti che spruzza sul viso di Rina Morelli, nelle vesti della Principessa Maria Stella Salina, moglie di don Fabrizio, del borotalco per far apparire ancora più “realistico” il lungo viaggio in carrozza della Famiglia per raggiungere Donnafugata o la famiglia Salina nella chiesa madre di fronte una miriade di riflettori e operatori. Inoltre una serie di foto di scena che rivelavano il frenetico impegno di Sedara a favore dell’annessione, ma che successivamente vennero tagliate dal regista. Altre immagini riguardano il grande lavoro che si svolgeva dietro le cineprese e le tante persone che partecipavano a vario titolo come comparse, truccatori, fotografi, elettricisti, ecc. Momenti di un’avventura di cui non vi sarà mai traccia sul grande schermo.

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Cultura

Mazara – Festino di San Vito 2024, Vescovo “San Vito, aiutaci a disarmare lingua e mani”

Redazione

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«San Vito, aiutaci a disarmare la lingua e le mani, rinnova cuori e menti perché è la parola che ci fa incontrare i nostri fratelli e lo stile della nostra vita diventi pace». È uno dei passaggi del discorso del Vescovo monsignor Angelo Giurdanella pronunciato ieri nella chiesa San Michele di Mazara del Vallo prima dell’uscita del simulacro argenteo del patrono della città. Con l’annuncio in piazza della Repubblica si è aperto ieri il Festino di San Vito che si concluderà domenica. Ieri in piazza il Vescovo ha consegnato un cuscino di fiori ai vigili del fuoco che lo hanno deposto ai piedi della statua di marmo che si trova in piazza. «Noi guardiamo San Vito con gli occhi della fede, quella che ha lui e noi abbiamo ricevuto nel battesimo. Noi con San Vito abbiamo in comune la fede, la speranza, la carità. La vita di San Vito è stata singolare – ha continuato il Vescovo nel suo discorso nella chiesa San Michele – lui perseguitato continuava ad amare. Noi chiediamo a Dio di essere, nel nostro piccolo, operatori di pace, di bene, di mitezza, di bontà. A Dio chiediamo di donarci lo stesso coraggio di San Vito per dire mai più la guerra. Con la guerra tutto è perduto. Dio infondi in noi il coraggio, come quello che aveva San Vito, di percorrere passi concreti di pace»

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