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Cultura

Sulle ricerche genealogiche in Pantelleria. (L’albero visibile integralmente nell’articolo)

Orazio Ferrara

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Diversi lettori de Il Giornale di Pantelleria mi hanno mandato in privato delle mail per saperne di più sui Cognomi dell’isola, che vado pubblicando sul detto Giornale e che ha ricevuto l’attenzione del Notiziario Araldico nazionale.

Alcuni mi hanno chiesto notizie sulla propria famiglia e se avevamo un antenato in comune, altri, i più, come fare per iniziare delle ricerche genealogiche su un cognome pantesco. Diciamo subito che Pantelleria è il luogo ideale per tali ricerche, in quanto i nostri previdenti antenati hanno avuto cura di conservare e tramandare ai posteri i registri parrocchiali (nascite, matrimoni e morti), che datano dalla fine del 1500 ad oggi. Ai registri parrocchiali occorre poi aggiungere i registri dell’Anagrafe comunale, che iniziano dal 1820. Se poi teniamo conto che per secoli (almeno fino agli inizi del Novecento) i Panteschi si sono sposati in stragrande maggioranza tra di loro, con irrilevanti apporti esterni all’isola, la ricerca diventa meno problematica.

Le peculiarità di Pantelleria Però ci sono delle peculiarità proprie di Pantelleria, che complicano non poco la ricerca stessa. Innanzitutto l’uso tradizionale, assai accentuato in passato, di imporre costantemente il nome degli avi ai propri discendenti, per cui non è raro che in una generazioni si trovino due, tre, a volte quattro individui che portino lo stesso nome e cognome. Questi casi di omonimie non riguardano soltanto gli uomini, ma anche le donne. Non è eccezionale il caso di coppie che in una generazione portano gli stessi nomi e cognomi di altre coppie. Ciò può portare, se non si è molto precisi e attenti, a risalire per rami genealogici sbagliati, costruendo così l’albero familiare di un’altra persona.

La persistenza di un nome per molte generazioni Della persistenza di uno stesso nome lungo l’arco delle generazioni, cito l’esempio del nome Caterina nella linea Salsedo di mia madre. Caterina, moglie di Giovanni Battista Salsedo, è la prima di tal nome nella seconda metà del ‘500. Poi lungo le generazioni altre Caterine, infine mia madre, Caterina Salsedo, poi mia figlia e ultima, mia nipote (sebbene queste due con cognome diverso, Ferrara). Comunque il nome Caterina (d’Alessandria) nella mia famiglia persiste da oltre 500 anni. E scusate se sono pochi.

Altra peculiarità, che crea non poche difficoltà in una corretta ricerca delle genealogie delle famiglie pantesche, è quella che per il passato sia gli uomini che le donne, rimasti vedovi e il caso non era affatto raro data l’alta mortalità per tutte le fasce d’età, si risposavano e generavano di solito altri figli, che si aggiungevano a quelli preesistenti di ambedue i coniugi. Numerose quindi le famiglie allargate. Nell’isola la fertilità, sia maschile che femminile, era tenuta in altissima considerazione e quindi assolutamente da non sprecare, in quanto si metteva in gioco la sopravvivenza stessa della piccola comunità pantesca. Forse per questo era sconosciuta l’orrenda pratica di sopprimere, esponendoli indifesi agli elementi naturali, i figli illegittimi. Per tutto il Seicento e il Settecento ragazze madri battezzano tranquillamente, dandogli il proprio cognome, il figlio avuto da una relazione illegittima, senza subire per questo alcuna gogna popolare. Come si vede Pantelleria era veramente avanti sui tempi.

Le ragazze da marito D’altronde nell’isola le ragazze, appena raggiunta la pubertà, venivano considerate già pronte per il matrimonio, non è quindi un caso che nei registri matrimoniali si ritrovino andate in spose ragazze di 12/13 anni. Altro caso non raro, anzi frequente, il matrimonio fra consanguinei (cugini, più spesso secondi cugini), fatto ai fini di salvaguardare la proprietà dalle divisioni.

I matrimoni Sui diversi matrimoni contratti da uno stesso individuo, cito l’esempio (e non è un’eccezione) di due fratelli di un mio ascendente diretto materno, Giovanni Battista e Giovanni Salsedo. Questo dell’avere il nome quasi simile ha portato su piste sbagliate diversi ricercatori. Giovanni Battista Salsedo si sposa prima con Maria Valenza (da cui ha figli), poi, rimasto vedovo, si risposa il 20 giugno 1672 (lunedì) con Alberta Giacalone con cui ha altri figli. Giovanni Salsedo si sposa il 5 settembre 1665 (sabato) con Innocenzia Bizzarill, successivamente il 13 dicembre 1692 contrae matrimonio con Celia o Cecilia de Corduba. Anche Giovanni ha figli dalle due mogli. Alcuni ricercatori hanno identificato questi due Salsedo in un’unica persona, facendola quindi sposare quattro volte, ma Giovanni Battista è nato il 7 gennaio 1638 e Giovanni (futuro sergente maggiore) il 2 dicembre 1642, ambedue da Giacomo Salsedo e Francesca Siragusa. Quindi è facile immaginare il guazzabuglio in cui si può ritrovare il ricercatore nell’individuare la linea genealogica giusta.

La linea genealogica di Caterina Salsedo Personalmente, dopo anni di ricerche, sono riuscito a tracciare la linea genealogica ascendente diretta di mia madre, Caterina Salsedo, per ben 11 generazioni, giungendo fino alla seconda metà del Cinquecento e quindi ai capostipiti Giovanni Battista Salsedo e sua moglie Caterina. Le alleanze parentali dirette, lungo l’arco di queste generazioni, sono con le famiglie Siragusa, D’Aietti, de Lahos, Ripoll, D’Ancona, Almanza (due volte), Brignone, Franco. Francisca Siragusa sposa Jacopo Salsedo il 30 ottobre 1634. Questa Francisca è la nipote diretta di Giovanni Nicolò Siragusa, patron e capitano della regia feluca che agli inizi del ‘600 collega Pantelleria alla Sicilia. In quel tempo i Siragusa provengono da Trapani, ma la loro origine è spagnola. Antonia d’Aietti contrae matrimonio il 9 maggio 1682 con Leonardo Salsedo, figlio dei citati Jacopo e Francisca. Antonia è la pronipote diretta di Paulo d’Aietti e di sua moglie Giovanna. E’ la stessa linea genealogica da cui discende il notaio Angelo D’Aietti, autore del libro “L’isola di Pantelleria”. I ceppi Salsedo e d’Aietti sono ambedue originari dei Paesi Baschi in Spagna. Maria Fortunata de Laos ovvero de La Hoz sposa il 4 maggio 1715 Iacobo Salsedo, figlio di Leonardo e Antonia. Questa Maria Fortunata è la discendente diretta di Bartolomè de La Hoz e di sua moglie Isabella. I de La Hoz sono militari della guarnigione del castello e provengono dalla città di Saragozza in Spagna. Non proseguiamo oltre per non tediare il lettore.

I miei ascendenti materni dell’11a generazione, cioè viventi nella seconda metà del ‘500, assommerebbero a 1.024 individui, il che significa circa la metà della popolazione presente sull’isola all’epoca. Quest’assurdo è facilmente spiegabile con il fatto che più si risale nel tempo più le linee genealogiche ascendenti si avviluppano su se stesse e si condensano in un numero ridotto di individui e famiglie. Tutto ciò è ancora più marcato in Pantelleria, trattandosi di un’isola. Nelle mie ricerche ho constatato che discendo più volte, anche se per rami diversi, da uno stesso individuo. Provare per credere. Qui di seguito le famiglie degli ascendenti di mia madre della 7a generazione (64 persone): Salsedo (5 individui, compreso l’ascendente diretto), Ripoll (1 individuo), D’Ancona (2 individui), Garsia (2 individui), Almanza (2 individui), Ribera (1 individuo), Maccotta (1 individuo), Brignone (5 individui), Errera (1 individuo), Pontillo (1 individuo), Billardello (1 individuo), Lo Pinto (1 individuo), Maxucco (1 individuo), Valenza (6 individui), Gabriele (1 individuo), Franco (1 individuo), Siragusa (4 individui), Compagno (1 individuo), Silvia (2 individui), Martinez (2 individui), de Rodo (3 individui), Bernardo (1 individuo), Romano (1 individuo), Palacardo o Policardo (1 individuo), Sinerco (1 individuo), Coloma o Culoma (1 individuo), Pandolfo (1 individuo), Patanè (1 individuo), Gutterez (1 individuo), Ferreri (2 individui), Bonomo (1 individuo), Romeo (1 individuo), Farina (1 individuo), Silvano (1 individuo), Pinna (1 individuo), Stuppa (1 individuo), Giglio (1 individuo), Boccanera (1 individuo). Il totale dei nominativi di cui sopra fa 63, ne manca 1 per raggiungere il numero canonico di 64, si tratta della moglie di Vincenzo Compagno non ancora individuata, in quanto il loro matrimonio si è celebrato fuori dell’isola, in Sicilia nella zona di Palermo o in quella di Sciacca. Per una migliore comprensione del lettore e anche per fargli cercare di trovare un antenato comune si rimanda allo schema di genealogia allegato.

Orazio Ferrara

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Cultura

Trapani, celebrazioni della Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, dell’83° della Battaglia di Culqualber e della Giornata dell’Orfano

Redazione

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TRAPANI. CELEBRAZIONI DELLA VIRGO FIDELIS, PATRONA DELL’ARMA DEI CARABINIERI, DEL 83° ANNIVERSARIO DELLA “BATTAGLIA DI CULQUALBER” E

DELLA “GIORNATA DELL’ORFANO”

Si è appena conclusa, presso la Basilica Maria Santissima Annunziata “Madonna di Trapani”, la Santa Messa in onore della Virgo Fidelis, celeste Patrona dell’Arma dei Carabinieri.

Alla messa, celebrata dal Vescovo di Trapani, S.E. Mons. Pietro Maria Fragnelli, hanno partecipato il Vicario del Prefetto di Trapani, Dott.ssa Laura Pergolizzi, il Questore di Trapani, Dott. Giuseppe Felice Peritore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Mauro Carrozzo, il sindaco di Trapani, altre autorità Civili e Militari, i vertici delle Forze di Polizia e Vigili del Fuoco oltre ai parenti dei caduti e delle vittime del dovere La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste patrona dell’Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei Secoli Fedele”.
L’8 Dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l’istanza dell’Ordinario Militare d’Italia, S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissandone la celebrazione liturgica il 21 Novembre, in concomitanza della presentazione di Maria vergine al Tempio. La celebrazione di questa giornata è concomitante con la ricorrenza della Battaglia di Culqualber e la giornata dell’orfano.

LA BATTAGLIA DI CULQUALBER

Il 21 Novembre 1941, durante la Seconda Guerra Mondiale, ebbe luogo una delle più cruente battaglie in terra d’Africa, nella quale un intero Battaglione di Carabinieri si sacrificò nella strenua difesa, protrattasi per tre mesi, del caposaldo di Culquaber. Alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri fu conferita, per quel fatto d’arme, la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, dopo quella ottenuta nell’occasione della partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

GIORNATA DELL’ORFANO

Istituita nel 1996, rappresenta per i Carabinieri e per l’ ONAOMAC un sentito momento di vicinanza alle famiglie dei colleghi scomparsi. L’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), Ente morale fondato il 15 maggio 1948, si propone di assistere gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Oggi l’ O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga un sostegno semestrale, distinto per fasce d’età, sino al compimento degli studi.

L’assistenza agli orfani disabili è a vita.

Per eventuali donazioni in favore degli orfani: C/C bancario n. 121 B.N.L. IBAN IT77Z0100503344000000000121

C/C postale n. 288019 IBAN IT35Z0760103200000000288019

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Palermo, Ti l’Eggo: mostra ed estemporanea di Salvo Nero da Artètika. Quando il narcisismo diventa arte

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Durante la mostra l’artista realizzerà un’opera dedicata al fil rouge che unisce chi si ama
Perfetto ma non troppo, perché ogni dettaglio fuori posto fa la differenza, rendendo d’impatto un’opera dal tratto rotondo. È la caratteristica principale dello stile del pittore, fumettista, grafico e writer Salvo Nero, diviso tra il narcisismo del proprio ego e il romanticismo del legame invisibile e indissolubile che unisce due innamorati. Da venerdì 22 novembre a sabato 7 dicembre, sarà in mostra con Ti l’Eggo da Artètika, spazio espositivo per l’anima, in via Giorgio Castriota, 15 a Palermo. Il vernissage avverrà venerdì 22, alle ore 18,30, alla presenza dell’artista, delle galleriste Gigliola Beniamino e Esmeralda Magistrelli, del curatore, l’architetto Giorgio Lo Stimolo e del critico Massimiliano Reggiani. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,30 alle 19,30. Ingresso libero. Sponsor d’arte Birra Forst e Tenute Cinquanta.

Le opere in mostra per Ti l’Eggo di Salvo Nero da Artètika

Saranno trenta le opere di Salvo Nero, in mostra da Artètika per Ti l’Eggo, di varie misure, su tela, su carta e una piccola scultura. La trentunesima opera sarà realizzata in estemporanea, a partire da una tela bianca, dal giorno del vernissage a quello della chiusura dell’esposizione e sarà ispirata al fil rouge, invisibile agli occhi, che unisce chi si ama. Ci sono ritratti che emergono da fogli protocollo, tutti scarabocchiati con tanto di lista della spesa, pennelli sporchi di colore, blatte che camminano sopra lettere d’amore amare. Opere bruciate, strappate o fintamente bruciate, strappate, sporcate e stropicciate. Uova al tegamino, lampadine e mandarini, pacchi di posta, oggetti quotidiani che diventano arte. Divertente, ammiccante, riflessiva.

“Poliedrico, un po’ grafico, un po’ pubblicitario, molto artista. Salvo Nero comunica i suoi stati d’animo con una enorme facilità nel farsi capire da tutti. Dal dolore di un cuore spezzato al riguardo per l’ambiente con i racconti degli incendi” commenta la gallerista Gigliola Beniamino Magistrelli. “Oltre alla maestria del disegno – aggiunge il curatore Giorgio Lo Stimolo -, c’è molto di più, una mano, la scioltezza di chi l’arte del tratto la possiede. Un incontestabile virtuosismo, un accenno un po’ beffardo che dice guardami lo so fare, è nella mia natura. Provocatorio e talentuoso”.

Chi è Salvo Nero

Salvo Nero, pittore autodidatta palermitano classe 1984 è stato stimolato inizialmente dai cartoni animati e dai pittori della sua città natale. La sua fibra creativa si sveglia molto presto attraverso il disegno che non lascerà mai più. Si orienta verso studi di grafica pubblicitaria e si cimenta sui muri della sua città, trovando nel writing un modo d’espressione libero. Attraverso i fumetti e la scoperta dello statunitense Geof Darrow, s’innamora del dettaglio, che diviene una caratteristica essenziale della sua opera. In seguito, lascia il limite delle vignette per donarsi all’acquarello, olio e, infine, l’acrilico, che diviene il suo mezzo principale. Attraverso i disegni della pittrice inglese Jenny Saville s’innamora dell’artista conterraneo Lucian Freud. S’interessa alla pittura del reale e si dedica al grande formato, una formula che gli assicura riconoscimento e diverse mostre monografiche. Si divide tra Palermo e Cardiff, due città in cui vive e lavora attualmente.

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Spettacolo

L’ultima classifica inerente a top film e serie TV più gettonate in Italia

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JustWatch questa settimana mette in evidenza i film di Luca Guadagnino. Tra questi A bigger splash, ambientato a Pantelleria

L’ultima classifica inerente a top film e serie TV più gettonate in Italia la settimana scorsa: https://www.justwatch.com/it/streaming-charts

A questa pagina è presente la tabella contenente la classifica completa aggiornata in tempo reale e riferita agli ultimi 7 giorni anche oltre la 10ma posizione.

Questa settimana, JustWatch ha deciso di mettere in evidenza la lista di tutti i film di Luca Guadagnino e dove guardarli in streaming in Italia. Il rinnovato interesse per il regista, grazie al successo del suo ultimo film Challengers, attualmente presente nella top 10 settimanale di JustWatch in Italia, ha spinto molti spettatori a riscoprire la sua filmografia, nella quale spicca senza dubbio “Chiamami col tuo nome”. È possibile consultare la lista completa a questa pagina: https://www.justwatch.com/it/guida/migliori-film-luca-guadagnino-streaming.

A bigger splash – trama

La leggenda del rock Marianne Lane è in vacanza sull’isola vulcanica di Pantelleria con il compagno Paul quando arriva inaspettatamente a interrompere la loro vacanza Harry, produttore discografico iconoclasta nonché suo ex, insieme alla figlia Penelope, provocando un’esplosione di nostalgia delirante dalla quale sarà impossibile mettersi al riparo. Fra risate, desiderio e rock ’n’ roll, A Bigger Splash è un ritratto sensuale che deflagra in violenza sotto il sole del Mediterraneo.

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