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VIP a Pantelleria

Quando il vento di Pantelleria diventa musica nelle canzoni di Sting

Nicoletta Natoli

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“A Pantelleria le parole erano nel vento, io ho dovuto solo allungare una mano e raccoglierle…”

Sono parole di Sting, cantautore britannico che ha iniziato la sua carriera come membro del gruppo dei Police per poi intraprendere una carriera solista di grande successo.

Anni fa, durante una vacanza a Pantelleria, l’artista compose ben sette brani musicali, e quando gli fu chiesto il motivo di cotanta ispirazione, rispose appunto che non si era dovuto nemmeno sforzare, poiché le parole gliele aveva messe in mano il vento.

Tra le canzoni scritte a Pantelleria c’è Desert Rose, pubblicata nel 2000 e contenuta nell’album dal titolo Brand New Day. Il titolo significa rosa del deserto, e il testo, impreziosito da parole e sonorità arabe, si incentra su un desiderio romantico e filosofico nello stesso tempo. Non a caso Sting si è avvalso della collaborazione di un cantante algerino per trasportarci con la mente nelle meravigliose atmosfere dei Paesi abbracciati dal Deserto del Sahara.

La rosa del deserto è uno spettacolare cristallo, che, come suggerisce il suo nome, sembra proprio un fiore nato nella sabbia. C’è un filo che la lega al vento di Pantelleria, ispiratore della canzone: è il vento, infatti, a spostare talvolta le rose più grandi sotto la sabbia, ed è sempre il vento a portare le rose in superficie.

Qui di seguito vi riportiamo la traduzione di questa magica canzone, che inevitabilmente ha un sapore anche pantesco:

Sogno la pioggia sogno giardini nella sabbia del deserto mi sveglio inutilmente sogno l’amore mentre il tempo mi scorre tra le mani

Sogno il fuoco questi sogni che uniscono due cuori che non moriranno mai vicino alle fiamme le ombre giocano sotto forma del desiderio dell’uomo

Questa rosa del deserto la cui ombra porta con sé la promessa segreta questo fiore del deserto nessun profumo dolce mi ha mai torturato più del suo

E ora si gira si muove così nella logica di tutti i miei sogni questo fuoco arde mi rendo conto che niente è come sembra

Sogno la pioggia sollevo il mio sguardo fino ai cieli vuoti sopra di me chiudo gli occhi il profumo straordinario è la dolce intossicazione dell’amore

Dolce rosa del deserto questo ricordo di anime e cuori nascosti questo fiore del deserto questo profumo straordinario è la dolce intossicazione dell’amore.

 

 Nicoletta Natoli

Mi chiamo Nicoletta Natoli e sono nata a Palermo il 22 gennaio del 1982. Ho sempre sognato di lavorare nel campo delle lingue straniere, e ho avuto la fortuna di riuscirci diventando una traduttrice, anche grazie ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuta in tutte le mie scelte. Le mie più grandi passioni sono la musica, il calcio, i viaggi, la lettura, le serie TV e tutto ciò che riguarda la Spagna. Poco tempo fa la frequentazione di un corso di scrittura ha fatto nascere dentro di me la voglia di raccontarmi e di raccontare agli altri, e sono molto grata di avere l’opportunità di poterlo fare.

Aeronautica Militare

OPERAZIONE GHOSTNETS: 30 “reti fantasma” recuperate tra Augusta e Siracusa

Redazione

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RECUPERATE TRA AUGUSTA E SIRACUSA

ISPRA SALVA FLORA E FAUNA

60.000 metri quadrati di fondale ispezionati, centinaia quelli finalmente liberati da reti lunghe fino a 260 metri che tornano a respirare e a ripopolarsi; liberate specie protette rimaste intrappolate

Ben 60.000 metri quadrati di fondale marino ispezionati, oltre 30 reti fantasma lunghe fino a 260 metri (pari all’incirca a un grattacielo di 100 piani) recuperate a una profondità di 40-60 metri e centinaia i metri quadrati di fondale finalmente liberati: è il risultato dell’operazione “Ghostnets” condotta da ISPRA lungo la costa siciliana, tra Augusta e Siracusa. L’intervento, parte del progetto MER (Marine Ecosystem Restoration) finanziato dal Pnrr, è stato realizzato con il supporto della RTC Ghostnets (CASTALIA, CONISMA e MAREVIVO) e ha permesso di recuperare varie tipologie di reti: a strascico, da posta, grovigli di cime, lenze e nasse e di liberare specie protette rimaste intrappolate. “Con questa operazione, centinaia di metri quadrati di habitat pregiati potranno gradualmente tornare a “respirare” e favorire la ricolonizzazione da parte delle specie marine circostanti. “Questa campagna di recupero è un grande passo avanti per la tutela dei nostri mari – spiegano i ricercatori di ISPRA – ma rimane fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza tra gli operatori del settore e continuare a investire in tecnologie e politiche di prevenzione”. Tutto questo è stato reso possibile dalla Legge 60/2022 “Salva Mare” che ha qualificato le reti abbandonate e recuperate come rifiuti urbani da riciclare o smaltire.

L’impatto delle reti abbandonate

La diffusione di reti da pesca abbandonate (ALDFG – Abandoned, Lost or Discarded Fishing Gear) è cresciuta negli ultimi decenni a causa dell’intensificarsi dell’attività di pesca e dell’impiego di materiali sintetici, più economici e resistenti ma anche più dannosi per l’ambiente rispetto alle fibre vegetali utilizzate per reti tradizionali, come la canapa. Queste reti continuano a esercitare la cosiddetta “pesca fantasma”, pur non essendo più sottoposte al controllo umano, restano attive e continuano a catturare flora e fauna marina. In particolare, i danni provocati dalle reti riguardano:

Praterie di Posidonia oceanica: subiscono danni fisici, come ombreggiamento e abrasione, che uccidono o sradicano le piante.

Coralligeno: le specie sessili vengono strappate, spezzate, ricoperte e abrase, subendo gravi ripercussioni.

Fauna marina vagile: rimane intrappolata o ferita dalle reti, che continuano la loro azione di cattura anche dopo aver perso ogni controllo.

Le operazioni sul campo

Dopo una fase preliminare di ricognizione, che ha permesso di mappare e caratterizzare i fondali con strumentazione specializzata (Multibeam per la batimetria, Side Scan Sonar per l’individuazione di oggetti sommersi e ROV per la raccolta di immagini e dati in tempo reale), sono stati ispezionati circa 60.000 m² di fondale. L’intervento in acqua è stato eseguito da OTS (Operatori Tecnici Subacquei), supportati da due imbarcazioni per il recupero e lo stoccaggio delle reti.

Gli OTS si immergono tramite una “stage” o “gabbia” collegata alla nave di supporto e restano costantemente in contatto con la superficie attraverso un “cordone ombelicale” multifunzione (fornisce aria o miscele respiratorie, comunicazioni audio/video e assistenza). Una volta localizzate le reti, gli operatori le sganciano dal fondale, tagliandole se necessario in sezioni maneggevoli, per poi fissarle a cavi o sagole che consentono di sollevarle con un verricello fino in superficie.

Tecnologia e lavoro di squadra

L’operazione è stata condotta utilizzando strumenti tecnologici avanzati:

Multibeam per mappare il fondale e individuare le reti;

Side Scan Sonar per una scansione dettagliata degli oggetti sommersi;

ROV (Remotely Operated Vehicle) per monitorare e raccogliere dati in tempo reale.

Sul campo, gli Operatori Tecnici Subacquei (OTS) hanno operato in sicurezza, utilizzando un sistema di sollevamento con verricelli per recuperare le reti, garantendo la conservazione degli habitat sottostanti e minimizzando l’impatto sugli organismi rimasti intrappolati, come ceranti (anemoni cilindriche), ricci diadema, magnose (simili ad aragoste “schiacciate”) e madrepore a grappolo, tutte specie protette. Prima dell’avvio della rimozione, sono state liberate anche alcune cernie brune.

Una volta portate le reti a bordo, si è proceduto a un setaccio meticoloso per consentire la fuoriuscita di ulteriori esemplari di ricci matita, stelle marine, piccoli scorfani, ricci di prateria e svariati crostacei, salvaguardando così il maggior numero possibile di organismi marini.


Verso l’economia circolare

Le reti recuperate verranno ora trasportate per lo smaltimento e, dove possibile, avviate al riciclo, contribuendo a promuovere l’economia circolare e riducendo l’impatto ambientale dei rifiuti marini.

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Ambiente

Pantelleria, Giorgio Armani dona 500mila euro alla comunità dopo l’incendio a Gadir

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LO STILISTA HA DECISO DI FINANZIARE UNA SERIE DI PROGETTI PER L’ISOLA

Frequento quest’isola ormai da quarant’anni, tanto da sentirmene a tutti gli effetti cittadino, eppure non smetto di sorprendermi per la qualità umana così unica e viva di quanti la abitano,” così inizia la lettera inviata dallo stilista Giorgio Armani al Sindaco Vincenzo Campo qualche giorno dopo il grave incendio che ha colpito il lato est dell’isola di Pantelleria.

Con la missiva, Armani ha annunciato una donazione di 500.000,00€ alla comunità pantesca.

Le scrivo questo messaggio mosso da un sentimento di ammirazione e gratitudine per tutti coloro che – pompieri, carabinieri, forze dell’ordine, amministrazione comunale, istituzioni e volontari coinvolti – hanno dato il loro contributo per spegnere il terribile incendio che ha colpito Pantelleria e che così tanto ci ha sconvolti. Rivolgo a lei il mio messaggio, da privato cittadino, nella speranza che lo estenda a tutti gli interessati,” scrive Armani, che tra i primi aveva dato l’allarme sull’incendio ed aveva lasciato la sua villa insieme ai suoi ospiti proprio a causa del fumo che aveva invaso Cala Gadir rendendo l’aria irrespirabile.

 

Questa è un’isola semplice e diretta, ma intensa, e così voglio che siano le mie parole e azioni: grazie, davvero.” Conclude Armani che poi ha ospitato sul suo yacht il Sindaco che gli ha consegnato una lettera ufficiale di ringraziamento e che ha presentato allo stilista diversi progetti per la comunità che potrebbero essere finanziati con la generosa donazione.

Si tratta di progetti che riguardano azioni e attività della Protezione Civile nell’attività specifica di antincendio (impianti idrici) che riguardano la lotta all’abbandono dei campi e il recupero produttivo dei terreni incolti che è uno dei fattori determinanti per la propagazione degli incendi, con particolare attenzione al coinvolgimento in agricoltura delle nuove generazioni.

Sarà Giorgio Armani insieme al suo staff a decidere come impiegare le somme e su quali progetti puntare, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.

La presenza costante e significativa di Giorgio Armani su quest’isola,” dichiara il Sindaco, Vincenzo Campo, “consente di poterlo considerare come un pantesco a tutti gli effetti e l’amore che ha sempre dimostrato non poteva che renderlo parte alla nostra comunità. Mi sento orgoglioso di poter fare in modo che questo gesto sia ricordato anche dalle generazioni future. Il ringraziamento nei confronti del ‘nostro’ Giorgio Armani è immenso e difficilmente esprimibile a parole per un pantesco come me che ancora si emoziona nel constatare quanto amore sappia suscitare quest’isola anche nei cuori di quanti la conoscono e continuano a frequentare.”

 

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Ambiente

Pantelleria, Myrta Merlino e Marco Tardelli lungo i sentieri del Parco anche in zone devastate dall’incendio

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Un grave pericolo ha minacciato questa estate la meravigliosa natura dell’Isola di Pantelleria.  Si tratta dell’ incendio, di probabile natura dolosa, che ha devastato alcune aree in contrada Gadir e zone limitrofe. Fra i primi a dare l’allarme anche la giornalista Myrta Merlino e l’ex allenatore Marco Tardelli che villeggiano proprio in quella zona. A distanza di poche settimane, l’isola è ferita ma ricomincia il suo viaggio verso la ricostruzione della sua meravigliosa natura.

I sentieri sono sicuri e il lavoro di monitoraggio da parte del personale del Parco, dei Forestali, dei Vigili del fuoco, dei Volontari, della Protezione Civile e di tanti altri è continuo e costante. Siamo feriti ma anche più forti di prima, uniti contro ogni forma violenza e di reato ambientale.

Da Parco di Pantelleria

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