Cronaca
Pantelleria Isole Minori – Sciopero nazionale trasporti, Caronte & Tourist servizi minimi l’11 aprile
Sciopero nazionale dei trasporti. Caronte & Tourist ha predisposto i servizi minimi da assicurare nello Stretto di Messina e tra la Sicilia e le isole minori.
Messina – 10/4/2024 – In previsione dello sciopero nazionale dei trasporti proclamato dalle Confederazioni CGIL e UIL e dalle rispettive federazioni di categoria per la giornata di giovedì 11 aprile, il Gruppo Caronte & Tourist ha predisposto lo schema dei servizi minimi da assicurare nello Stretto e da e per le isole minori individuando navi e lavoratori comandati.
Nello specifico, Caronte & Tourist comunica che nelle quattro ore di sciopero (dalle 8,00 alle 12,00) saranno in servizio nello Stretto almeno una nave tra Rada San Francesco e Villa San Giovanni (con partenze ogni ora e 20 minuti) e una tra Tremestieri e Villa San Giovanni (per un totale di quattro corse A/R).
Isole Minori
Per quanto concerne invece le isole minori, nella fascia oraria interessata dallo sciopero saranno in servizio almeno tre navi da e per le Eolie; una nave da e per Ustica come da e per le Egadi e da e per le Pelagie.
Nelle ore dello sciopero, a garanzia delle esigenze di sicurezza di lavoratori e passeggeri e per assicurare il corretto svolgimento delle operazioni commerciali, nei piazzali d’imbarco e nelle biglietterie la logistica è stata riorganizzata.
Ulteriori info e documentazione sono online e consultabili sul sito del Gruppo Caronte & Tourist (carontetourist.it). Messaggi informativi saranno trasmessi a bordo delle navi in servizio.
Ambiente
Stromboli, alluvioni e incendi: riunione sullo “stato di salute” dell’isola
La riunione è servita per un primo approfondimento sullo stato delle conoscenze relativamente allo stato dei versanti
di Beatrice Raso da Meteoweb.eu
Si è tenuta una riunione tecnica di coordinamento, in videoconferenza, tra Protezione Civile nazionale e regionale, Comune di Lipari, Enti regionali competenti sul territorio, scienziati, esperti e vulcanologi per valutare, tutti insieme, la condizione dell’isola di Stromboli dopo gli ultimi eventi meteorologici. Un confronto importante, soprattutto dal punto di vista scientifico, per analizzare i dati in possesso e pianificare, nell’immediato, analisi determinanti sulle variazioni strutturali e morfologiche dell’isola e del suo vulcano.
L’analisi del dissesto idrogeologico di Stromboli, come hanno evidenziato tutti gli interventi tecnici e scientifici, richiede una valutazione complessa che riguarda non solo gli eventi metereologici, ma anche l’attività del suo vulcano. I suoi detriti, infatti, dai depositi dei materiali vulcanici, vengono portati a valle, dopo ogni pioggia. In questo quadro, già di per sé complesso e oggetto di analisi e studio da parte della comunità scientifica da decenni, negli ultimi anni si sono aggiunti due incendi (nel 2019 per effetto di una esplosione piroclastica e nel 2022 durante le riprese di una nota fiction televisiva), e numerosi eventi vulcanici straordinari che, negli ultimi 5 anni, hanno aumentato di molto la quantità di materiale eruttivo depositato a monte.
La riunione è servita per un primo approfondimento sullo stato delle conoscenze relativamente allo stato dei versanti che saranno soggetti, a brevissimo, a nuovi studi ed ispezioni.
“Servono strategie ad hoc”
Nel suo intervento, Nicola Casagli, professore di geologia applicata dell’Università di Firenze, Presidente del Centro di competenze dedicato ai servizi di Protezione Civile, che da 30 anni svolge attività di supporto alla Protezione Civile nella gestione di tutte le calamità, ha evidenziato che “per Stromboli vanno pensate strategie ad hoc, perché è un vulcano attivo che produce materiale detritico continuamente e che bisogna trovare il modo di immobilizzare. Proprio per questo, le strategie impiegate a Ischia e Giampilieri qui non sono sufficienti, e vanno adattate a una condizione che ha un grado di complessità maggiore”.
Economia
Perché il prezzo delle patate sta aumentando in Italia?
Negli ultimi mesi, il prezzo delle patate ha subito un significativo aumento, mettendo in discussione il loro ruolo di alimento “povero” e accessibile. Al 30 settembre 2024, il costo al consumo ha registrato un incremento di 15 centesimi rispetto all’anno precedente, mentre i costi di produzione si avvicinano ai 12.000 euro per ettaro.
Questa situazione riflette una combinazione di fattori climatici, economici e strutturali che stanno influenzando non solo l’Italia, ma l’intero mercato europeo.
Quali sono le cause principali del rincaro delle patate?
L’aumento del prezzo delle patate è attribuibile a diversi fattori, molti dei quali legati ai cambiamenti climatici. Eventi come piogge abbondanti e periodi di siccità hanno ridotto le rese produttive, declassando una parte significativa del raccolto. Nel 2023, le produzioni europee hanno subito uno dei peggiori cali degli ultimi dieci anni, con 11.000 ettari coltivati a patate persi in tutta Europa, secondo dati di UNAPA.
Inoltre, l’industria alimentare rappresenta un’agguerrita concorrenza. Con il 60% del consumo di patate destinato a prodotti trasformati nei Paesi OCSE, la domanda da parte di questo settore è in costante crescita. Le proiezioni indicano un possibile aumento del 70% della domanda globale entro il 2030, spingendo molti produttori a preferire contratti più remunerativi con l’industria di trasformazione piuttosto che il mercato al dettaglio.
Anche l’aumento dei costi dei fattori produttivi, come i semi, contribuisce al problema. L’Italia, che importa quasi 865.000 tonnellate di tubero seme all’anno (+33% rispetto al 2022), deve far fronte a costi crescenti, rendendo sempre più onerosa la coltivazione.
Come influisce la dipendenza dall’importazione sulle patate italiane?
L’Italia è fortemente dipendente dalle importazioni di patate, soprattutto dalla Francia, Germania e Spagna. Tuttavia, il calo delle produzioni in questi Paesi sta esercitando una pressione significativa sul mercato italiano. Ad esempio, la Spagna ha dovuto azzerare le esportazioni per soddisfare il proprio consumo interno, aggravando la situazione.
Secondo l’Istat, il 2023 ha visto un incremento delle importazioni italiane di patate da 650.000 tonnellate a quasi 865.000 tonnellate, segnando una crescita del 33% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, le esportazioni italiane si mantengono su livelli minimi, con sole 100.000 tonnellate. Questa disparità espone il mercato italiano a ulteriori rischi in caso di fluttuazioni dei prezzi globali.
Nonostante ciò, le superfici coltivate a patata in Italia sono rimaste stabili negli ultimi anni, attestandosi intorno ai 47.000 ettari. Tuttavia, l’utilizzo di varietà meno adatte, dovuto a semine irregolari, e i danni causati da parassiti come l’elateride, continuano a compromettere la redditività dei produttori.
Come influiscono i fattori energetici sul prezzo delle patate?
L’aumento del prezzo delle patate è strettamente legato alla crisi energetica e all’inflazione. I processi agricoli, come l’irrigazione, la conservazione e la trasformazione, dipendono fortemente dall’elettricità. L’incremento dei costi energetici ha reso queste operazioni sempre più onerose, contribuendo all’aumento del prezzo finale delle patate.
Al 30 settembre 2024, il rincaro di 15 centesimi al chilo rispetto all’anno precedente riflette anche l’impatto di questi fattori. L’irrigazione intensiva, resa necessaria dai cambiamenti climatici, richiede un consumo energetico maggiore, mentre i sistemi di conservazione a lungo termine nelle celle frigorifere si stanno dimostrando particolarmente costosi per gli agricoltori. Il costo per kWh più elevato sta aumentando ulteriormente il prezzo delle operazioni agricole, con effetti a cascata sui consumatori.
Inoltre, l’industria di trasformazione, che rappresenta oltre il 60% del consumo finale di patate nei Paesi OCSE, richiede notevoli quantità di energia per produrre beni come patatine fritte e prodotti surgelati. Questo settore, già in forte espansione con una domanda prevista in aumento del 70% entro il 2030, sta assorbendo ulteriori risorse energetiche, aumentando così i costi complessivi della filiera.
In questo contesto, i rincari energetici non solo gravano sulle bollette domestiche, ma si riflettono anche sul costo dei beni alimentari essenziali, riducendo il potere d’acquisto delle famiglie. Le bollette più elevate impattano direttamente sui produttori, aumentando i costi di gestione delle loro attività. Investire in tecnologie più efficienti e in fornitori di energia con offerte sostenibili potrebbe mitigare l’impatto di questi aumenti a lungo termine.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/aumento-prezzo-patate-in-italia/
Economia
Pescatori dal Papa, SOS clima per la Flotta Italia
Dalle alluvioni alle specie aliene pesano gli effetti dei cambiamenti climatici ma crescono anche le attività salva natura come le pesca dei rifiuti
di Filomena Fotia da Meteoweb.eu
“Dal surriscaldamento alla proliferazione di specie aliene, fino alle alluvioni che riversano acqua dolce e detriti in mare, gli effetti dei cambiamenti climatici minacciano sempre più la Flotta Italia. A partire dai suoi giovani, dai quali vengono però anche interessanti esperienze di salvaguardia della natura, come nel caso dei pescatori di plastica“: lo afferma la Coldiretti Pesca in occasione dell’udienza privata da Papa Francesco, in Vaticano a Roma, con tantissimi pescatori provenienti da ogni parte d’Italia organizzata nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata mondiale della Pesca.
Presenti il responsabile Lavoro di Coldiretti Romano Magrini e quella di Coldiretti Pesca Daniela Borriello. La pesca “è un settore importante del Made in Italy a tavola con circa 12mila imbarcazioni e 30mila addetti, ma il suo futuro è oggi messo in pericolo dai mutamenti climatici, con effetti combinati che riducono il pescato e rendono sempre più difficili le condizioni in cui operare.
Le ormai frequenti alluvioni, ad esempio, non colpiscono solo campagne e città ma hanno effetti devastanti anche sulle attività ittiche, a partire da quelle dell’acquacoltura, diventata negli ultimi anni una vera e proprio eccellenza italiana. con un valore della produzione di circa mezzo miliardo di euro“, spiega Coldiretti Pesca.
La storia di Federico Falconi, giovane pescatore veneto, “è in questo caso emblematica. Dopo aver messo su un allevamento di vongole con importanti investimenti ha visto la sua produzione dimezzata nel marzo scorso a causa dell’acqua mista a fango che i fiumi hanno riversato in mare dopo le abbondanti piogge che avevano colpito il territorio. Un fenomeno a cui si sono subito aggiunti gli attacchi del granchio blu, che lo hanno costretto a investire ancora per la protezione delle vongole con appositi teli sottomarini. Ma in autunno ha dovuto affrontare una nuova alluvione, con l’acqua dolce che ha abbassato la salinità del tratto costiero dove aveva il suo allevamento, di fatto cancellando l’intera produzione“.
L’effetto clima “si avverte anche a livello strutturale, con il surriscaldamento del mare e i mutamenti delle correnti. Come racconta Andrea Tagardella, giovane pescatore laziale di Terracina, le mareggiate che fino a qualche anno fa avvenivano a settembre ora si sono spostate a novembre/dicembre. Il risultato combinato dei diversi fattori è che il pescato si è praticamente dimezzato nello spazio di un decennio“.
La Flotta Italiana rappresenta però “anche una risorsa per salvaguardare l’ambiente, come dimostra l’esperienza dei pescatori di plastica, come quello di Simone Costantini, giovane ligure. Da quattro anni collabora con la start up Ogyre recuperando i rifiuti che i fiumi portano a mare. Una mole degli oggetti più disparati che, oltre a inquinare, causano gravi problemi alla fauna marina. Non è inusuale, infatti, trovare dei piccoli pesci dentro bottiglie di plastica o polpi intrappolati in vecchi copertoni. Simone ne porta a terra ogni anno circa tre tonnellate che vengono convogliate in porto per essere successivamente smaltite“.
“Un impegno a tutela dell’ambiente che va sostenuto con apposite misure ma è importante anche, più in generale, tutelare le imbarcazioni colpite dagli effetti del clima, garantendo ristori e creando le condizioni per evitare un abbandono delle attività che taglierebbe posti di lavoro e un settore importante per l’economia nazionale, favorendo le importazioni dall’estero“, conclude Coldiretti Pesca.
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