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Cultura

Pantelleria in un giorno di fine agosto

Redazione

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La foto ritrae il Duca Amedeo d’Aosta e lo scrivente in un bar di Pantelleria un giorno di fine agosto dell’anno 2017. La foto, come d’altronde tutte le foto, ha una sua storia che merita di essere raccontata. Era sul mezzogiorno di una giornata di fine agosto dell’anno 2017, mia moglie ed io tornavamo a piedi verso la nostra abitazione di via Trapani, reduci da un rilassante bagno in una meravigliosa caletta nei pressi di Bue Marino. Come di consueto il sole pantesco picchiava forte e, benché breve, la passeggiata mi aveva messo in corpo un’arsura insopportabile. Allorché davanti, sulla mia destra, scorsi un bar, credo fosse il Cicci’s Bar, mi avviai subito spedito e felice verso di esso, farfugliando a mia moglie che mi seguiva poco lontana di “birra ghiacciata”, “tè freddissimo” o qualcosa di simile. Mi precedeva di alcuni metri verso l’entrata del bar una persona di corporatura alta. Lo notai distrattamente, in quanto già pregustavo una qualsivoglia “bevanda freddissima”. Questa persona, che era di spalle, prima di entrare, mise la mano nella tasca per prendere il portafogli, sicuramente per pagarsi la consumazione. Nel fare ciò gli cadde una banconota da cinquanta euro probabilmente non inserita nel portafogli, ma soltanto affiancata allo stesso. Della cosa egli neanche se ne accorse. Raccolsi la banconota e, entrato nel bar, mi avvicinai a quel signore, che intanto stava parlando tranquillamente al banco con una donna, forse la proprietaria. Gli raccontai l’accaduto e gli porsi la banconota. Avevo fatto il tutto il più veloce possibile, in quanto, ripeto, il mio unico e spasmodico desiderio in quel momento era soltanto quello di bere una fredda bevanda dissetante. Mi ringraziò e si presentò. Ma non ce n’era bisogno perché l’avevo già riconosciuto, era il Duca Amedeo d’Aosta, un filopante doc e non di quelli “favuze” (falsi) come dicono a Napoli. L’avevo già visto anni addietro passeggiare in banchina, e poi quand’ero giovane mio padre non mancava mai di segnalarmi gli articoli e le foto di settimanali, quali Oggi e Gente, che parlavano dei d’Aosta. E già, perché mio padre aveva una specie di venerazione per la Casa d’Aosta da quando aveva trascorso la sua giovinezza (dall’età di 17 anni) a bordo del Regio Incrociatore Duca d’Aosta, per poi essere assegnato alla base aeronavale di Pantelleria. Intanto era sopraggiunta mia moglie Ida, presentazioni e poi l’invito del Duca a sederci con lui ad un tavolino. Gli raccontai dell’ammirazione di mio padre per i d’Aosta e lui mi disse che aveva letto il libro di memorie di mio padre (Memorie di un 2° Capo della Regia Marina, in cui si parla diffusamente di Pantelleria). A quelle parole immaginai per un attimo la contentezza di mio padre

se fosse stato ancora in vita. Poi aggiunse che aveva saputo dell’uscita del mio recente “Pantelleria 1938-1943 / Cronache dalla piazzaforte” (2017) e che non l’aveva ancora trovato nelle librerie di Pantelleria. Vista la cortese disponibilità del Duca, gli domandai conferma di un episodio che mi aveva particolarmente incuriosito nelle mie ultime ricerche per l’elaborazione di un saggio sulla Madonna di Loreto quale Celeste Patrona degli aviatori. Avevo letto di un bruttissimo incidente aereo del luglio 1984 quando un biposto ultraleggero del tipo “Quick Silver”, con a bordo il Duca e un pilota dell’Alitalia, si schiantò letteralmente al suolo a San Giustino Valdarno. I due, benché seriamente feriti (per il Duca 14 mesi convalescenza!), se la cavarono. Si trattò di un vero e proprio miracolo, che Amedeo d’Aosta ascrisse ad una medaglia della Madonna di Loreto, che aveva sempre con se. Gli chiesi conferma di ciò e lui, senza dir nulla, sbottonò la maglietta e mi mostrò una catenina con una medaglietta con l’inconfondibile effigie della Vergine di Loreto. Poi aggiunse: “La porto sempre con me dal giorno del mio venticinquesimo compleanno, ovvero dal 27 settembre 1968”. Intanto si era fatta ora di pranzo e venne a prenderlo la moglie, la marchesa Silvia Paternò di Spedalotto. Ci salutammo e, nel tornare a casa, ebbi la ferma convinzione di aver parlato veramente con un personaggio fuor dal comune. Senza dubbio una bella e proficua mattinata, che festeggiai, a fine pranzo, con dell’ottimo e ambrato e fresco passito di Pantelleria.

Orazio Ferrara

Cultura

Scuola, studiare il siciliano: 500mila euro dalla Regione per 2ª edizione di “Non solo Mizzica”

Redazione

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 Scuola, studiare il siciliano: la Regione finanzia la seconda edizione di “Non solo Mizzica”
Presidenza della Regione
Promuovere lo studio delle tradizioni, della cultura e del dialetto siciliano tra i banchi di scuola. È l’obiettivo del progetto “Non solo Mizzica – Il siciliano, la lingua di un popolo”, giunto alla seconda edizione grazie a un nuovo finanziamento di 500 mila euro della Regione Siciliana per il biennio 2025-2026.

L’assessorato regionale dell’Istruzione e formazione professionale ha emanato una circolare destinata agli istituti scolastici con sede in Sicilia. Sono due le tipologie di finanziamento per iniziative curriculari ed extracurriculari da realizzare nelle scuole: le azioni di “tipo A”, che riguardano gli istituti di ogni ordine e grado, da finanziare con un importo massimo di cinquemila euro ciascuna; quelle di “tipo B”, destinate ai progetti di partenariato tra istituti superiori con un liceo coreutico-musicale nel ruolo di capofila, per un costo massimo finanziabile di 40 mila euro ciascuno.

«Con questa iniziativa – sottolinea l’assessore Mimmo Turano diamo ai nostri studenti l’opportunità di conoscere le tradizioni linguistiche e culturali della nostra terra. Sostenere percorsi di studio della lingua siciliana significa contribuire a “fare memoria”, tramandare conoscenza e riscoprire un patrimonio culturale unico, straordinario e dalle radici antiche».

Le attività potranno riguardare, tra l’altro, studi e ricerche sui dialetti locali (anche in collaborazione con università, centri di ricerca, associazioni culturali ed esperti), poesie, detti, canti, nenie, filastrocche, “cunti”, secondo i diversi codici espressivi (fonici/uditivi, visivo/gestuali), incontri e giornate studio organizzati anche in forma aggregata tra più scuole, Meta finale, anche nella seconda edizione, sarà una manifestazione pubblica con artisti siciliani, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo in veste di testimonial.

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Cultura

6 aprile Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace

Redazione

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Io ho un sogno: far scoppiare la pace e sostituirmi ad ogni guerra

Fausto Desideri

Il 6 aprile si celebra in tutto il mondo Giornata mondiale dello sport per lo sviluppo e la pace, istituita nel 2013 dall’Assemblea Generale dell’Onu per promuove l’importanza dell’attività sportiva come strumento di pace e legame tra i popoli. 
Fausto Desideri, poeta ispirato che spesso si esprime in rima e in vernacolo romanesco, ha sintetizzato lo spirito di questa giornata con un toccante e sagace componimento in versi.

Io sono lo Sport,
nella vita sono la competizione positiva
dai cento volti,
io sono lo sport,
sono il testimone del tempo
che ha per confini quattro elementi :
l’aria dove volare coi sogni,
il fuoco dove conservare l’antica fiamma della passione,
l’acqua dove far nuotare le eccellenze dell’uomo,
la terra dove,
correndo dietro la perfezione,ognuno migliora se stesso.

Io sono il passato, il presente, il futuro.

Vite innumerevoli ho visto,
sofferenze e gioie mi hanno cantato,
scese come pioggia su di me.

Sono l’albero dei desideri
dove i frutti sono la felicità.
Sono la pietra miliare
nella via di mezzo dei popoli,
la via che conduce alla pace
e che la dona a due viandanti: giovinezza e vecchiaia.

Sono stato, sono e sarò il tollerante amante di ogni etnia,
di ogni politica di ogni religione.
Sono stato, sono, sarò l’Athanor dove il femminile ed il maschile
vivono abbracciati
… come vuole
mia madre umanità.

Su di me si è riposato
il piacere ed il dolore
sotto me vorrei sepolte
illusioni, collera e vanità.

Io sono lo sport,
la competizione positiva
di corpi, anima, mente e spirito.

… Io ho un sogno: far scoppiare la pace e sostituirmi ad ogni guerra

Fausto Desideri

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Cultura

Pantelleria, calendario delle festività: scuole chiuse e tutti a casa

Direttore

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E’ stata lunga dal 6 gennaio, aspettare per una pausa di riposo e godereccia, in famiglia o tra amici.
E ancora non è finita: quest’anno dobbiamo aspettare il 17 aprile per la pausa pasquale dalle attività scolastiche.

Quando chiude la scuola per l’anno 2024/2025 – eccetto esami

Nelle scuole di ogni ordine e grado operanti in Sicilia per l’anno scolastico
2024/2025, le lezioni hanno avuto inizio il 12  settembre 2024. I giorni di scuola
sono determinati in 207 e/o 206  e avranno termine il 7 (sabato) giugno 2025
Per tale ricorrenza religiosa, la Regione Siciliana ha stabilito i seguenti giorni:
 vacanze di Pasqua: dal 17 aprile 2025 al 22 aprile 2025

I giorni di festività sono, in verità solo la domenica 20 aprile 2025, Pasqua e il lunedì dell’Angelo che cade il  21 aprile 2025.

Ma dal 21 in batter d’occhio ci ritroviamo alla Festa della Liberazione (o semplicemente il 25 aprile), è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo

– 25 aprile 2025: Festa della Liberazione

Tempo una settimana e ci ritroviamo ad una ricorrenza che ci porta tutti a cambiare indumenti, per passare definitivamente alle t-shirt di cotone, calzature leggere e sole sul volto da godere sugli scogli panteschi.

La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori viene celebrata il 1º maggio di ogni anno in molti paesi del mondo (negli Stati Uniti d’America e Canada nel primo lunedì di settembre), per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa.

– 1° maggio 2025: Festa del Lavoro;

Chiudiamo questa serie di ferie con la Festa della Repubblica. La Festa della Repubblica Italiana è una festa nazionale italiana, istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana. Si festeggia ogni anno il 2 giugno, data del referendum istituzionale del 1946, con la celebrazione principale che avviene a Roma. La Festa della Repubblica Italiana è uno dei simboli patri italiani.

– 2 giugno 2025: Festa della Repubblica.

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