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Cultura

Storielle dal convento – “La Colombella del Signore”

Redazione

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Per sorridere e riflettere

 

C’era una volta, in un piccolo convento situato tra le colline di un remoto villaggio italiano, una giovane suora chiamata Suor Colombella. Il suo nome, che in italiano significa “piccola colomba”, le era stato dato dalle sorelle più anziane del convento per il suo spirito dolce e il suo cuore puro. Suor Colombella era una creatura delicata, con un sorriso sempre pronto e una gentilezza che sembrava non conoscere limiti.

Fin da bambina, Colombella aveva sentito una chiamata speciale nel suo cuore. Cresciuta in una famiglia umile, trascorreva le sue giornate aiutando la madre nei campi e curando gli animali. Ma ciò che amava più di tutto era passare del tempo nella piccola chiesa del villaggio, dove si recava ogni giorno per pregare. Sentiva che Dio le parlava nei momenti di silenzio, e il suo desiderio di servirlo cresceva di giorno in giorno.

Quando compì diciotto anni, Colombella decise di consacrare la sua vita al Signore, entrando nel convento di Santa Maria della Pace. Il convento era noto per la sua comunità di suore dedite alla preghiera e alla carità, e Colombella trovò subito il suo posto tra loro. Nonostante la sua giovane età, si distinse per la sua devozione e la sua capacità di ascoltare il prossimo. Era sempre la prima a svegliarsi per le preghiere del mattino e l’ultima a ritirarsi la sera, dopo aver concluso i suoi compiti.

Un giorno, mentre era impegnata nel giardino del convento a coltivare le piante medicinali, Suor Colombella notò un piccolo nido caduto a terra. Al suo interno, c’era una colomba ferita, incapace di volare. Colombella, che aveva un amore particolare per tutte le creature di Dio, prese delicatamente la colomba tra le mani e la portò nella sua cella. Per settimane, si prese cura dell’uccellino, nutrendolo e medicando le sue ferite. Mentre la colomba guariva, tra lei e Suor Colombella si instaurò un legame speciale. La colomba, che la suora chiamò “Pace”, divenne la sua compagna silenziosa, seguendola ovunque andasse.

La presenza di Pace sembrava portare con sé una benedizione particolare. Le altre suore notarono che, da quando la colomba era comparsa, nel convento regnava una pace ancora più profonda, e che le difficoltà della vita quotidiana sembravano farsi più leggere. Persino i villaggi vicini cominciarono a parlare delle preghiere potenti di Suor Colombella e del miracolo della colomba guarita.

Un giorno, una grande siccità colpì la regione, mettendo in pericolo i raccolti e la vita di molte persone. I villaggi vicini cominciarono a soffrire la fame, e la paura e la disperazione si diffondevano rapidamente. Le suore, preoccupate, si riunirono in preghiera, chiedendo a Dio di mandare loro un segno, una speranza.

Suor Colombella, con il cuore pesante per il dolore che vedeva intorno a sé, prese Pace tra le mani e uscì nel giardino del convento. Si inginocchiò davanti alla grande croce di pietra che si ergeva al centro e, con lacrime negli occhi, pregò Dio di intervenire. Chiese che, come aveva guarito Pace, guarisse anche la terra arida e riportasse la vita nei campi.

Mentre pregava, un vento dolce cominciò a soffiare tra le colline. Le nuvole si radunarono nel cielo, e presto una pioggia gentile cominciò a cadere. La terra assetata accolse l’acqua come un dono, e i campi ripresero vita. I villaggi furono salvati, e la gente si recò al convento per ringraziare Dio per il miracolo.

Da quel giorno, Suor Colombella fu conosciuta come la “Colombella del Signore”, colei che portava la pace e la speranza ovunque andasse. La colomba rimase con lei fino alla fine dei suoi giorni, simbolo di quel legame speciale tra cielo e terra, tra la piccola suora e il suo Dio. Anche dopo la sua morte, la storia di Suor Colombella continuò a essere raccontata come un esempio di fede, amore e compassione senza limiti.

 Davide Romano

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Cultura

Erice Estate 2024: IX Festa Federicina

Redazione

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Erice, 11 settembre 2024 – La magia del Medioevo sta per avvolgere nuovamente le antiche pietre di Erice. Dal 13 al 15 settembre, la pittoresca cittadina siciliana vive la IX Festa Federicina, capace di incantare residenti e visitatori con il fascino dell’epoca medievale.
Le strette vie lastricate e le piazze di Erice accolgono storia, arte e tradizione. Il centro della manifestazione sarà il Villaggio Storico, un microcosmo brulicante di vita medievale, dove artigiani in costume daranno prova delle antiche arti, mentre mercanti offriranno mercanzie d’altri tempi.
Tra gli eventi più attesi, spiccano le dimostrazioni di falconeria curate dall’esperto Michele Pilato. I visitatori potranno assistere a spettacolari esibizioni di volo e persino partecipare al “Battesimo del guanto”, un’esperienza che permetterà loro di stabilire un contatto ravvicinato con questi maestosi rapaci.
Le strade di Erice risuoneranno dei passi cadenzati e delle melodie degli sbandieratori e Musici “Città di Caccamo”, le cui esibizioni coloreranno il cielo con volteggi di bandiere e ritmi incalzanti. Ad arricchire il programma, le performance del gruppo internazionale Tír na nÓg, noto per le sue rievocazioni di musica e danza celtica e medievale. I Tír na nÓg, il cui nome deriva dall’antico gaelico, evoca la mitica “Terra dell’eterna giovinezza” della mitologia irlandese, porteranno ad Erice le atmosfere del folklore nordeuropeo, creando un ponte culturale tra diverse tradizioni medievali.
Il momento clou sarà la “Notte Federicina” di sabato 14 settembre.
La manifestazione si concluderà domenica 15 settembre con l’VIII Raduno dei Cortei Storici di Sicilia. Un grandioso corteo, composto da gruppi provenienti da ogni angolo dell’isola, sfilerà per le vie di Erice, per un tripudio di colori, costumi e tradizioni che incarnano l’essenza stessa della ricca storia siciliana.

L’importanza culturale della Festa Federicina è stata riconosciuta anche a livello nazionale: il Ministero della Cultura l’ha infatti inserita nel patrimonio immateriale italiano, sottolineando il valore di questa manifestazione nel preservare e promuovere le tradizioni storiche del territorio.
La sindaca di Erice, Daniela Toscano, ha espresso grande entusiasmo: “La Festa Federicina rappresenta un momento di straordinaria importanza per la nostra comunità. Non solo valorizza il nostro ricco patrimonio storico e culturale, ma offre anche un’opportunità unica per i visitatori di immergersi completamente nell’atmosfera medievale. Siamo orgogliosi di ospitare un evento di tale portata, che contribuisce significativamente alla promozione turistica e culturale del nostro territorio.”
Rossella Cosentino, assessora al Turismo, Sport ed Eventi del Comune di Erice, ha aggiunto: “Questa manifestazione è diventata un appuntamento imprescindibile per Erice, atteso sia dai residenti che dalle attività del centro storico. È un’occasione per attrarre turisti, prolungando la stagione estiva fino al terzo fine settimana di settembre. Attraverso le sue rievocazioni, la festa rafforza la nostra identità culturale e stimola l’economia locale.”
Claudio Maltese, organizzatore e presidente del Gruppo Medievale “Monte San Giuliano – Erice”, ha aggiunto: “Questa nona edizione della Festa Federicina è il risultato di mesi di intenso lavoro e dedizione. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare un’esperienza autentica, che possa trasportare i partecipanti in un vero e proprio viaggio nel tempo. Siamo grati per il supporto della comunità e delle istituzioni”.
Organizzata con passione e dedizione dal Gruppo Medievale “Monte San Giuliano – Erice” e patrocinata dal Comune di Erice.
Per informazioni dettagliate sul programma è possibile seguire gli account social del Comune di Erice.

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Cultura

Pantelleria al 10° dell’Unesco. Vite alberello, il Sindaco “Simbolo di legame profondo”

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Pantelleria in dirittura d’arrivo per i festeggiamenti dell’anniversario della vite ad alberello come patrimonio dell’umanità.  Il Sindaco D’Ancona “Questo riconoscimento internazionale ha portato il mondo a conoscere e apprezzare la nostra capacità di custodire e tramandare questo antico sapere

Cari concittadini e amici,

in questi giorni celebriamo un traguardo che riempie di orgoglio la nostra comunità: il decimo anniversario del riconoscimento UNESCO della vite ad alberello. È un momento che ci ricorda quanto sia preziosa la nostra tradizione agricola, una tradizione che affonda le radici nel nostro territorio, nella nostra cultura, nella nostra storia.

La vite ad alberello non è solo un metodo di coltivazione, ma un simbolo del legame profondo tra l’uomo e la terra, tra il passato e il futuro. Questo riconoscimento internazionale ha portato il mondo a conoscere e apprezzare la nostra capacità di custodire e tramandare questo antico sapere, fatto di passione, fatica e amore per la nostra terra.

Quest’anno, l’importanza della ricorrenza è sottolineata dalla presenza di ospiti illustri che ci onorano con la loro partecipazione. Avremo il piacere e l’onore di accogliere l’Ambasciatore italiano presso l’UNESCO, Massimo Riccardo Stellino e il Segretario Generale dell’UNESCO Fumiko Ohinata, durante gli eventi che si terranno dal 13 al 19 settembre. La loro presenza testimonia il valore universale del nostro patrimonio e rafforza il legame tra Pantelleria e il resto del mondo. Sono certo che questo momento di condivisione contribuirà a diffondere ulteriormente l’importanza della vite ad alberello come simbolo di sostenibilità, resilienza e identità culturale.

Ringrazio tutti coloro che, negli anni, hanno lavorato con dedizione per mantenere viva questa tradizione, dalle famiglie di viticoltori ai giovani che stanno continuando a portare avanti con orgoglio questa eredità. Un plauso particolare a tutti coloro che, con grande lungimiranza, hanno attivato questo percorso si sensibilizzazione che ha dato origine all’importante riconoscimento UNESCO di cui ricorre il decennale. Questo anniversario non è solo una celebrazione del passato, ma anche un impegno per il futuro, affinché le generazioni che verranno possano continuare a godere e valorizzare questa straordinaria ricchezza.

Insieme, guardiamo avanti, fieri della nostra identità e consapevoli del valore che portiamo nel mondo.

Pantelleria, lì 12 settembre 2024

Il Sindaco – Fabrizio D’Ancona

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Cultura

Siracusa si prepara al G7 Agricoltura, dal 21 al 29 Settembre

Barbara Conti

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Siracusa si prepara al G7 Agricoltura, dal 21 al 29 Settembre

Siracusa sarà la sede del prossimo G7 dell’Agricoltura che si svolgerà dal 21 al 29 Settembre. L’ultima volta si era riunito in Italia nel 2017 a Taormina

Dal 21 al 29 settembre Siracusa, ospiterà il “G7 Agricoltura e Pesca”, summit che riunirà ad Ortigia, i rappresentanti di Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito, assieme a quelli di nove Paesi africani, in linea con il Piano Mattei del governo nazionale.

Innovazione, cooperazione con Paesi in via di sviluppo e reciprocità nel commercio per riaffermare il ruolo dell’agricoltura nella produzione di cibo di qualità e nella gestione dei territori. Questi alcuni dei temi al centro del G7 Agricoltura e dell’Expo “Divinazione”, nell’isola di Ortigia. Si tratta del primo G7 nella storia dedicato non solo all’agricoltura ma anche alla pesca, tra i comparti più strategici per l’Italia e il sistema Paese.

 «Sarà il G7 dell’agricoltura e della pesca quello che si terrà a Siracusa, nell’isola di Ortigia, nel terzo weekend di settembre». Ha detto il ministro Francesco Lollobrigida. «Nei sette giorni dell’evento sarà allestita una micro expo per valorizzare tutti i settori dell’Italia della qualità».

Il ministro ha poi aggiunto che «il giorno prima dell’inizio dei lavori nell’ambito del Piano Mattei avremo degli incontri con i Paesi africani. È necessario far crescere il valore e la qualità delle loro produzioni, per evitare che debbano lasciare i loro Paesi a causa delle guerre e della fame».

Gli stati partecipanti

Nella città di Archimede si riuniranno quindi i rappresentanti di Italia, Stati Uniti, Canada, Giappone, Francia, Germania e Regno Unito.

Le discussioni prenderanno il via dal documento approvato a Miyazaki (Giappone) durante il G7 del 22 e 23 aprile 2023, con l’indicazione delle 12 azioni prioritarie per rendere i sistemi agroalimentari più sostenibili, produttivi e resilienti.

Il G7 Agricoltura abbraccerà tutte le eccellenze del comparto agroalimentare, coinvolgendo i principali ministri dell’Agricoltura dei principali Paesi industrializzati.
Il vertice riunisce annualmente i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti e integra il ruolo del G20. L’ultima volta si era riunito in Italia nel 2017 a Taormina, mentre per la parte agricola la città ospitante, scelta dall’allora ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, è stata Bergamo. Ad aprile 2023 si è tenuto in Giappone, a Miyazaki.

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