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Cultura

Pantelleria, “U dammusu” di Maria Valenza, deliziosa poesia in vernacolo

Marilu Giacalone

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Torna la nostra meravigliosa poeta Maria Valenza, con una delicatissima ode in vernacolo pantesco, dedicata al dammuso

Si metti pedi a Pantiddraria
vidi tanti DAMMUSA pi la via.
Di chisti antichi abitazioni
si nnamuraru ghenti di tutti li nazioni,
tantu chi cuntinuaru li custruzioni
puru li novi ghinirazioni.
Lu DAMMUSU era lu “locu”,
unni stannu famigghi, animali e posti di iocu.
Fattu di petra lavica, terra, rina, quascina e pizzulana,
cu li tettira a cupula pi cogghiri l’acqua chiuvana;
c’era almenu una ISTERNA cu l’acqua pi viviri, lavari e n’un gniri a la “funtana”.
Spissu, un PASSIATURI lu “dammusu” nturniava ,
c’una DUCCHENA unni mmarazzi si ppuiava e quarcunu cu li patruna si ssittava e cunvirsava.
C’ era un STINNITURI, c’un furniddru e una “quadara”,
pi mmugghiari la rascina cu li coppa e stennila para, para.
C’era un’ AIRA, unni lu sceccu o lu mulu ghirava,
mentri lu viddranu cu la pala spagghiava:
l’ oiru o lu furmentu
chi pi tutti era un bon nutrimentu.
C’era una PILA DI PETRA a la isterna viscina
pi lavari li robbi, la lana e macari la “cutra-scina”.
C’era lu IARDINU e lu VAGNANU,
p’ aviri frutta e virdura a purtata di manu.
E, pi cumpritari lu “dammusu”,
di li lochira pi l’animali si fascia usu.
C ‘era la STADDRA di lu sceccu, di lu mulu, di la vacca e di lu viteddru;
lu SARDUNI pi la crapa e lu sciavareddru;
lu GADDRINARU pi li gaddrini e lu ZACCHINU pi lu purceddru;

lu MACASENU DI LU VINU, di tanti cosi era scinu cu:
palamentu , palaturi, trappitu, vutti e tina,
mmuta, sciasca, mpagghiati, criva, vallirotta, panara e cuffina.
C’era lu MACASENU DI LI SCIAPPIRI, cu: panara e panareddra
vaschi di scimentu, statia, tini, sacca di sali di cananavazzeddra.
L’ OCCHI D’ARCHETTI sci putì truvari ntà lu fora di dri dammuseddri,
dunni si riparannu, iucannu e si ripusannu pioccitteddri e vicciareddri.
La porta di lu “dammusu” era zingata,
cu lu purteddru chi la naticcia e la succula tinia firmata.
Ntà la trasuta, truvavi subbitu la cuscina cu lu furnu a ligna e lu cuffulalru sempre dumatu
pi cosciri e aviri lu locu quadiatu.
Ntà li latira, una CASENA sci putì truvari,
pi teneri frischi e sarvari li cosi di manciari.
Lu STIPU A MURU un’putia mai mancari,
pi pignati, cazzalora, quadaruna, piatta, bicchieri e pusati risittari.
Po’ c’era puru la SARDETTA ,
fatta ad avutu ntà un’archetta.
C’ernu li porta di li spercia, pi trasiri ntà l’autri stanzi;
prima ntà la sala, dunni si fascinnu li granni pranzi,
cu: stipa a mura, una tavula, una vitrina e lu sufa’
pi risciviri ghentI in gran quantità.
Po’ c’era la CAMMIRA cu l’ARCOVA e lu CAMMARINEDDRU,
unni durminnu: patri, matri e macari chiù d’un picciutteddru.
Chisti ernu li lochira di l’ anticu “dammusu”
chi nunnè ancora fora usu,
anzi, esti tantu cunsidiratu,
e ntà tuttu lu munnu è apprizzatu e numinatu.

L’autrice
Maria Valenza

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Cronaca

Pantelleria – Filippo Panseca, il cordoglio del Sindaco

Redazione

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Il Comune di Pantelleria piange la scomparsa di Filippo Panseca, artista visionario e cittadino amato

Con grande tristezza, l’Amministrazione Comunale di Pantelleria si unisce al dolore per la scomparsa di Filippo Panseca, uno degli artisti più innovativi e significativi del panorama culturale internazionale.

Filippo è deceduto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità pantesca, che lo ha sempre accolto con affetto e stima.

Filippo Panseca ha scelto Pantelleria come sua casa, un luogo dove ha voluto invecchiare e dove ha continuato a realizzare opere che univano arte, tecnologia e riflessione sociale.
La sua visione artistica e il suo impegno culturale hanno segnato una generazione e hanno trasformato l’isola in un luogo di ispirazione per molti artisti e visitatori provenienti da tutto il mondo.
La sua arte, capace di fondere l’innovazione tecnologica con la tradizione, ha portato Pantelleria a essere conosciuta anche per il suo contributo alla cultura contemporanea.

Il cordoglio del Sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona

Filippo Panseca non era solo un artista, ma un pantesco di adozione. La sua arte e il suo spirito indomito hanno arricchito il nostro territorio e ci hanno insegnato quanto sia importante il legame tra arte, natura e innovazione.
Filippo ha fatto di Pantelleria un punto di riferimento per la cultura, un angolo del mondo dove la bellezza non si fermava mai. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le sue opere, che resteranno per sempre nella memoria collettiva di tutti noi. A nome di tutta l’Amministrazione Comunale e della comunità di Pantelleria, esprimiamo il nostro più sentito cordoglio e siamo vicini alla sua famiglia in questo momento di grande dolore.

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Pantelleria, è morto Filippo Panseca. L’istrionico artista vivrà per sempre nella memoria dell’isola

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Pantelleria perde un artista, un amico e un conoscitore devoto e raffinato

E’ morto all’età di 84 anni, Filippo Panseca, l’istrionico artista palermitano, naturalizzato per tutta la sua carriera a Milano.

Tuttavia, aveva conosciuto Pantelleria, negli anni ’70, dove ha vissuto gli ultimi anni, fino alla fine,  avvenuta questa notte.
Inutile l’intervento presso l’Ospedale Nagar: un infarto letale si è preso gioco di lui e l’ha strappato all’affetto dei suoi cari, i figli, la nipotina figlia di Giorgia, la moglie.

Panseca nel Sese

Era così legato alla nostra isola che non solo si è trasferito come molti fanno per ritrovare se stessi o vivere con una scadenza della vita diversa, ma anche per continuare a dare libero sfogo alla sua creatività, alla sua vena artistica.

Aveva creato un villaggetto, presso i sesi, e poi un museo, dove raccoglieva il suo sapere e la sua generosa vitalità.

Ci aveva colpito in molte occasioni, per la sua indole, ma sapere che era stato il creatore del garofano come simbolo del Partito Socialista di Bettino Craxi, oltre che della piramide multimediale per i comizi del premier, avevano dato spiegazioni a molte domande sull’essenza di Panseca, lo spessore dell’artista e l’animo di quell’uomo, dai capelli lunghi e i kaftani indossati con quello  stile e quella amabilità che lo hanno reso da sempre unico.

Il cordoglio sui social si sta arricchendo di ora in ora, parlando della genialità e della simpatia, della preparazione e della capacità sociale di Filippo Panseca.

Tra tutti cogliamo quello di Bobo Craxi: “Filippo Panseca lascia un segno nell’arte contemporanea. il suo eclettismo ha saputo unire il gesto d’artista all’impegno civile.
Piango l’amico caro, il compagno, l’uomo che ha vissuto il suo tempo ed ha disegnato e immaginato l’Italia da Pantelleria a Milano, passando per Rimini e Palermo.”

Le condoglianze più sentite dalla nostra redazione, che negli anni si è arricchita di contenuti grazie al M° Filippo Panseca.

Bonito Oliva e FIlippo Panseca

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Cultura

Il Cous Cous Fest ad Algeri per la Settimana della cucina italiana nel mondo

Redazione

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Due chef di San Vito Lo Capo, in rappresentanza dell’Italia, vincono la gara di cous cous con il team locale

Il Cous Cous Fest è sbarcato ad Algeri per la nona edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo organizzata dall’Ice in collaborazione con l’Ambasciata italiana in Algeria e l’Istituto italiano di cultura di Algeri. Antonio Vultaggio e Calogero Bascio, chef di San Vito Lo Capo, sono i testimonial scelti per rappresentare l’Italia nell’ambito dell’iniziativa, un appuntamento annuale organizzato dal Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale con il supporto dell’Agenzia ICE per il commercio estero, volta a valorizzare la tradizione culinaria italiana nel mondo e le eccellenze del settore agroalimentare ed enogastronomico italiano, sostenendo le esportazioni del settore.

“Si tratta di un’importante occasione – ha detto il sindaco di San Vito Lo Capo, Francesco La Sala – per fare conoscere la cultura, i sapori e la tradizione gastronomica siciliana che rendono San Vito Lo Capo e il Cous Cous Fest due eccellenze italiane e per celebrare le comuni radici mediterranee che legano l’Italia all’Algeria”.

La settimana si è aperta con una cena inaugurale, che si è svolta nella residenza dell’Ambasciatore italiano in Algeria, Alberto Cutillo. I due chef sanvitesi hanno partecipato anche ad una competizione di cous cous che ha messo a confronto la tradizione italiana con quella algerina, aggiudicandosi la vittoria sul team di chef locali. Diversi gli appuntamenti in programma che racconteranno, anche a tavola, il rapporto tra dieta mediterranea e cucina delle radici, creando un ponte tra culture diverse ma con tanti punti in comune.

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