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Cultura

Stupenda Pantelleria nelle parole e immagini di Andrea Ferraretto. Video

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Ricordi da ripercorrere lentamente, sfogliando le foto, rivivendo quei momenti, ritrovando il suono del vento e del mare.

Pantelleria, un’isola, un parco: si respira il Mediterraneo viaggiando nella storia e osservando le tracce delle popolazioni che hanno vissuto e lasciato i segni della loro civiltà su questa terra.

Un’isola che si può definire essenziale, sobria, nascosta, silenziosa, paziente e rurale. Aggettivi che compongono un quadro con i colori della Natura che qui trova uno spazio infinito per raccontare il blu del mare, il verde dei boschi, le montagne e le vigne, il bianco dei dammusi, il giallo ambrato del Passito…

Un’isola dove si riscopre il senso del tempo e del saper attendere. Abbiamo scoperto giardini racchiusi da muretti a secco, abbiamo ascoltato le voci di chi produce il Passito e cura le vigne. Abbiamo ammirato piante di capperi che dimorano in anfiteatri creati dalla natura e dell’uomo con equilibrio fatto di pietre e terrazzamenti.

Storie di contadini e vignaioli, un’agricoltura eroica che resiste e tutela un sapere antico e custodisce la terra: la cultura di vigneti che vivono nel terreno vulcanico guardando il mare, resistendo al vento. La pazienza e la passione di saper aspettare, guardando il sole e rispettando i tempi della Natura, curando la vite ad alberello, con lo Zibibbo, l’uva che dona il gusto e il colore al Passito di Pantelleria.

Un’isola dove aspettare il tempo giusto significa tutelare e tramandare le tradizioni, senza correre, senza fretta. Un parco nazionale istituito da pochi anni dove provare a innestare competenze e innovazione, per costruire il futuro del Mediterraneo, guardando oltre i confini, comprendendo le sfide del futuro, tra clima che cambia e un Pianeta che non può conoscere barriere.

Restano i ricordi dei paesaggi battuti dal vento e i colori di queste montagne che proteggono vigneti eroici, riconosciuti dall’Unesco, Patrimonio immateriale dell’Umanità.

Attorno a un’aira, il luogo dove il grano veniva battuto grazie al lavoro lento di un asino, si è ritrovato il tempo per ascoltare i racconti della storia dell’isola.

Voglio pensare che oggi l’aira possa essere un’occasione di incontro e condivisione, dove ragionare con calma sul futuro che ci attende: una piccola piazza dove fare delle conversazioni lente, guardando avanti, immaginando e creando nuove idee.

Sfoglio le foto e tra le mani sfrego le minuscole foglioline di origano e sono di nuovo lì, per respirare il profumo della montagna che guarda il mare, sognando di tornare.

Video:

Per conoscere l’autore cliccare sul nome:

Andrea Ferraretto

Marina Cozzo è nata a Latina il 27 maggio 1967, per ovvietà logistico/sanitarie, da genitori provenienti da Pantelleria, contrada Khamma. Nel 2007 inizia il suo percorso di pubblicista presso la testata giornalistica cartacea L'Apriliano - direttore Adriano Panzironi, redattore Stefano Mengozzi. Nel 2014 le viene proposto di curarsi di Aprilia per Il Corriere della Città – direttore Maria Corrao, testata online e intraprende una collaborazione anche con Essere Donna Magazine – direttore Alga Madia. Il 27 gennaio 2017 l'iscrizione al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti nel Lazio. Ma il sangue isolano audace ed energico caratterizza ogni sua iniziativa la induce nel 2018 ad aprire Il Giornale di Pantelleria.

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Cultura

Pantelleria, tutte le messe fino all’8 dicembre

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Di seguito il calendario delle messe che si celebreranno nelle chiese principali dell’isola a far data da oggi 25 novembre fino all’8 dicembre.

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Pantelleria – Filippo Panseca, il cordoglio del Sindaco

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Il Comune di Pantelleria piange la scomparsa di Filippo Panseca, artista visionario e cittadino amato

Con grande tristezza, l’Amministrazione Comunale di Pantelleria si unisce al dolore per la scomparsa di Filippo Panseca, uno degli artisti più innovativi e significativi del panorama culturale internazionale.

Filippo è deceduto nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2024, lasciando un vuoto incolmabile nella comunità pantesca, che lo ha sempre accolto con affetto e stima.

Filippo Panseca ha scelto Pantelleria come sua casa, un luogo dove ha voluto invecchiare e dove ha continuato a realizzare opere che univano arte, tecnologia e riflessione sociale.
La sua visione artistica e il suo impegno culturale hanno segnato una generazione e hanno trasformato l’isola in un luogo di ispirazione per molti artisti e visitatori provenienti da tutto il mondo.
La sua arte, capace di fondere l’innovazione tecnologica con la tradizione, ha portato Pantelleria a essere conosciuta anche per il suo contributo alla cultura contemporanea.

Il cordoglio del Sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona

Filippo Panseca non era solo un artista, ma un pantesco di adozione. La sua arte e il suo spirito indomito hanno arricchito il nostro territorio e ci hanno insegnato quanto sia importante il legame tra arte, natura e innovazione.
Filippo ha fatto di Pantelleria un punto di riferimento per la cultura, un angolo del mondo dove la bellezza non si fermava mai. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le sue opere, che resteranno per sempre nella memoria collettiva di tutti noi. A nome di tutta l’Amministrazione Comunale e della comunità di Pantelleria, esprimiamo il nostro più sentito cordoglio e siamo vicini alla sua famiglia in questo momento di grande dolore.

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Pantelleria, è morto Filippo Panseca. L’istrionico artista vivrà per sempre nella memoria dell’isola

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Pantelleria perde un artista, un amico e un conoscitore devoto e raffinato

E’ morto all’età di 84 anni, Filippo Panseca, l’istrionico artista palermitano, naturalizzato per tutta la sua carriera a Milano.

Tuttavia, aveva conosciuto Pantelleria, negli anni ’70, dove ha vissuto gli ultimi anni, fino alla fine,  avvenuta questa notte.
Inutile l’intervento presso l’Ospedale Nagar: un infarto letale si è preso gioco di lui e l’ha strappato all’affetto dei suoi cari, i figli, la nipotina figlia di Giorgia, la moglie.

Panseca nel Sese

Era così legato alla nostra isola che non solo si è trasferito come molti fanno per ritrovare se stessi o vivere con una scadenza della vita diversa, ma anche per continuare a dare libero sfogo alla sua creatività, alla sua vena artistica.

Aveva creato un villaggetto, presso i sesi, e poi un museo, dove raccoglieva il suo sapere e la sua generosa vitalità.

Ci aveva colpito in molte occasioni, per la sua indole, ma sapere che era stato il creatore del garofano come simbolo del Partito Socialista di Bettino Craxi, oltre che della piramide multimediale per i comizi del premier, avevano dato spiegazioni a molte domande sull’essenza di Panseca, lo spessore dell’artista e l’animo di quell’uomo, dai capelli lunghi e i kaftani indossati con quello  stile e quella amabilità che lo hanno reso da sempre unico.

Il cordoglio sui social si sta arricchendo di ora in ora, parlando della genialità e della simpatia, della preparazione e della capacità sociale di Filippo Panseca.

Tra tutti cogliamo quello di Bobo Craxi: “Filippo Panseca lascia un segno nell’arte contemporanea. il suo eclettismo ha saputo unire il gesto d’artista all’impegno civile.
Piango l’amico caro, il compagno, l’uomo che ha vissuto il suo tempo ed ha disegnato e immaginato l’Italia da Pantelleria a Milano, passando per Rimini e Palermo.”

Le condoglianze più sentite dalla nostra redazione, che negli anni si è arricchita di contenuti grazie al M° Filippo Panseca.

Bonito Oliva e FIlippo Panseca

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