Sicilia
Se ne è andato Chick Corea, gigante del jazz dal cuore siciliano
Armando Anthony “Chick” Corea, gigante del jazz mondiale, se ne è andato il 9 febbraio 2021 all’età di 79 anni. La notizia è stata data il 12 febbraio in modo insolito nel suo profilo Facebook con un post che contiene un suo ringraziamento a tutti coloro che “lungo il mio viaggio hanno contribuito ad accendere il fuoco della musica. Spero che coloro che nutrono la voglia di suonare, scrivere o esibirsi lo facciano. Se non per loro stessi, allora per tutti noi. Non solo perché il mondo ha bisogno di più artisti, ma anche per il fatto che è molto divertente.”
Una carriera lunga sessant’anni che lo ha visto abbracciare numerosi generi musicali (non solo il jazz) e collaborare con i più grandi del mondo della musica, esibendosi in indimenticabili concerti in tutto il mondo, tra cui l’Italia. Una passione per il pianoforte nata a soli 4 anni e trasmessagli dal padre Armando J. Corea (di Albi, Catanzaro) che suonava la tromba in un complesso di jazz tradizionale (nel gergo detta dixieland). Il suo primo album a 25 anni, nel 1966, “Tones For Joan’s Bones” quando lui era leader di quintetto con Woody Shaw alla tromba e Steve Swallow al contrabbasso. Nel 1968 entra a far parte del gruppo di Miles Davis e partecipa alla realizzazione di album storici come In a Silent Way e Bitches Brew. Una carriera costellata di successi e 23 Grammy Award.
Nato il 12 giungo 1941 a Chelsea, nel Massachusetts, amava sempre ricordare le sue origini italiane. In una intervista rilasciata a Repubblica nel 2014, in occasione di un suo concerto a Napoli, dichiarava “La famiglia di mio nonno è di Albi, Catanzaro. Quella di mia nonna, Zaccone, di Messina. Papà Armando (che ha 12 fratelli) e mamma Anna sono nati entrambi a Boston, dopo l’emigrazione dei genitori. Mai nessuno mi ha parlato in italiano, però… Un giorno, avevo 5 anni, mio nonno Antonio mi prende sulle ginocchia e mi racconta una storia. In italiano. Lui si è ostinato a non imparare l’inglese. E così ha provocato una crepa in me, generando curiosità. Un paio di anni fa, con Stefano Bollani, ho suonato a Catanzaro e al termine dello spettacolo sono stato raggiunto nei camerini da un po’ di fan. Il loro cognome era Corea e mi hanno regalato alcuni documenti trovati in una chiesa e negli uffici del Comune. Con loro ho stabilito una costante corrispondenza e ho iniziato a imparare tanto sull’Italia e la mia storia. Tutto ciò per dirle che si sta spalancando un mondo nuovo per me”. L’8 maggio di quell’anno ha omaggiato l’Italia con un concerto dal titolo “My Italian Heart”.
Nel 1978 esce l’album “Friends” in cui Chick presenta al mondo un pezzo strumentale dal titolo “Sicily”. Nel 1993 Pino Daniele chiese a Chick di realizzare insieme una nuova versione del brano: Pino ne scrive il testo e Chick ne cura la produzione e il nuovo arrangiamento. Un brano tutto dedicato alla Sicilia, terra d’origine di Chick e luogo tanto amato da Pino Daniele. Nasce così la versione registrata e inserita nell’album “Che Dio Ti Benedica”. Nello stesso anno In “E Sona Mò” esce anche la versione dal vivo del brano. Nello stesso anno con questo brano Pino Daniele vince la Targa Tenco per la Miglior canzone in dialetto.
Nel 2016, in occasione di un concerto a Napoli, Corea si rivolse al pubblico con queste parole: “C’era un grande musicista con cui tanti anni fa ho registrato una canzone speciale. E allora stasera, suonandola, la dedico a lui. Dedico a Pino Daniele la nostra Sicily“.
Di seguito il testo della canzone.
Sicily
Un posto ci sarà per questa solitudine perché mi sento così inutile davanti alla realtà Un posto ci sarà fatto di lava e sale dove la gente sa che è ora di cambiare Un posto ci sarà dove puoi alzarti presto il giorno finisce per dispetto e haje voglia di alluccà Che un posto ci sarà dove si pesca ancora e il mare porterà una storia nuova
Io son pazzo di te ‘e chesta furtuna Sicily terra e nisciuno
Un posto ci sarà per essere felici cantare a squarciagola e dici tutt’ chell’ ca vuo’ tu Un posto ci sarà dove si spera ancora la gente porterà una storia nova
Io son pazzo di te ‘e chesta furtuna Sicily terra ‘e nisciuno
Giuliana Raffaelli
Cultura
Pantelleria in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo
La Chiesa Madre SS Salvatore di Pantelleria, per il periodo dal 27 al 31 marzo 2025, organizza un viaggio di pellegrinaggio a Roma, in occasione del Giubileo.
Il tour prevede la visita alle principali basiliche, monumenti e palazzi della capitale e, naturalmente, al Vaticano.
Le adesioni dovranno pervenire entro il termine del 9 dicembre 2024, presso Agenzia Vivere Pantelleria di C.so Umberto I di Pantelleria.
Tutte le info: 0923 916307
Riportiamo di seguito nuovamente la locandina per una migliore visibilità delle caratteristiche del viaggio da non perdere come momento culturale, conviviale e, non per ultimo, spirituale.
Cultura
La “scaccia rausana co pummaroru e cosacavadu” è la prima De.Co. del Comune di Ragusa.
La “scaccia rausana co pummaroru e cosacavadu” è la prima De.Co. del Comune di Ragusa, presentato lo scorso 26 Marzo, il marchio che caratterizzerà i prodotti d’eccellenza e il primo disciplinare, il marchio De.Co. del Comune di Ragusa e il primo disciplinare per la “scaccia rausana co pummaroru e cosacavadu”
Ragusa- La famosa “scaccia rausana co pummaroru e cosacavadu”, uno dei prodotti da tavola frutto di tradizioni secolari, è il primo prodotto che potrà fregiarsi del marchio De.Co., ovvero denominazione comunale d’origine, istituito dal Comune di Ragusa.
Martedì 26 marzo, al Ccc Ragusa “Mimì Arezzo”, la presentazione ufficiale sia del marchio che del primo disciplinare, quello appunto dedicato alla tipica focaccia ragusana, redatto dal lavoro di studio e ricerca di un’apposita commissione di esperti.
A presentare il nuovo marchio sono stati il sindaco Peppe Cassì e Giorgio Massari, assessore comunale allo Sviluppo Economico e Promozione della Città. E’ stato l’illustratore Carlo Blangiforti a realizzare il bozzetto grafico poi scelto per essere il logo. Si tratta di un disegno che raffigura la tartaruga “Testudo hermanni”, un animale noto per la sua simpatia e saggezza, che ha da sempre accompagnato la vita delle persone nei giardini, in campagna e nelle città delle nostre zone. Nel logo, il carapace della tartaruga è arricchito da dettagli significativi del paesaggio locale, come i caratteristici muretti a secco e il profilo del Monte Racì, evidenziando la fusione armoniosa tra la natura e l’opera dell’uomo nel territorio ragusano.
La “scaccia rausana co pummaroru e cosacavadu”, la regina della tavola iblea, rappresenta un’eccellenza culinaria del territorio ragusano. Il metodo di produzione richiede una preparazione artigianale che rende unico il prodotto. L’impasto, realizzato con semola di grano duro, acqua, olio extravergine di oliva, lievito madre o di birra e sale, deve essere tirato sottilissimo e piegato più volte su se stesso durante la fase di farcitura. E’ questo il vero segreto di successo, la caratteristica che la contraddistingue. Gli ingredienti, essenziali e di qualità, comprendono la passata di pomodoro, il formaggio cosacavadu locale semistagionato a scaglie sottili, meglio se Ragusano Dop, il basilico fresco e l’olio extravergine di oliva Dop Monti Iblei. Questo rigido disciplinare assicura l’autenticità e la genuinità del prodotto, preservandone la tradizione e la tipicità.
“Con il marchio De.Co. iniziamo dalla nostra famosa scaccia, di cui tutti apprezziamo le qualità – spiega il sindaco Peppe Cassì – con l’obiettivo di promuoverla ancor di più e anche di tentare di allargarne la presenza sul mercato oltre i nostri confini. Da questo momento, chi vuole produrre e commercializzare la scaccia ragusana, se lo farà seguendo il disciplinare, potrà beneficiare e fregiarsi di questo marchio del Comune di Ragusa”.
L’assessore Massari ha sottolineato l’importanza del disciplinare, spiegando che “è un documento che stabilisce come deve essere fatto il prodotto. Come nel caso della scaccia ragusana, crediamo che sia uno strumento per tenere insieme identità e cultura ed economia locale”.
Tra i relatori intervenuti anche i componenti della commissione che ha redatto il disciplinare, esperti del settore gastronomico, storici, e rappresentanti delle istituzioni locali come Giorgio Flaccavento, storico, esperto di tradizioni, usi e costumi locali; Gaetano Cosentini, antichista, ricercatore, insegnante di greco e latino; Lina Lauria, docente di scienze degli alimenti e consigliere nazionale Slow Food; Carmelo Iacono, presidente della Confraternita dei Cenacolari dell’Antica Contea; Andrea Roccaro, Cna Ragusa e consigliere regionale dell’Ordine Tecnologi Alimentari Sicilia e Sardegna; Danilo Tomasi, vicepresidente Confcommercio e ristoratore; Salvatore Scollo, Confimprese Iblea e ristoratore. Della commissione ha fatto parte anche lo chef stellato Ciccio Sultano.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con diverse realtà locali, tra cui il Donnafugata Farmuseum – museo del prodotto contadino, l’Ecomuseo Carat e la destinazione turistica unica Enjoy Barocco. Un ringraziamento speciale è stato rivolto all’istituto alberghiero Ferraris di Ragusa, i cui studenti, coordinati dai docenti Giorgio Comitini e Gianluca Leggio, hanno curato il servizio buffet dell’evento, abbinando le “scacce” ai pregiati vini biologici della cantina Horus.
L’appuntamento si è concluso con la degustazione delle scacce preparate secondo il disciplinare De.Co., confermando l’entusiasmo e l’apprezzamento del pubblico per questa iniziativa che mira a valorizzare e promuovere le eccellenze enogastronomiche del territorio.
Pantelleria
Pantelleria l’imperdibile: al mondo 11ª “a place to be”
La classifica del 2023 del Time delle 50 mete imperdibili in tutto il mondo
Per un soffio Pantelleria ha mancato la top ten, ma ci viene da dire che l’importante è esserci!
La scorsa settimana la rivista Time ha pubblicato la sua annuale classifica dei luoghi da scoprire nel mondo, e tra questi all’undicesimo posto rientra proprio la nostra perla del Mediterraneo.
“Tutto cambia perché nulla cambi”
Sembrando quasi un moderno Gattopardo, all’inizio del suo articolo online dedicato a Pantelleria la giornalista Julia Buckley sostiene che di solito su questa “isola assonnata” nulla cambia. Ma, poco dopo, di fatto è lei stessa a smentirsi, disegnandone un ritratto in evoluzione.
Dalle sue parole si legge che il soffiare dei venti di questo “puntino vulcanico” nel Mediterraneo tra la Sicilia e la Tunisia, in realtà sta trasformando le sue montagne in un paesaggio verdeggiante e ondeggiante. Mentre, i flussi di lava nera stanno facendo mutare l’aspetto del suo litorale.
L’importanza del Parco
Secondo la rivista, l’apertura del Parco Nazionale nel 2016 è stata determinante per poter considerare Pantelleria una delle destinazioni imperdibili nel mondo. Grazie alla presenza di quest’area naturale protetta, infatti, l’isola è diventata una meta da visitare tutto l’anno e non soltanto nei mesi estivi.
Nel centro del suo articolo la Buckley prosegue con il suo ritratto “gattopardiano”, raccontando come il vento del cambiamento sia arrivato a Pantelleria insieme alla prima direttrice del parco nel 2021.
Perché Pantelleria?
Partendo dalla macchia mediterranea e dalle orchidee, e continuando con una passeggiata su una bici elettrica riscaldata dalla nebbia che aleggia dalle montagne, la giornalista ci conduce fino alla fine del suo articolo. Con gli immancabili capperi, i dammusi e lo zibibbo a fare da cornice, ci porta anche lungo i nuovi sentieri di trekking, dipingendo le altre bellezze del panorama dell’isola. Naturalmente, non ci fa mancare una visita al Museo Vulcanologico.
Dopo aver letto il ritratto del Time, ci viene da dire che la nostra Pantelleria sarà anche rimasta fuori dalla “top” ten, ma per noi è sempre il top!
Nicoletta Natoli
Tutte le foto sono per concessione di Mario Squitieri. In copertina: Pantelleria vista africana
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